Una bussola per la scuola
Classe 3 DS
Classe 3 DS
Possiamo definire il termine orientamento come la capacità di ognuno di noi nel farsi una propria idea su argomenti, temi, problemi; o ancora la capacità di “indirizzarsi verso un ambito preciso”. Ci si orienta quando si affronta un viaggio, quando si fa una scelta politica, quando si fa la spesa, quando si cerca un lavoro, quando si scelgono gli amici. L’orientamento è un processo evolutivo, continuo e graduale, che si manifesta via via che l’individuo conosce e viene aiutato a conoscere se stesso e il mondo che lo circonda, con senso critico e costruttivo. Il senso di questo percorso è ricercare la risposta alla domanda: “Io, che persona voglio diventare?”.
La scelta al termine della scuola secondaria di primo grado è una decisione molto importante nella vita dei ragazzi e delle loro famiglie. Si tratta di una scelta che deve tenere conto delle attitudini e potenzialità, della curiosità, dei talenti e delle fragilità di ciascuno. Fin dal primo anno della Scuola media si pone l’accento su attività che, anche se non formalmente chiamate “orientamento”, mirano a potenziare le competenze di cittadinanza dei ragazzi. Nella vita di un preadolescente le attività di orientamento a scuola svolgono un ruolo centrale soprattutto per valorizzare e promuovere diversi tipi di attitudini e interessi, attraverso un uso adeguato dei contenuti delle diverse discipline. Ogni studente acquisisce progressivamente conoscenze e competenze che lo rendono consapevole della propria identità e che gli permettono di confrontarsi con una società sempre più complessa e mutevole. Ma, nonostante questo, inevitabilmente, accade sempre che in questo preciso momento noi ragazzi di terza media ci troviamo confusi davanti a una scelta sempre più difficile: quale sarà, tra le tante, la scuola superiore che si adatti alla nostra personalità, alle nostre passioni e alle nostre attitudini? Servirebbe una gigantesca bussola.
Migliaia di ragazzi, ogni anno, si trovano a dover decidere quale scuola sia meglio frequentare, molti neanche la scelgono personalmente infatti, in alcuni casi, le scuole vengono scelte dai loro genitori.
Socialmente, ancora oggi, viene attribuita maggiore dignità a delle scuole, come ad esempio i licei, rispetto ad altre, rischiando di sottovalutare tutti gli altri istituti, in particolare professionali e tecnici. È sempre più forte la credenza che afferma: “se scelgo di frequentare un istituto tecnico o professionale, anziché un liceo, vuol dire che sono meno capace di uno studente liceale”.
Abbattere questo pregiudizio non è cosa semplice perché la scuola, ancora oggi, ha un carattere classista e non sempre rispetta i principi di uguaglianza. Attualmente esiste una grande varietà di scuole superiori, molte hanno cambiato nome e vengono definite licei proprio per il pregiudizio di cui si parlava sopra, resta il fatto che sceglierne una, per noi alunni, diventa sempre più complicato, ma non solo per questo motivo. Al fondo delle nostre indecisioni c’è il fatto che ancora non abbiamo la più pallida idea di cosa faremo o saremo in futuro e ci preoccupa che la scuola non sappia darci indicazioni particolari.
All’interno del progetto d’Istituto per l’orientamento, sono stati strutturati tre incontri con l’esperta life coach Sara Bodio, che da anni collabora con la nostra scuola. La coach ci ha dato dei consigli su come migliorarci come persone e come imparare a capire e fare quello che più ci piace, farlo bene e con vocazione. Rendersi conto di quale sia la strada giusta da seguire non è semplice, servono esperienze di vario tipo per ampliare i propri orizzonti, scoprire cosa fa stare bene e cosa no per, infine, conoscere davvero sé stessi. È un percorso complicato che richiede dedizione e determinazione e che inizia proprio “oggi” con la scelta della scuola superiore: quei cinque anni che dividono l’essere un ragazzino dall’essere un giovane adulto. I nostri professori ci hanno fornito dei consigli orientativi su quale scuola superiore scegliere in base alle attitudini che abbiamo dimostrato.
