#SiateCapaci

PROGETTO LEGALITA': #SiateCapaci

Intervista a Rosaria Cascio e alle ragazze partecipanti al progetto #siatecapaci 

Con il brano "Sole", dedicato a Francesca Morvillo, le alunne del Regina Margherita partecipano alla commemorazione del 23 maggio al Giardino della Memoria, Capaci 

Il nome "Quarto Savona 15" corrisponde alla sigla radio della vettura della questura di Palermo che, il 23 maggio 1992, a Capaci, sull’autostrada che collega Palermo a Mazara Del Vallo, saltò in aria con a bordo il capo scorta Antonio Montinaro e i due agenti Vito Schifani e Rocco Dicillo.

Nell’attentato morì anche il giudice Giovanni Falcone, l’obiettivo principale dell’attentato, e la moglie Francesca Morvillo.

Il numero 100.287 è quello impresso sul contachilometri della Fiat Croma marrone, al momento dell’esplosione che la lanciò a trecento metri di distanza; 

dall’ ammasso di ferro si è salvato il contachilometri bloccato su quella cifra da 400 chili di esplosivo.

Quell’ammasso di rottami è diventato un monumento.

Il docufilm “Voci di Capaci” realizzato in occasione del 26° anniversario della strage in cui persero la vita il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Il documentario ricostruisce fedelmente gli attimi subito dopo l’attentato ed è sostenuto da filmati e interviste da chi ha vissuto quei terribili momenti. 

Rocco Dicillo

Antonio Montinaro

Vito Schifani

GIOVANNI FALCONE

FRANCESCA MORVILLO

APPROFONDIAMO la conoscenza di FRANCESCA MORVILLO

Francesca Laura Morvillo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Francesca Laura Morvillo, coniugata Falcone (Palermo, 14 dicembre 1945 – Palermo, 23 maggio 1992), è stata una magistrata e accademica italiana, moglie del giudice antimafia Giovanni Falcone e, insieme a lui e tre uomini della scorta, uccisa da Cosa Nostra nella strage di Capaci. È l'unica magistrata assassinata in Italia[1].

Biografia

Una famiglia e una vita in magistratura

Nata a Palermo il 14 dicembre 1945, il 26 giugno 1967 si laurea in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Palermo dopo un corso di studi eccellente (solo in tre esami ottenne il trenta senza lode[1]), con una tesi dal titolo "Stato di diritto e misure di sicurezza" (relatore il professor Giovanni Musotto), riportando il massimo dei voti e la lode accademica[2]. La qualità del risultato raggiunto le fa meritare il conferimento del premio "Giuseppe Maggiore" per la migliore tesi nelle discipline penalistiche per l'anno accademico 1966/1967[2].

Come il padre Guido, sostituto procuratore a Palermo[3] e il fratello Alfredo poi, decide di entrare in magistratura. Nel corso della carriera ricopre le funzioni di giudice del tribunale di Agrigento, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, di Consigliere della Corte d'Appello di Palermo e di componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura[2].

Francesca Morvillo insegnò anche presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'ateneo palermitano, in quanto docente di Legislativa del minore nella Scuola di Specializzazione in Pediatria[3].

Nel 1979, dopo un primo matrimonio conclusosi con la separazione, Francesca Morvillo conobbe Giovanni Falcone, all'epoca giudice istruttore presso il tribunale di Palermo; nel 1983 iniziarono a convivere nella casa di via Notarbartolo[1]. Ottenuti i rispettivi divorzi[2], si sposarono nel maggio 1986 con una riservata cerimonia civile officiata da Leoluca Orlando; uno dei testimoni fu il giudice Antonino Caponnetto[1]. Dal 1989 il fratello Alfredo Morvillo iniziò a lavorare insieme a Falcone[4].

L'ultimo impegno professionale di Francesca Morvillo fu il 22 maggio 1992 all'Ergife Palace Hotel di Roma, come componente della commissione d'esame ad un concorso per l'accesso in magistratura[2].

La strage di Capaci

Il pomeriggio del 23 maggio 1992, sull'autostrada A29 Palermo-Trapani, nei pressi dello svincolo di Capaci, una carica di circa 400kg di tritolo, posizionata in un cunicolo di scolo sotto il manto stradale, fa saltare l'autostrada dove viaggiavano le tre Fiat Croma blindate che accompagnavano Giovanni Falcone e sua moglie di ritorno da Roma: la loro autovettura si schianta conto la colonna di detriti che si alza a seguito dell'esplosione.

Francesca Morvillo, ancora viva dopo l'esplosione e lo schianto, viene trasportata prima all'ospedale Cervello e poi trasferita al Civico, nel reparto di neurochirurgia, dove però muore sotto i ferri intorno alle 23 a causa delle gravi lesioni interne riportate. Il suo orologio si era fermato all'ora dell'esplosione, le 17:58[5]. Venne tumulata insieme al marito nella cappella della famiglia Falcone, al Cimitero di Sant'Orsola.

Non più presente Falcone, traslato il 3 giugno 2015 al Pantheon di Palermo (ovvero la Chiesa di San Domenico), la mattina dell'11 gennaio 2016 con una piccola cerimonia viene traslata a cura del Comune di Palermo in una cappella del Cimitero di Santa Maria dei Rotoli[6].

Onorificenze

«Giovane Consigliere della Corte d'Appello di Palermo, consorte del giudice Giovanni Falcone, pur consapevole dei gravissimi pericoli cui era esposto il coniuge, gli rimaneva costantemente accanto sopportando gli stessi disagi e privazioni, sempre incoraggiandolo ed esortandolo nella dura lotta intrapresa contro la mafia. Coinvolta, insieme al Magistrato, in un vile e feroce agguato, sacrificava la propria esistenza vissuta coniugando ai forti sentimenti di affetto, stima e rispetto verso il marito, la dedizione ai più alti ideali di giustizia. Capaci (Pa), 23 maggio 1992.»

Alla memoria di Francesca Morvillo è stato dedicato il Centro di Prima Accoglienza per i Minorenni, la cui intitolazione fu stabilita dal Ministero di Grazia e Giustizia con decreto del 23 giugno 1992[3].

Nel 2019 il Comune di Milano le ha intitolato una via.[8]

Questi video sono stati realizzati dalla Fondazione Progetto Legalità ONLUS per l'Associazione Nazionale Magistrati - Sez. distr. di Palermo, con il contributo del MIUR - Direzione Generale per lo studente. 

Per la regia e il montaggio di Giuseppe Bennica, in ricordo di Francesca Morvillo nella interpretazione di Simona Carisi.

Tratto dall'opera teatrale " Anime che si chiamano " di Antonella Morreale. 

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