Vite straordinarie
Riflessioni su Vite Straordinarie di donne scienziato del passato, uomini scienziato del passato recente o persone che, pur presentando una disabilità, l'hanno saputa utilizzare a favore di quelli che percepiscono il mondo intorno a loro in modo "diverso". Queste tre persone rappresentano degli esempi di come le passioni vadano sempre coltivate e perseguite, nonostante tutti gli ostacoli che arrivano a intralciare il nostro percorso e nonostante le avversità della vita che ci piombano addosso senza che ce le fossimo andate a cercare!
Rita Levi Montalcini. Una lettera ai ragazzi
Roma, 30 agosto 2012
Care ragazze,
La vostra insegnante mi ha informato della vostra grande passione per la scienza, questo mi ha fatto emozionare perché mi ha ricordato quanto da piccola amassi fare esperimenti, leggere le biografie di grandi scienziati e osservare le stelle con il mio amato telescopio, dono di mio nonno.
Erano tempi meravigliosi, ma ahimè il tempo passa…
Vi racconterò della mia vita straordinaria in cui la scienza ha avuto un ruolo fondamentale.
Intanto vi dico che io non sono nata quando le donne “avranno più valore”: negli anni ’30 il mondo era dominato dai maschi, le donne non contavano, non eravamo nessuno. Non ci era possibile studiare, la vita di una donna era destinata, ripetitiva, monotona, nulla ci era permesso, tanto meno lo studio: secondo mio padre la mia carriera era ostacolata dal mio unico dovere di moglie e madre.
Ho dovuto fare una scelta importante ed ho scelto di non sposarmi e di non avere figli e questo mi ha provocato un dolore profondo: ho dovuto rinunciare ad essere madre per poter inseguire i miei sogni. Mi è costato molto, ma non mi sono fermata, ho dato la priorità alla mia passione per le materie scientifiche senza badare alla società intera che si era fatta una brutta immagine di me, senza un marito. Ho dovuto lottare contro tutto e contro tutti perché non ero benvista, ma io non sono mai stata interessata alla vita banale a cui le donne erano costrette, volevo essere diversa.
Sin da piccola ero appassionati biologia e medicina, si capiva che sarebbero state la mia ragione di vita. Poi sono cresciuta e nel 1936 mi sono laureata alla Facoltà di Medicina all’Università di Torino, con il massimo dei voti: era straordinario! Certo, devo dire che sia i professori che i miei compagni maschi erano stupiti e forse anche un po’ invidiosi; in quel momento, anche se è un po’ brutto da dire, mi sono sentita superiore.
Durante la mia carriera ho studiato il sistema nervoso degli embrioni di pollo: ero elettrizzata!
Tutto si è interrotto nel 1938 con le leggi razziali: ero ebrea, mi fu impedito l’accesso ovunque, fui allontanata, esclusa e perseguitata, costretta a fuggire in Belgio.
Il mio futuro, i miei progetti, la mia vita, tutto quello che avevo costruito era rovinato, i miei sogni erano ormai lontani e sperduti.
Sono rimasta sconvolta dalla crudeltà di cui l’uomo può essere capace.
Solo alla fine di questo massacro, alla fine di questa guerra terrificante sono ritornata nella mia Torino ed ho realizzato il mio più grande sogno: aprire uno studio medico.
Ragazze, se volete raggiungere i vostri obiettivi, dovete lottare e difenderli, se io ce l’ho fatta è solo grazie alla mia voglia di imparare, alla mia curiosità, alla mia determinazione.
Ricordatevi sempre di inseguire i vostri sogni e di crederci, con questa frase sono cresciuta, combattendo per me e anche per voi: me lo disse il mio professore, lui è stato l’unico a vedere il mio potenziale, a vedere la luce dentro di me quando tutto sembrava buio.
Vostra affezionata
Rita Levi Montalcini
Intervista a Marie Curie
Intervista a Albert Einstein
Quando è nato?
"Sono nato il 14 marzo 1879".
Dove è nato?
"Sono nato a Ulm in Germania".
Andava bene a scuola?
"Avevo difficoltà in alcune materie, soprattutto nel francese e nelle discipline umanistiche a causa della mia dislessia, ma mai nella matematica né in fisica. In realtà ai miei tempi la dislessia non era conosciuta e per questo motivo venivo considerato poco intelligente".
Aveva un buon rapporto con i suoi insegnanti?
"No, venivo maltrattato fisicamente e psicologicamente e ho sempre criticato i loro metodi violenti e punitivi".
Chi è sua moglie?
"Mia moglie è la cittadina serba Mileva Marić. Ci siamo conosciuti a Zurigo al Politecnico e da allora abbiamo fatto coppia fissa nella vita e nello studio. Ammetto che ha sacrificato la propria carriera, le proprie ambizioni e la propria giovinezza per permettermi di far decollare la mia carriera".
In cosa si è laureato e quando?
"Mi sono laureato in matematica e fisica nel 1900".
Quali sono i suoi hobby?
"Amo la musica, suono il violino e il pianoforte. Un’altra mia passione è la bicicletta. Mi muovo solo a piedi o in bici e non mai preso la patente".
A quanti anni ha vinto il premio Nobel e per quale motivo?
"Ho vinto il premio Nobel per la fisica nel 1921 a 42 anni per la teoria sull’effetto fotoelettrico".
Cosa ha scoperto?
"Sono diventato famoso per la teoria della relatività. La formula matematica E=mc² è la più conosciuta al mondo. Sono anche stato uno degli inventori della bomba atomica, ossia l’arma di distruzione più potente del mondo. La mia invenzione è stata utilizzata dal governo americano durante la Seconda Guerra Mondiale".
Cosa pensa della bomba atomica?
"Oggi mi pento della sua creazione. L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi".
Pensava di diventare così importante e famoso?
"Sapevo di avere delle buone doti ma non pensavo di arrivare a questi livelli".
Come definirebbe la mente umana?
"La mente è come un paracadute: funziona solo se si apre e io l’ho aperto".
La parola einsteinio le ricorda qualcosa?
"Certo, è il 99esimo elemento della tavola periodica individuato da uno studioso che mi ha voluto fare questa dedica. Si tratta di un metallo molto radioattivo, prodotto per bombardamento con neutroni del plutonio. Non è presente in natura e non è stato trovato nella crosta terrestre. Ancora oggi è un elemento poco studiato e molto misterioso".
Mi tolga una curiosità, perché il suo personaggio viene rappresentato con la lingua di fuori?
"Perché sono un genio e i geni sono persone molto particolari con comportamenti bizzarri. La linguaccia sta a significare che sono uno scienziato serio ma sono anche capace di atteggiamenti scherzosi".
Cosa deciderà di fare del suo corpo dopo la sua morte?
"Donerò il mio corpo alla scienza perché voglio che il mio cervello venga analizzato e studiato con cura".
Giulio Masi