Le scuole superiori, dal canto loro, hanno organizzato delle attività denominate “open day” e “studente per un giorno” che permettono di osservare in presenza lo svolgimento delle attività didattiche e immaginarci, per una mattinata, studenti di quella specifica scuola. Diversamente dallo studente per un giorno all’open day si partecipa a dei laboratori dove vengono illustrate le varie attività dell’indirizzo che si pensa di scegliere e naturalmente viene presentata la scuola. Nonostante vengano attivate tutte queste pratiche, la scelta continua a essere difficile, quindi ci sorge spontanea una domanda: è giusto scegliere la scuola da frequentare a quattordici anni?
A nostro parere no, non è giusto perché noi non ci sentiamo pronti, la maggior parte di noi non ha le idee chiare e non sa che cosa vorrà fare in futuro, di conseguenza è molto probabile che poi si possa pentire della scelta effettuata.Tuttavia, ci sono anche delle scuole in cui è previsto un biennio comune orientativo per poi consentire agli studenti di scegliere un indirizzo di studi triennale che possa soddisfare maggiormente l’approfondimento dei loro interessi e delle loro attitudini. Per noi, attualmente, sarebbe l’ideale, anche perché così avremmo più tempo per conoscerci meglio. In ogni caso, l’attività di orientamento maggiormente significativa che abbiamo svolto risale alla mattina del 14 dicembre quando, su invito delle nostre insegnanti, sono venuti a trovarci circa trenta ex alunni della scuola Bonfigli di San Mariano che hanno frequentato la nostra stessa sezione D e che ora sono iscritti a diverse scuole superiori. I ragazzi ci hanno raccontato il loro primo impatto con la scuola superiore, spesso non sempre facile a causa di metodologie di insegnamento del tutto differenti, della fatica che hanno fatto per adattarsi ai nuovi insegnanti e di come gradualmente si sono più o meno ambientati.
Abbiamo precedentemente strutturato delle domande da sottoporre agli ex alunni per aiutarci a chiarire alcuni dei nostri dubbi e timori più ricorrenti, in particolare sull’aspetto emotivo e sull’organizzazione didattica. In seguito, abbiamo predisposto l’area comune Open Space della nostra scuola creando delle postazioni relative ai diversi indirizzi delle scuole secondarie. Dopo una breve presentazione guidata dalla nostra (nonché loro ex) docente di italiano, abbiamo potuto iniziare le nostre interviste. In ogni postazione, ben individuabile grazie a dei cartellini, sedevano dai due ai dieci studenti, pronti a rispondere a tutte le nostre domande e a rassicurarci con la maturità e consapevolezza di chi quella scelta l’ha già compiuta. Con grande delicatezza ed empatia, i ragazzi ci hanno raccontato i loro timori, le loro aspettative e come queste siano state deluse o soddisfatte. Alcuni di loro erano stati guidati nella scelta da consigli mirati soprattutto da parte delle loro famiglie, altri hanno seguito d’istinto le loro passioni. C’è chi ha trovato una classe accogliente e stimolante, chi invece un ambiente freddo e fortemente divisivo.
Ci hanno descritto le differenze principali dalla secondaria di primo a quella di secondo grado, i metodi di insegnamento, come le ore della mattinata sono strutturate, la differenza tra le varie sezioni e indirizzi. Il loro consiglio era pressappoco sempre lo stesso: scegliere la scuola in base ai talenti e alle proprie passioni e non farsi condizionare dagli amici; riflettere per tutto il tempo necessario e non rischiare di scegliere in modo avventato.
Questo incontro ci ha permesso di porre delle domande più personali e avere risposte più veritiere e convincenti rispetto a quelle ricevute agli Open Day dai docenti. Infine, grazie al lavoro del nostro compagno di classe Mattia Branda, quello che doveva essere un compito di realtà per le vacanze estive si è rivelato una vera e propria “bussola” per la scelta della nuova scuola da frequentare: un sito che dà una visione generale sulle scuola di Perugia e dintorni, cercando di guidare lo studente nella scelta delle scuole. Questo nostro piccolo “tesoro” lo vogliamo condividere con tutti gli altri studenti di terza media che, come noi, stanno affrontando questa scelta complessa.
