Adoriamo il caos perché amiamo produrre l'ordine. M. Escher
Solo la capacità visiva e ordinativa di un pensiero coeso a “mente/cuore”, permette al “caos informativo” di lasciare il posto alle “sintropie novellei” degli ordini nuovi.
Il processo esplorativo a sguardo-mente poetico-matematico-storico”, precedentemente definito, permette l'organizzazione di una mente ad apertura logica continua, in grado di visualizzare i campi a multi-strato e a pluri-verso delle relazioni fattuali; restando, tuttavia, sempre saldamente “fusi” come visione di uno/tutto della vita.
Un tale modo di sguardo, nell'esercitare la cittadinanza storica, si fa volano di produzione immaginative che squarciando il buio, afferra scaglie di verità, che si fanno cardini su cui poter intrecciare e disegnare le carte della forma-membrana di quell'oltre la “finestra-occhio” a tempo 0.
Il “mettere il vestito” all'incognita della vita, implica la capacità a saper trasferire in carte di lettura coerenti gli appresi che sono solo le tracce di racconti di echi che si intessono nei tessuti-narrati informativi (azione del ricamo) con un gioco di derive:
In una posizione di lettura a “punto-orizzonte infinito” si crea l'appiglio-nodo che rendendo quel non-finito una "forma racchiusa" in una carta a Rete finita, rende percorribili gli spazi-campi vitali, con variegati linguaggi che permettono all'osservatore di porgere l'orecchio alla "Sinfonia muta" della Vita, che, s'è percepita, si lascia sistematizzare in tessuti-modelli spugnosi, semantico-narrativi, sotto molteplici angolazioni:
L'occhio-mente di ogni osservatore-agente è il "filtro" che facendo da cassa di risonanza, dà la "veste storica" a quella dinamica diveniente (= in dive(nire)niete), di campi che resterebbero un silente "vuoto di storia".
Imparare ad intravedere (vedere dentro) nel vuoto è il compito del poeta “maestro del buio” :
L'educare ad essere “poeta” è la funzione storica di una Società democratica che non avendo paura della molteplicità delle forme, sa riconoscere lo stato di cittadinanza a tutto e a tutti.
Analizzando il modo dello sguardo-occhio poetico, esso si intesse, come un gioco di immersioni/emersioni (metafora del delfino), in cui la res-novità affiora in un tempo-spazio definito, e si evolve in eco-informativo d'evento, in tale prendere nome-metafora, si presta come eco-vuoto di vita e pieno di parola (particella topologica), ad ulteriori avvistamenti.
Ogni successiva azione di conoscenza di quella res-verità avvistata, è un rimodellare, un riadeguare, riformulare che altera lo stato d'essere della res, poiché il riportarla in vita in un altro tempo-spazio di presente, parte da una ricerca di senso nuovo che dà l'inclinazione orientativa, condizionata dalle nuove esigenze mentali e storiche:
Nasce cosi la struttura a multi-strato della conoscenza, come un blocco stik a tanti fogli e ogni foglio è la finestravi di un immaginato-tracciato di compreso storico.
La mente collettiva, ad esempio, è solo l'insieme di tutte le conoscenze accumulate nei tempi 0 storici che sono tramandate di uomo, in uomo, di campo in campo, di specie in specie.
Si apre in tale impostazione di lettura un varco per un'ulteriore indagine sull'evoluzionismo storico:
In una apertura di sguardo a tempo 0, sono le informazioni-eco che, veicolate tramite le nascite/morti/rinascite/... storiche, permettono ad ogni passaggio di creare uno strato di nuovo che si sedimenta nel già uno-tutto della Memoria-Coscienza Storica, a 360°.
Nella presenza-eco a sé di uno/tutto, la Memoria Storica, nel susseguirsi degli stati di presente, differenzia, per ordini, le gemmazioni dei “fatto-tempo-spazio” (le creste delle creazioni tutte), e gli stessi ordini storici non sarebbero altro che delle tendenze ordinative che tendono verso un fine, che non è lo "status quo", come inteso nel passato, ma il moltiplicarsi delle forme che, come un immenso cuore d'amore, si apre a frattale alla complessità della bellezza dell'essere insieme nel “grembo” uno-tutto dell'eco-vitale. Riflettendo, ad esempio, per me Antonia, in questo attimo di realtà a tempo 0:
Non è più sufficiente una "seduta psicanalitica", ma "abbisogna" ammodernare gli spazio-tòpoi mentali (processo neghentropico) con esercizi di "Palestre della Mente", che come nei luoghi ateniesi antichi, conversando, possano far visualizzare le geometrie delle democrazie degli sguardi:
Porre un esempio concreto di dinamica fattuale, fa ritornare coi piedi per terra, e poter leggere i “demoni” che ci attraversano solo come echi dei vissuti, anche, dei nostri avi e le “gioie” che ci esplodono, le antiche allegrie delle nostre nonne che riordinavano le stanze col canto di ritornelli e madrigali.
Nelle metodologie didattiche e nelle strategie educative per secoli:
Come non ricordare, ad esempio, lo sguardo del professore di letteratura, quando interrogata su Leopardi, diedi la mia personale lettura e lui di ritorno, con un sorrisetto maligno, all'angolo destro della bocca, mi rispose:
E sarà stato questo eco, depositatosi nella memoria come negazione di valore, che quando, a mia volta ho iniziato ad insegnare, la prima cosa detta ai miei, alunni, è stata di costruire il loro "privatissimo" manuale di letteratura. I quaderni-diari, così, prendevano vita e si coloravano di forme e di mappe di processo e di tracciati narrativi. E ricordo ancora che divenivano per loro, così importanti, da essere accarezzati continuamente, tenendoli sempre a portata di mano, per poter annotare ogni pensiero, disegnare ogni immagine che saltasse alla mente... tanto che molti collegi finivano col prenderli e fotocopiarli, per usarli come tracciati informativi per le loro classi.
Cosa, in fondo, ho insegnato loro, se non la bellezza del loro stesso pensiero!
Ma non basta il volere, bisogna anche imparare a sapere come volere (2° livello di coscienza, intuito da Socrate). Saper essere vigili alle possibili strozzature che creano i vuoti di visione e saper tenere sotto scacco la paura della res-nova.