"Per poter visualizzare la dialogica informativa, campo-individuo, necessita iniziare a pensare in ordini di pensiero con-net-tivo. Il passaggio a tale modo di guardare e ragionareincide su due possibilità di lettura-azione: vedere il vuoto/pieno, il centro/periferia, il fuori/dentro, il finito/infinito; muoversi in uno spazio a campo profondo. Il camminare non equivale al volare... Un occhio a più nodo-vincoli è più favorito nell’esercizio della libertà, in quanto dovrà valutare tra le varie possibilità, quella che poi diverrà la traccia-linea di futuro-realtà. Un occhio privo di vincoli, apparentemente sembrerebbe illimitato, ma di fatto è fermo per eccesso di libertà del sistema che paralizza l’azione (Toffler, 1988). È interessante riflettere sul valore dei gradi di libertà nella costruzione del pensiero. L’io-osservatore, pur vivendo nello spazio presente che il suo occhio-mente elabora su tre dimensioni (altezza-lunghezza-profondità) e che gli permette di visualizzare le collocazioni differenziate degli oggetti (avanti-dietro-destra-sinistra…); può, con un salto di sospensione, aprirsi ad una quarta dimensione, il tempo, e a una quinta, il campo-finestra. La dimensione tempo permette di viaggiare nell’eco-storico, spalancando le porte al passato-futuro e proiettando l’io-osservatore negli spazi prima-dopo degli immaginati. Si possono così visualizzare le trame-echi d’evento, quali segni dei mutamenti evolutivi degli stati-stadi di realtà. È bene precisare che c’è uno scarto spazio-temporale tra il presente e il passato-futuro. Il presente, tempo 0, è l’unica dimensione di realtà: attuazione perenne della storia. Il passato-futuro sono solo degli immaginati che si prestano ad essere attualizzati, nell’attimo in cui entrano nelle maglie del presente, indirizzandolo. La quinta dimensione, il campo-finestra, creando il perimetro-limite del fuoco di lettura, permette di segnare la zona d’indifferenza del campo osservato con il relativo dentro/fuori o luce/ombra dell’azione di rilevazione. Guardando da lontano la complessità, occhio egli, si può visualizzare il dentro/fuori dell’azione d’esplorazione. In un’indagine ad occhio biostorico si possono graduare le visualizzazioni e ad ogni grado-scala corrisponderà un differente livello semantico della realtà. L’occhio-mente per leggere e gestire l’alea dovrà imparare ad essere fortemente dinamico e a giocare con tutte le variabili-dimensioni di lettura che gli visualizzeranno uno spazio profondo: ora univoco, ora multiplo, ora passato, ora futuro, ora vicino, ora lontano… Sono le stesse direzioni di lettura che segnano le tracce-linee su cui muoversi nell’organizzare le informazioni e quindi catalogarle, valutarle, confrontarle, memorizzarle, dimenticarle, ecc. Ad esempio nella narrazione l’occhio si nuove sulla dimensione tempo che permette d’ordinare le successioni di eventi; nella descrizione, sullo spazio che permette di coordinare l’altezza, la lunghezza, la profondità e dare il luogo-posizione nello spazio dell’oggetto descritto. Solitamente nell’ordinare si privilegia o l’uno o l’altro. Per cui si hanno delle rilevazioni di tipo temporale o di tipo spaziale, oppure le due si intrecciano. Una fiaba è di tipo prevalentemente temporale; un affresco, spaziale; un film è sia temporale e sia spaziale, in quanto entra in gioco la cinepresa che permette di visualizzare e narrare. In tutti questi casi siamo sempre con una organizzazione a fuoco unico. Per poter comprendere il salto al pensiero complesso, con la relativa nuova visualizzazione a fuochi sdoppiati, bisogna introdurre il concetto di finestra storiografica..” Traduzione-estratto da A Colamonico. Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.
Dalla Premessa:
“… Credo che una delle prime cose d’apprendere, sin da bambini, sia quella d’imparare a muoversi autonomamente nel labirinto del sapere, per educarsi all’esercizio della libertà. È stato proprio il mio voler insegnare ai miei alunni a vedere i processi di apprendimento insieme agli apprendimenti che mi ha portata, inconsapevolmente, a visualizzare la dimensione necessaria allo sviluppo di un occhio biostorico a campo profondo che permette lo sdoppiamento delle linee del pensiero e offre la possibilità di lavorare in simultaneità su più ordini di conoscenze, attraverso l’acquisizione della quinta dimensione di lettura…"
L'occhio-mente proprio cogliendo questa intermittenza, impara ad immaginare risposte possibili nelle pause di evento e tale immaginare è l'elaborazione di carte di spazi futuri-passati possibili. La realtà non equivale all'immaginare, ma l'accesso ad essa è solo un'immaginazione. L'immaginazione è la facoltà mentale che permette di essere l'altro protagonista del gioco vitale e nello stesso tempo il lettore di realtà. Giocare significa rispondere e rispondere capire; capire a sua volta significa scoprire il gioco, cioè leggerlo. La costruzione di immagini è strettamente connessa alla capacità di interagire con il sé e con l'habitat, ne scaturisce che:
+ immagini = + capacità d'azione / - immagini = - capacità d'azione.
Il processo di apprendimento essendo funzionale alla vita, diviene di conseguenza l'unico vero bene da perseguire per l'io individuale, sociale, cosmico. Da questo viaggio di esplorazione sull'organizzazione della conoscenza, scaturisce il valore bio-storico delle capacità elaborative ed organizzative della mente umana: -l'immaginare non è più una semplice dimensione astratta, limitata ad alcuni ambiti disciplinari, visti spesso fumosi e superficiali, ma piuttosto la stessa molla dell'azione-risposta storica. Il soggetto può essere un osservatore, un attore e un abitante nella misura in cui sa ideare, immaginare, pensare, ricordare, sognare, apostrofare, delimitare, datare, confrontare, comunicare lo spazio che lo contiene e, attraverso tale molteplici azioni, egli potrà appropriarsi di sfere sempre più grandi d'infinito. ... " P. 5,6.
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