In base alla nostra esperienza e grazie ai vari progetti e attività che ci sono stati offerti, possiamo affermare che la nostra scuola ci ha sostenuto adeguatamente nella scelta della scuola superiore, guidandoci a conoscere e sviluppare le nostre passioni e attitudini. Nel corso di questi tre anni ognuno di noi ha avuto l’occasione di scoprire nuove capacità e talenti: c’è chi ama la matematica, chi stare con le persone, chi è sportivo, ma c’è anche chi detesta studiare scienze o usare squadra e riga.
Abbiamo voluto fare una ricerca di dati statistici per capire in percentuale come la classe 3D ha scelto la scuola superiore.
Il 45% ha scelto in base ai talenti (cioè quello che gli viene bene fare anche fuori da scuola).
Il 18,5% in base alla inclinazione scolastica (cioè le materie in cui ha buoni risultati e proprio per questo ha sviluppato maggiore passione).
Il 22% in base all’inclinazione e ai talenti (cioè quando la passione e i buoni risultati coincidono nella stessa materia scolastica).
Il 14,5% è indeciso e ancora non ha fatto una scelta.
Ma perché ancora alcuni hanno difficoltà a scegliere?
La scelta della scuola superiore può risultare difficile per vari motivi, magari uno di questi è la lontananza dell’istituto da casa: se la scuola è troppo lontana è necessario un mezzo di trasporto. Stanno diventando sempre più frequenti le minicar tra i ragazzi più giovani, ma non tutti possono permettersela. C’è il servizio del pullman extraurbano, ma che comunque prevede dei tempi abbastanza lunghi del tragitto casa-scuola.
A volte poi, purtroppo, i nostri genitori non supportano le nostre inclinazioni e scelte, perché hanno per noi ambizioni diverse dalle nostre, e sottovalutano alcune scuole a causa di pregiudizi e stereotipi. A nostro parere, però, l’ultima parola dovrà sempre spettare al ragazzo: è importante che i giovani siano responsabilizzati e liberi nel compiere una scelta molto importante per la costruzione del proprio progetto di vita e di lavoro.
Molti dei ragazzi di oggi, dopo il primo anno, cambiano scuola. Perché? Alcuni potrebbero trovarsi a disagio non riuscendo a inserirsi nel nuovo ambiente e gruppo classe. Oppure si rendono conto che l'indirizzo o la scuola scelta non corrisponde alle loro inclinazioni o interessi. Ciò può provocare in loro un grave stato di ansia, renderli sopraffatti dai ritmi e dalle aspettative. Alcuni, per fortuna, riescono a trovare il coraggio e la forza di cambiare scuola.
Dopo lunghe e attente riflessioni e grazie anche al tempo dedicato alla stesura di questo articolo, possiamo finalmente affermare di avere compreso parecchie cose. Meglio non scegliere la scuola per le amicizie, anche se può sembrare rassicurante seguire il gruppo. Gli anni in cui si frequenterà la scuola superiore corrisponderanno a un importante momento di crescita, in cui succederà spesso che le amicizie cambieranno. Si incontreranno nuove persone con le quali si stabiliranno nuove amicizie, non deve essere una preoccupazione quella di non avere gli amici di sempre al proprio fianco.
Se la scuola risulta interessante, si trova lontano da casa, ma offre un programma entusiasmante, è bene prendere in seria considerazione la possibilità di fare il viaggio. Infine, per non fallire l’obiettivo, è essenziale puntare la bussola su sé stessi, riconoscere i propri interessi e trovare il coraggio di incamminarsi su quel sentiero che porta al raggiungimento dei propri sogni e desideri. Per ora, noi della redazione auguriamo a tutti i nostri coetanei buona fortuna e soprattutto non abbiate troppa paura di sbagliare, a volte è proprio da un errore che si arriva alle scoperte più sorprendenti!