L'impronta della mano
Classe 1 AK
Classe 1 AK
L'uomo preistorico applicava le proprie impronte nelle caverne per lasciare traccia della propria esistenza e quale "firma" della pittura realizzata. Anche oggi l'uomo lascia alcune tracce indelebili del proprio passaggio, che rimarranno ai posteri.
Durante lo studio della storia dell’arte, abbiamo approfondito alcune abitudini che gli uomini preistorici avevano nella prima forma di pittura, ovvero quella rupestre. All’interno delle grotte questi “artisti”, volutamente tra virgolette perché inconsapevoli di fare arte, lasciavano le prime tracce indelebili del loro passaggio. Essi sfruttavano le deformazioni della roccia per dare tridimensionalità alle figure che ritraevano, prevalentemente animali che cacciavano, grossi bufali, ma anche cavalli come quelli “pezzati” trovati nella grotta del Pech-Merle in Francia. Ed è proprio tra queste figure realizzate con il nero sulla parete rocciosa, che troviamo delle impronte di mani. Quasi sicuramente sono le tracce degli umani che hanno realizzato le figure. Ci troviamo quindi di fronte alle prime “firme”, che testimoniano la paternità delle opere compiute.
Un’altra testimonianza di questo fenomeno è presente nella Cueva de las Manos in Argentina, ovvero nella grotta delle mani, che prende il nome dalla presenza sulla roccia di numerose impronte. Le tecniche artistiche applicate da queste popolazioni primitive potevano essere essenzialmente due, alternate o anche combinate tra loro: la prima era quella segnare il muro con la mano sporca di colore; la seconda invece prevedeva l’uso di cannucce o ossa cave appositamente riempite per soffiare il colore sul muro, creando una sorta di “maschera” con la mano, similmente alla tecnica dello stencil usato per produrre i murales odierni mediante l’uso delle bombolette spray.
I pigmenti più comuni erano il rosso, derivato da elementi naturali quali gli ossidi di ferro, il giallo e il marrone da varietà di terre, il bianco dal gesso o da altri materiali contenenti calcio ed il nero ricavato dalla produzione di carbone.
È bello considerare che queste tracce dei nostri antenati e delle nostre antenate siano arrivate fino a noi grazie alle condizioni di microclima che sono presenti nelle grotte. Alterando le stesse la conservazione delle pitture è messa a repentaglio. In Francia ad esempio, nel sito di Lascaux, proprio per evitare il degrado dei reperti dovuto al turismo di massa, si è provveduto nel 1963 alla chiusura della grotta e all'apertura di una copia a pochi chilometri di distanza dove dal 1983 avviene la visita da parte dei turisti. È quindi importante la conservazione di queste prime tracce umane, per permettere anche alle generazioni future di poterne apprezzare il valore artistico e culturale.
Nell’esercitazione grafica abbinata alla tematica trattata la classe prima di Corciano ha sperimentato la tecnica della mano appoggiata a creare una maschera per il colore. Gli strumenti che abbiamo usato sono stati: due fogli da disegno, una matita, un paio di forbici, dei colori a tempera e dei fogli di giornale per proteggere il banco.
Abbiamo appoggiato le mani sul foglio di carta, disegnando il contorno con la matita. La figura così ottenuta è stata ritagliata con le forbici e applicata con qualche ricciolo di scotch a un altro foglio da disegno, questo necessariamente da più di 200 g/m2 per resistere all’applicazione della tempera.
Una volta fissata l’impronta, con un pennello piatto n. 10 abbiamo iniziato a dipingere la parte alta del disegno, mescolando il giallo nel bianco. Sopra le dita della mano siamo stati attenti a passare il pennello verso l’esterno, per evitare di far entrare il colore sotto la maschera.
Completato il primo terzo del dipinto abbiamo aggiunto del rosso magenta e continuato con questo nuovo colore fino al raggiungimento dei due terzi.
L’ultima parte del dipinto è stata colorata aggiungendo il nero al precedente colore, ovvero al magenta/giallo/bianco ottenendo un marrone o un colore scuro leggermente violaceo.
Partendo dagli argomenti trattati e sperimentati nelle lezioni di arte, siamo quindi passati alle riflessioni creando una sinergia tra materie umanistiche, scientifiche, tecnologiche.