la trasparenza

Confronto tra la modernità e la classicità iniziando mettendo a comparazione il Palazzo Farnese con il Palazzo del Bauhaus.

Il programma: nel primo caso, quello di Palazzo Farnese, troviamo uno stile celebrativo dell’architettura. Nel secondo caso la celebrazione all’interno del programma sembra scomparire del tutto basandosi sul fatto che tale opera doveva avere delle funzionalità e nulla più.

La costruzione: nel primo caso abbiamo un’idea di città continua mentre nel secondo caso abbiamo una apertura ad una città puntiforme.

La città: grandi mura a limitarne i confini nel primo caso. Nel secondo caso abbiamo invece un’idea di città più aperta e libera.

Espressione: fortemente legata all’idea di città, abbiamo nel primo caso una tipologia compatta e arroccata mentre nel secondo caso troviamo delle forme più frammentaria.

Metodo: nel primo caso troviamo una metodologia tipologica dove, all’interno di uno spazio ben costruito, inserisco delle funzioni. Nel secondo caso abbiamo “l’atipico” dove le funzioni sembrano dare la forma (non più scatolare).

Visione: figurativa nel primo caso e astratta nel secondo.

Igiene: nel primo caso ci troviamo all’interno di spazi per lo più stretti con poca luce e dunque molto spesso umidi e poco salubri. Con la seconda ondata si inizia a ribaltare questa situazione con Hausmann che fa in modo che si progettino degli ampi boulevard per far entrare luce e verde nelle abitazioni. Inoltre, progetta un nuovo sistema fognario.

Catalizzatore: nella seconda ondata abbiamo un innovazione che non poteva andare sprecata. Le grandi vetrate offrono una grande trasparenza e quindi una grande permeabilità degli spazi. La trasparenza diventa quindi il catalizzatore dell’epoca industriale.


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