la lunga crisi dell'ottocento

C’è voluto molto tempo per creare un nuovo paradigma nell’architettura. Molti sono stati i tentativi per poter creare un nuovo paradigma.

Non c’è nessuna certezza tra l’arrivo di un cambiamento all’interno della società e a quando gli si può dare piena risposta. Gli si da risposta nel campo delle arti.

Nell’ottocento, dall’arrivo della II Rivoluzione Industriale all’affermazione in architettura di un nuovo paradigma in grado di rispondere a questo nuovo mondo ci è voluto più di un secolo perché l’architettura è più lenta nell’assorbire i cambiamenti.

L’edificio del Bauhaus sarà il nostro traguardo.

Il processo per la creazione di questo nuovo paradigma parte da degli architetti francesi che hanno aderito ai movimenti illuministi e napoleonici dell’epoca. Questi sono Boulle, Ledoux e Durand che fanno un operazione di riduzione geometrica dell’opera che, con il senno di poi, sembrò anticipare alcuni caratteri dell’architettura moderna. Fenomeni minori che poco sembrano scalfire l’architettura che nel mentre continua ad operare come aveva operato fino a quel momento (il neoclassico soprattutto).

Un altro filone importante è quello dello studio tipologico: un aspetto che nasce in contemporanea con lo studio dell’architettura all’interno delle scuole politecniche. Scuole legate al mondo delle scienze esatte e dell’ingegneria.

È quindi molto diffuso lo studio planimetrico e organizzativo dei volumi delle varie opere andando quindi ad equilibrare l’estetica con la funzionalità.

Una terza componente molto importante è l’attitudine costruttiva sempre più fondamentale nel ragionamento architettonico. All’inizio del Novecento arrivano nuove sfide legate specialmente a nuovi ambienti che prima non esistevano o che comunque gli si dava poca importanza: le ferrovie. Queste sono degli ambienti che nel corso dell’Ottocento iniziano ad aumentare così come le proprie infrastrutture (ferrovie, hangar, ponti). Il ferro inizia quindi ad essere sempre più utilizzato e la figura dell’ingegnere inizia ad essere una figura sempre più importante.

L’ingegnere di quel periodo era un Inventore! Risolveva infatti i problemi man mano che questi iniziavano a farsi strada.

In America alcuni di questi fenomeni sembrano essersi sviluppati molto velocemente questo perché si parte sempre da una grande crisi. In questo caso molto molto grande ovvero l’incendio della città di Chicago. Questo ha portato alla distruzione di moltissime abitazioni che ha portato a domandarsi quale fosse il modo più veloce di costruire. Da qua balza fuori l’idea della costruzione in acciaio non solo per i ponti ma anche per le abitazioni. Questo porta ad avere anche altezze elevate e costruzioni abbastanza rapide con le chiodature.

Sullivan inizia a parlare di forme che devono creare un tutt’uno organico con l’architettura dell’edificio. A lui si deve la citazione: “Forma segue la Funzione”.

Dall’altra parte del mondo, nel Regno Unito, William Morris voleva dare una botta potente all’industrialismo che stava portando alla rovina il lavoro dell’artigiano. Quello che l’artigiano costruiva in molto tempo, l’industria lo faceva alla metà del tempo e quindi, meno tempo impiegato significava più oggetti costruiti. Questo ovviamente oltre che sminuire l’artigiano lo rendeva anche “caro”. Infatti, ciò l’artigiano vendeva a 100, l’industria vendeva a 10 e quindi i ricavi aumentavano vertiginosamente.

Il movimento delle Arts and Crafts è quindi puntato a dare luce all’artigianato.

Come detto in precedenza, una delle più grandi crisi che bisognava affrontare era legata alla ferrovia e il modo per “combatterla” era la progettazione delle stazioni ferroviarie. Questa fa scontrare il mondo dell’ingegneria con il mondo dell’architettura che è un mondo ancora molto attardata. Il tutto sembra quasi risolversi con una fusione composta da una “galleria” e da un “tappo”. La prima composta da una grande ingegneria (travi di acciaio, pilastri, grandi vetrate); la seconda sembra essere quasi il “biglietto da visita” con la quale la città di presenta al viaggiatore. Il lavoro dell’ingegnere veniva quindi nascosta dalla grande opera dell’architettura.

Il pittore deve “adeguarsi” a ciò che riesce a catturare la macchina fotografica: la nascita dell’impressionismo.

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