Poesie
Classe 3 DS
Classe 3 DS
Le poesie della 3 DS
Ricordo
Ricordo il mio volto spaventato
il primo giorno di scuola
mai dimenticato.
Ricordo le mani di nonna
delicate come le rose.
Ricordo la ricetta
dei biscotti caldi e profumati.
Ricordo la mia prima gara
preziosa e rara
Ricordo l’odore di mamma
profumo calmante
come un sogno invadente
Ricordo i primi occhiali
che hanno cambiato
il mio modo di guardare
Ricordo l’amore
che mi ha cambiato
il cuore stropicciato.
Giorgia B.
Nel cuore
I puzzle che creavo con la nonna
Le bambole e le barchette nel bagnetto
La capanna nascondiglio con gli amici
I cupcake della mamma
Le camminate al negozio dei gelati
La casa delle bambole più alta di me
I film lunghi sul divano con le amiche
La coperta sopra scaldava e legava
I miei due boxer che mi leccavano
le ore di disegno con Fiorenza
Il sapore del mare nella zuppa del nonno
L’odore di latte di un neonato
La galassia sul soffitto della mia camera
Il mare dell’Albania una tavolozza di colori.
Mia T.
Mi guardo
Azzurri son i miei occhi
capelli castani ora lisci ora mossi
labbra rosate ad arco di cupido
sorriso radioso quando rido.
Snella e delicata è la mia corporatura
passo deciso e rapido da far paura
sobrio e sportivo
il mio modo di vestire
parlare pacatamente
la mia maniera di agire.
Son raggiante e sorridente
questo che di me ama la gente
disponibile e generosa
sempre curiosa.
Essere permalosa è un mio difetto
testarda e lo ammetto
guardare dentro me stessa
ecco la mia promessa.
Giulia B.
La Macchia Nera
L’odore mi arriva alle narici
d’un tratto tutto si azzittisce
i bambini smettono di urlare
e le giostre di fischiare
Eccolo il carretto verde e blu
le urla del venditore
si sentono da quaggiù
proprio al momento giusto
mi viene da pensare
I grandi ci dicono
di scegliere cosa mangiare
in pochi minuti
me la ritrovo tra le dita
Una bella crêpes fumante
calda dolce ammaliante
avevo atteso per ore infastidita
con l’acquolina in bocca
Arrivo davanti alla macchina
incredibilmente senza una macchia
la crêpes è quasi finita ed ecco
l’errore più grande della mia vita
Tolgo il fazzoletto lentamente
mentre scivola giù la nutella ancora fumante
trova supporto sul mio giacchetto
quella macchia scura che lì si fisserà per un mesetto.
Irene M.
Gli specchi sono io
Gli specchi hanno occhi vispi e scuri
guance e fronte che Gioventù ha macchiato
labbra rosse naso troppo grosso
che bello non può esser reputato
Gli specchi hanno collo liscio e stretto
petto da cui l’infanzia è scappata
pancia piatta busto fine e fianchi larghi
corpo in cui mi sento esagerata
Gli specchi sono io chiacchierona e affettuosa
spaventata dall’idea di restar sola
e dover affrontare i problemi della vita
piangendo senza aver chi mi consola
Infine, spero che in un lontan futuro
una donna dalle rughe decorata
sfoggi denti bianchi e dritti mentre guarda
la splendida donna che col tempo è diventata
Costanza M.
Da dove vengo io
Vengo dal tepore del camino d’inverno
Vengo da pane, olio e mela, merenda di bambina
Vengo da rapunzel con Chiara nella casetta sull’albero
Vengo dalle sfilate sui tacchi alti di mia madre
Vengo dai caldi abbracci della nonna
Vengo dai fitti e profondi solchi sul volto del nonno
Vengo dalla magic dance, scuola di ballo di pa’
Vengo dal cinguettio degli uccellini nel bosco dietro casa.
Vengo dall’abbraccio dei libri che raccontano l’amore
Vengo dall’imbarazzo del mio primo saggio
Vengo dalle litigate con mia sorella e l’ira di ma’
Vengo da Stella il mio fiore dell’anima
Vengo dalla polvere dei miei orsacchiotti
Vengo dalla mano grinzosa del nonno che
da lassù stringe la mia
Vengo da una scintilla nel cuore
che è desiderio d’amore
Vengo dal rosa, dal blu e dal rosso
del primo arcobaleno
Vengo dal mestolo di legno
tra le mani della nonna
Vengo dalla prima neve esplosione bianca di gioia curiosità
Vengo dalla mia infanzia
che fa ridere e ballare
i ricordi dentro al cuore.
Angelica C.