Un viaggio nel mondo del volontariato
Classe 3 ES
Classe 3 ES
Fare la propria parte
Vivi per te stesso e vivrai invano; vivi per gli altri, e ritornerai a vivere.
Bob Marley
L’idea di questo progetto è nata dal sentimento di raccontare qualcosa che ci toccasse direttamente, qualcosa che faccia parte della nostra vita quotidianamente, ma di cui effettivamente sappiamo ben poco. Di cosa stiamo parlando? Beh, del nostro nuovo compagno di classe, Daniel.
Lui ha la nostra età ed è arrivato in Italia da non molto. Purtroppo soffre di gravi difficoltà fisiche e relazionarsi con lui non è facile, né per noi né per gli insegnanti, ma anche soltanto quando sorride per noi è una gioia immensa.
Daniel è un ragazzo che ha bisogno di maggiori attenzioni e che quindi richiede che tutti facciano la propria parte, aiutandolo in ogni piccola cosa.
Daniel ci ha dato una opportunità immensa di cui noi all’inizio non ci rendevamo conto: la sua fragilità è diventata la nostra forza.
Daniel non era mai entrato in una scuola, l’ingresso nella 3ES è stata la sua prima volta, ma per venire in questo posto accogliente deve essere accompagnato ogni giorno da persone che gli permettono di vivere questa esperienza: i volontari. Grazie a loro è entrato a far parte della nostra classe e pian piano, con piccoli gesti, è entrato nel cuore di tutti.
Daniel arriva a scuola a bordo di un’ambulanza e grazie a degli eroi che non indossano un mantello: sono i volontari della Croce Rossa Italiana.
Che cos'è la Croce Rossa? Quando e come è nata?
Henry Dunant e la Croce Rossa
Il mondo del volontariato fa affidamento sul fatto che ognuno faccia la propria parte e che insieme si possa fare la differenza.
Il valore delle azioni dei singoli può sembrare piccolo, tuttavia la loro somma forma un insieme di azioni dove il valore è grande e significativo, perciò è molto importante fare la propria parte.
È questa la frase da cui noi ragazze e ragazzi della 3ES siamo partiti per contribuire alla trattazione della tematica scelta per il terzo numero del "Bonfigli Times".
Un singolo individuo che pianta un seme fa crescere un albero, ma se molti piantano semi, allora possono dar vita ad un bosco. Insieme si può fare molto ed è su questo che si fonda il mondo della Croce Rossa Italiana e di tutte le altre associazioni simili.
Tutti più o meno sappiamo cosa sia il volontariato, ma per capire davvero che cosa comporta essere un volontario abbiamo ascoltato la testimonianza di chi accompagna Daniel a scuola.
Il 25 marzo Anna Baglioni, Jacqueline Moretti e Larissa Qualatrucci, dopo aver accompagnato Daniel a scuola, ci hanno presentato e spiegato come funziona questo mondo, in particolare quello della CRI.
Questa testimonianza, oltre alle conoscenze, ci ha permesso soprattutto di comprendere il valore e l’importanza di dedicarsi agli altri, di fare, appunto, la propria parte.
I volontari fanno tutto questo proprio perché sentono il bisogno di donare la loro forza a chi non ce l’ha, sapendo che non otterranno in cambio nulla di materiale, ma solo gesti che cambieranno la loro vita rendendola felice e serena. Decidono di aiutare il prossimo senza ricompense, rinunciano a tanto, amici, famiglia tempo libero… pur di sentire la “brezza” di aver fatto del bene.
Ammiriamo molto la loro forza e la loro umanità: una comunità ha bisogno di volontari perché senza di loro molte persone non potrebbero avere una vita dignitosa. Chi fa volontariato ha un cuore d’oro, è altruista.
Chi fa volontariato mette sempre i bisogni altrui prima dei propri.
Fare volontariato significa prima di tutto sacrificare il proprio tempo libero, cambiare le proprie abitudini e adattarsi alle varie situazioni. Fare volontariato significa migliorare le condizioni di vita altrui per scoprire poi, anche un po’ inaspettatamente, che migliorano tantissimo anche le proprie.
Anche noi possiamo fare la nostra parte, e per quanto possa sembrare difficile e insignificante all’apparenza, possiamo dare un contributo concreto a fare del mondo un posto migliore: potremo vedere un sorriso sul viso, sentire un dolce “grazie”. Dare senza ottenere nulla di materiale, cercando il giusto equilibrio, senza cioè penalizzare la famiglia e gli amici. Tutti possiamo ricavare una porzione di tempo da destinare agli altri e non perché si fa bella figura, ma per dare a chi non ha.
Il valore del fare la propria parte è immenso poiché riflette la ricchezza di chi si mette in gioco, come una Ferrari riflette la ricchezza economica di un milionario, fermo restando che si tratta di una ricchezza di ben altro calibro.
Fare volontariato non è obbligatorio, forse il mondo andrà avanti lo stesso anche tra l’indifferenza generale, ma noi crediamo che valga la pena provare.
E a questo punto ci siamo chiesti quale potesse essere il motivo per cui sono così pochi a dedicare un po’ del proprio tempo al volontariato e cosa potrebbe essere utile per “convincere” gli indecisi a mettersi alla prova. Abbiamo avanzato delle ipotesi e per conoscere meglio le opinioni della gente ci è venuto in mente di fare un’indagine.
I dati del questionario sono stati raccolti attraverso un modulo google anonimo che è stato diffuso ad un campione di contatti di alunni, famiglie e docenti.
Le domande sono state utili per consentirci di comprendere meglio le motivazioni e le difficoltà di chi non fa volontariato.
Abbiamo raccolto anche le informazioni relative ad età, genere e titolo di studio che ci hanno consentito di fare qualche confronto sulle risposte ottenute.
I grafici sono stati realizzati elaborando i dati con il foglio elettronico. Ne proponiamo alcuni.
Dai dati emerge chiaramente che la maggior parte di chi non fa volontariato ritiene di non avere tempo a sufficienza. Le donne, anche se di poco, sembrano avere un’attitudine maggiore. Nella fascia di età da 51 a 56 anni troviamo volontari che riescono a dedicare almeno tre ore di volontariato alla settimana. Probabilmente in questa fascia di età sono presenti adulti che hanno più tempo libero a disposizione perché i figli sono grandi.
Vorremmo concludere il nostro lavoro con alcune con alcune considerazioni:
il nostro non è stato solo un percorso di conoscenza, di scoperta di un mondo di cui sapevamo molto poco; infatti siamo certi che c’è ancora tantissimo da scoprire: esistono tante associazioni, anche nel nostro territorio, ciascuna con le sue finalità, con le sue caratteristiche, con le sue peculiarità.
Lo scopo del nostro lavoro è stato soprattutto quello di sollecitare la vostra curiosità, la vostra sensibilità affinché ci sia sempre maggior attenzione verso questa realtà. Abbiamo capito che il mondo del volontariato è un “tutto” molto grande e che per ciascuno di noi c’è una “parte”, grande o piccola che sia, ma c’è per tutti.
Insomma speriamo di avervi portato insieme a noi in questo viaggio che abbiamo cercato di fare attraverso il mondo del volontariato e che questo viaggio sia solo all’inizio e prosegua nel futuro. Per noi stessi, per Daniel, per tutti.
Noi, raccontandovi questa storia, abbiamo cercato di fare la nostra parte.