L’allestimento di un’esposizione richiede una dedizione particolare su ciò che si vuole raccontare e, ovviamente, mostrare. Nel caso delle automobili questa cosa non cambia, anzi, è forse ancor più importante progettare al meglio l’allestimento in modo tale da non far sembrare il tutto un “asettico showroom”. Ma perché l’automobile viene esposta? E soprattutto, qual è stata la prima automobile ad essere esposta in un museo?
Torniamo indietro di qualche anno, per la precisione nel 1951 quando a New York, per la precisione al MoMA, venne esposta per la prima volta in maniera “perenne” un’automobile: la Cisitalia 202, disegnata dalle mani esperte del centro stile Pininfarina, in particolar modo del grande Battista Pininfarina, è stata prodotta tra il 1946 e il 1952 in soli 200 esemplari. Questa vettura, conosciuta da pochi, risalta subito all’occhio per via del suo design “forgiato dal vento” con questi lineamenti morbidi e sinuosi. La vettura, come detto in precedenza, venne esposta nel 1951 al MoMA di New York all’interno della mostra “Eight Automobiles” assieme ad altre sette vetture, tra cui una Mercedes SS del 1930 e una Jeep Willis. L’allora direttore del museo, Arthur Drexler se ne innamorò definendola “una scultura in movimento” così da farla entrare all’interno dell’esposizione permanente nel 1972: la prima automobile ad entrare a far parte di una collezione museale, e per oltre vent’anni è stata l’unica. Oggi, infatti, fa parte di una collezione speciale, la “Automania”, alla quale si sono aggiunte altre sette vetture di cui due italiane.
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