Ecco uno schema sintetico dell'evoluzione della legislazione italiana in tema di violenza sessuale, con le tappe principali e le riforme più significative:
1. Periodo pre-1996: visione tradizionale e limitata
Nel Codice Zanardelli del 1889, i reati sessuali erano distinti in "violenza carnale" e "atti di libidine violenti", considerati reati contro la moralità pubblica e il buon costume, più che contro la persona2.
Fino agli anni '60 e '70, la violenza sessuale era spesso trattata con una prospettiva paternalistica e autoritaria, con istituti come il "matrimonio riparatore" che potevano far estinguere il reato se lo stupratore sposava la vittima (esempio di Franca Viola nel 1965)2.
La tutela della vittima era molto limitata e la violenza sessuale non era ancora riconosciuta come una violazione della libertà personale.
2. Legge n. 66/1996 ("Norme contro la violenza sessuale")
Introduzione del reato di violenza sessuale (artt. 609 bis e seguenti del Codice Penale), spostando la violenza sessuale da delitto contro la moralità a delitto contro la persona, riconoscendo la libertà sessuale come diritto fondamentale126.
Abrogazione degli articoli precedenti (530, 539, 541, 542, 543 c.p.) che regolavano la materia in modo obsoleto1.
Introduzione di misure a tutela della riservatezza della vittima (art. 734 bis c.p.) e possibilità di dibattimenti a porte chiuse1.
La legge ha rappresentato una svolta fondamentale, affermando la tutela della libertà e autodeterminazione sessuale della persona offesa.
3. Anni 2000 e ratifica della Convenzione di Istanbul (2013)
La Convenzione di Istanbul (ratificata con legge n. 77/2013) ha segnato un impegno internazionale dell’Italia per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e domestica35.
Decreto-legge n. 93/2013 ha introdotto modifiche importanti in ambito penale e processuale, promuovendo piani d’azione integrati contro la violenza di genere35.
Legge n. 119/2013 ("Legge sul femminicidio") ha inasprito le pene per reati di violenza sessuale, stalking e maltrattamenti, e introdotto misure di prevenzione e protezione per le vittime4.
4. Legge n. 69/2019 ("Codice Rosso")
Rafforzamento delle tutele processuali per le vittime di violenza sessuale e domestica, con interventi più rapidi da parte delle forze dell’ordine e della magistratura1345.
Introduzione di nuovi reati nel codice penale (es. diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite, costrizione o induzione al matrimonio)35.
Aumento delle pene per i reati più frequentemente commessi contro donne (maltrattamenti, atti persecutori, violenza sessuale)345.
5. Legislazione recente (2021-2023)
Legge n. 134/2021: riforma del processo penale con estensione delle tutele per vittime di violenza di genere35.
Legge n. 53/2022: potenziamento della raccolta dati statistici sulla violenza di genere per migliorare il coordinamento tra soggetti coinvolti3.
Leggi del 2023 (n. 12 e n. 122): istituzione della Commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio e rafforzamento delle procedure per l’assunzione tempestiva delle informazioni dalla vittima da parte del pubblico ministero3.
Questo percorso legislativo riflette un cambiamento culturale e giuridico profondo, da una visione che considerava la violenza sessuale come un reato contro la morale pubblica a una piena tutela della libertà e dignità della persona offesa, con un sistema normativo sempre più attento alla protezione delle vittime e alla prevenzione del fenomeno263.