Guerre persiane
Consolidato il potere interno, Atene e Sparta vissero profonde trasformazioni anche nelle loro istituzioni politiche, fino ad approdare a quelle che manterranno per un certo periodo di tempo. Soprattutto Atene vivrà diverse fasi nello sviluppo della sua democrazia, per poi affrontare una delle prove storiche più difficili dal punto di vista della resistenza: le guerre contro altre popolazioni, che iniziarono a interessarsi ai suoi confini. Questo percorso di maturazione porterà Atene a fronteggiare con successo una delle prime grandi battaglie, quelle che prenderanno il nome di Guerre Persiane.
Atene e Sparta erano due città che, all'interno del territorio greco, avevano consolidato il proprio potere. Parallelamente, però, altre civiltà stavano sviluppando la propria forza, tra cui, senza dubbio, l’Impero Persiano, che territorialmente si trovava in una posizione piuttosto vicina alla Grecia. Stiamo parlando di quella zona dell’Asia Minore che si affacciava sul mar Egeo e che arrivava fino ai confini della Macedonia. I Persiani erano riusciti a conquistare anche diverse isole del mar Egeo, imponendo la loro supremazia. Atene, chiaramente interessata a riconquistarle, approfittò di una rivolta contro la Persia per sostenere le isole insorte. Così iniziò quella che sarà chiamata Prima Guerra Persiana.
Le guerre persiane furono due, separate da alcuni anni. Non perché la prima fase si fosse conclusa in modo definitivo, ma perché, nel frattempo, ad Atene si sviluppò un dibattito politico significativo. La prima guerra nacque dalla pressione che l’Impero Persiano esercitava sulle colonie greche dell’Asia Minore, conquistando molte di esse. Tra gli imperatori più importanti ricordiamo Ciro e, soprattutto, Dario il Grande, che guidò la fase più espansiva. L’impero persiano era molto organizzato: era diviso in province governate da funzionari detti satrapi.
I Persiani, inizialmente, non esercitavano un controllo politico diretto sulle città conquistate: il loro interesse era principalmente la riscossione di tributi e tasse. Tuttavia, in seguito, imposero dei tiranni per governare le città. Questi non furono ben accetti dalle popolazioni locali, come quelle delle isole del mar Egeo. La città di Mileto guidò la rivolta, sostenuta da Atene, che inviò aiuti. Per reazione, Dario dichiarò guerra ad Atene, cogliendo l’occasione per iniziare una penetrazione più profonda nel cuore della Grecia.
Le battaglie furono numerose. Nonostante i Persiani fossero più di 20.000, mentre gli Ateniesi solo 7.000, questi ultimi, grazie alla formazione della falange oplitica e a tattiche militari molto efficaci, riuscirono a sconfiggere i Persiani nella battaglia di Maratona, a nord di Atene. Fu una battaglia cruciale che pose fine alla prima fase del conflitto.
Tuttavia, la minaccia persiana non era terminata. In Atene, si sviluppò un dibattito tra gli aristocratici, guidati da Aristide, favorevoli alla pace, e i popolari, capeggiati da Temistocle, che invece volevano approfittare della vittoria per rafforzare l'economia mercantile e difendere attivamente i confini.
Temistocle usò l’argento delle miniere per costruire una potente flotta di triremi, navi da guerra leggere, veloci e manovrabili. Il porto del Pireo, già esistente, fu ampliato: la sua conformazione stretta rappresentava un vantaggio strategico, perché impediva alle grandi navi persiane di manovrare agevolmente.
Fu così che iniziò la Seconda Guerra Persiana. Stavolta, Atene e Sparta si allearono contro il nemico comune. Atene era forte via mare, Sparta via terra. Nonostante la superiorità numerica persiana, i Greci seppero affrontare con tenacia il conflitto.
Tra le battaglie più celebri si ricorda quella delle Termopili, dove molti Greci morirono, ma offrirono un'importante resistenza. I Persiani riuscirono comunque a penetrare ad Atene e saccheggiarla. Sembrava una sconfitta definitiva, ma Temistocle mise in atto il suo piano: attirare la flotta persiana nel porto del Pireo e costringerla a una battaglia navale.
La battaglia decisiva fu quella di Salamina, che vide la vittoria degli Ateniesi. La conclusione del conflitto avvenne con la battaglia di Platea, dove Spartani e Ateniesi, insieme alla flotta greca capeggiata da Micàle, riuscirono a sconfiggere definitivamente i Persiani.
Così, per ben due volte, l’Impero Persiano — la più grande potenza militare dell’epoca — fu sconfitto: prima da Atene, poi da Atene e Sparta insieme. Tuttavia, fu Atene ad attribuirsi il primato militare per le campagne vinte. Da quel momento, Atene diventò un punto di riferimento per molte altre città greche.
Atene e Sparta, alleate contro i Persiani, uscirono dalla guerra come città leader: Atene per le polis democratiche, Sparta per quelle aristocratiche. Questo rafforzamento del loro potere le condusse ben presto a un nuovo scontro diretto: le guerre del Peloponneso, che inizieranno pochi anni dopo.