L'ETFE

Una novità tecnologica che ho voluto implementare all’interno del prospetto del museo è l’utilizzo di pannelli composti in ETFE. L’ETFE è una delle molecole organiche più stabili che siano mai state prodotte: la sua durabilità può raggiungere i 40 anni di vita, semplicemente assicurando una costante manutenzione, inoltre al termine del suo ciclo di vita, la membrana viene semplicemente fusa e riutilizzata, con una percentuale di riciclaggio del 100%. È un materiale autopulente e, nonostante pesi solo un centesimo rispetto al vetro (350 g/mq), riesce a sopportare fino a 400 volte il suo peso. È quindi possibile utilizzarlo anche per grandi luci, come ad esempio tensostrutture, e “alleggerire” il lavoro di carpenteria ed evolvere la maglia strutturale. 

Il materiale è combustibile ma poco infiammabile e auto estinguente e, grazie alla temperatura di fusione di 275°C il film è destinato a rompersi e a ritirarsi prima che le elevate temperature possano portare al collasso della struttura principale della struttura. È un materiale che è possibile utilizzare sia per coperture sia per le facciate in due modalità: la prima è la cosiddetta “modalità a cuscino” ovvero due – o più – layer di ETFE al cui interno viene fatta passare dell’aria in modo tale da gonfiarli e creare quindi una facciata o copertura “morbida” con questi cuscini. L’altra è la modalità a singolo layer, una composizione più semplice ma che offre comunque una certa libertà per i lavori di prospetti e coperture. Questi “layer” sono composti da dei film che possono essere opachi, traslucidi o anche serigrafati in modo tale da avere più caratteristiche in un solo prospetto. 

Per quanto riguarda il mio progetto, ho cercato di sperimentare un concept di vetrata composta e modulabile: verso l’interno è presente un triplo vetro montato sulla prima parte della struttura; nel mezzo è presente parte dell’impianto di illuminazione della facciata che sarà infine composta da dei pannelli in ETFE sia serigrafato, da permettere una vista da dentro a fuori, sia opaco, così da creare sensazionali giochi di luce. Questo spazio che intercorrerà tra vetrata e pannello in ETFE avrà anche il compito di funzionare da “buffer space”.

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