La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura
7. La verità vincolata in una carta
La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura
Quaderno n° 11 di Biostoria - Scienza e Metodo dello Sguardo multi-proiettivo
La verità vincolata
Antonia Colamonico (Aspetto epistemico-metodologico)
Marcello Mastroleo (Aspetto matematico-modellistico)
Tutti i diritti sono riservati - © 2017 - 2021
Indice Saggio-quaderno n.° 11: La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura
Preambolo Introduzione L'Osservatore lente-bussola cognitiva Il valore storico della presa di realtà Il volo I planisferi delle proiezioni storiografiche La verità vincolata in una carta di lettura Gli orizzonti a pluri/verso Le topologie degli sguardi-realtà
L'osservatore lente-bussola cognitiva
Il limite cognitivo del paradigma Moderno è stato nell'aver isolato e estromesso l'osservatore storico dall'azione di lettura, ritenendo poco interessanti, ai fini dell'idagine, le modalità organizzative della mente-pensiero che danno forma alle medesime visioni. Da tale miopia si sono affermate le generalizzazioni con le letture uni-direzionali a uni-versi disciplinati, come tanti sistemi di saperi a sé stanti. Da tale strettoia, a livello dell'organizzazione del pensiero, si è generata una "geografia mentale" a compartimenti stagni, in cui sono stati tagliati i collegamenti e le interdipendenze tra le molteplici osservazioni, i piani delle letture e le costruzioni immaginative e ideative.
In sintesi si è persa la spaziatura mentale dello scienziato rinascimentale, ad esempio, di un Michelangelo o Leonardo, nel saper attuare i voli logici tra i molteplici campi d'interpretazione e di giustificazione dei fenomeni stessi.
La capacità di leggere le reti dei collegamenti vitali, richiede una mente esercitata a vedere oltre il semplice spazio del fenomeno locale, si pensi a Michelangelo nell'azione dell'affrescare il "Giudizio universale", egli ha saputo andare oltre la parete vuota e con un volo immaginativo, ha saputo mettere in rete le sue conoscenza religiose, pittoriche, anatomiche, psicologiche, cromatiche, emozionali, politiche... dando visibilità oggettiva al suo capolavoro.
Lo scienziato del mondo rinascimentale o anche classico, era prima di tutto un matematico, poi un astrofisico o un biologo o un chimico...
La matematica si pone in un contesto differente di ragionamento; non osserva tanto il fenomeno-evento in sé come nella fisica, quanto gli enti astratti, numerici o geometrici, che aprono gli sguardi a delle sequenze ordinative, ad esempio la successione di Fibonacci (1202). Una simile indagine non ha come fine spiegare in una legge un fenomeno fisico e bloccarlo in una carta di lettura, ma cercare di capire le geometrie ricorsive dei processi vitali che ordinano le dinamiche storiche, indipendentemente se fisiche o astronomiche o chimiche o biologiche. L'occhio del matematico è in un certo senso trasversale alla discipline, poiché le attraversa tutte e le supera tutte.
Un esempio più vicino di tale impostazione di lettura e organizzazione di sguardo è il Frattale di Benoît Mandelbrot (Gli oggetti frattali. Forma, caso e dimensione. 1975); il matematico polacco si è interrogato non tanto sui fenomeni, quanto:
sulle geometrie degli spazi vitali da cui prendono visibilità i fenomeni storici
sulle scale di grandezza
sulle dimensioni
sulle ricorsività estese a campo infinito. ...
Per Mandelbrot, ad esempio, le figure geometriche classiche fatte di triangoli, cerchi (...) sono di poco aiuto nel descrivere le forme naturali poiché:
“le nuvole non sono sfere, le montagne non sono coni, le coste non sono cerchi, la corteccia dell’albero non è levigata, né un fulmine viaggia in linea retta”.
Egli infatti affermerà di aver inconsapevolmente scoperto la Geometria della Natura, ragionando sulle dimensioni fratte, non intere, di segmenti, triangoli... (frattali appunto).
Inizialmente lo studio di Mandelbrot fu letto come una stravaganza di ragionamento, molto sofisticato, ma di scarsa applicazione nel campo scientifico. Sono stati gli artisti che, appropriandosene, hanno fatto conoscere al pubblico tale studio, dando luogo a nuove inquadrature fattuali, non solo pittoriche.
A Parigi nel 1997 è stato fondato il movimento dei Frattalisti da un gruppo di artisti e come scrive il teorico del gruppo, il critico d'arte Henri-Francois Debailleux - nel manifesto:
"Tutto brulica, vibra, s'attorciglia, brilla, sprizza, esulta, sobbalza, danza, volteggia, palpita, sfarfalla, turbina. Veniamo precipitati dentro vortici, ritmi e turbinii come se la testa fosse dentro il cestello della lavatrice... tutto si muove, tutto gira e in tutte le direzioni".
Per comprendere il salto d'inquadratura da un occhio lineare a uno complesso bisogna soffermarsi a riflettere sul ruolo storico e funzionale dell'osservatore (ogni uomo) nell'azione dell'osservare.
Ogni azione di lettura parte da un soggetto che si ferma e contempla (salto di posizione da un fare, a un osservare un luogo-tempio che assume forma-nicchia dentro la mente). In tale prendere una distanza fisica e mentale dal semplice fluire del tempo presente, il soggetto osservante si pone a lente-bussola della situazione che si mostra al suo sguardo.
Egli con un atto decisorio stabilisce i bordi, confini del suo spazio d'osservazione, isola altri soggetti delle dinamiche e avvia una riflessione su tutto quello che il suo occhio rileva:
Come ogni uomo è una realtà a sé, cosi ogni sguardo è un modo in sé, che non può essere generalizzato o standardizzato, protraendolo all'infinito.
Il mutare degli sguardi determina il mutare delle mode, delle teorie, delle epoche, delle civiltà.
Studiando la dinamica storica in un campo-finestra allargato a tutta quanta la presenza umana sulla Terra (tra 6 e 10 milioni di anni), si può cogliere, come in una sequenza filmica, che ogni cambiamento di prospettiva nell'inquadrare la realtà ha generato un frattura, una divisione nella linea temporale che, come nel frattale di Mandelbrot, ha sdoppiato i processi creando una molteplicità di altri indirizzi e di sguardi nuovi con altre teorizzazioni:
Ogni indirizzo è una verso storico, ogni sguardo è una modalità narrativa e ogni teorizzazione è una spiegazione coerente.
La coerenza è bene puntualizzare non è relativa alla realtà in sé, che ha un velo di mistero che la rende sfuggente, ma alla carta di lettura, all'intreccio del ragionamento, alle tesi sostenute e dimostrate. In tale limite funzionale ogni indirizzo di lettura o ogni sguardo o ogni teorizzazione ha i suoi gradi di esattezza e di errore, insieme, per cui essa si presta ad essere superata (Principio di falsificabilità o possibilità di confutazione di C. Popper,1959) .
Ogni superamento è l'apertura di uno spazio topologico nuovo. Viaggiando di spazio in spazio la Conoscenza si è diversificata, quintuplicata, intricata dando vita alle carte multidisciplinari, di una realtà oggettivata (resa oggettiva in una carta di lettura).
Ogni conoscenza parte da una posizione soggettiva, l'osservatore, il quale dando il verso-inclinazione alla lettura, rende la realtà osservata oggettiva in una osservazione; l'oggettività non è una qualità della realtà in sé (alone di mistero), ma della lettura che è una veste di verità narrata. Fuori dalle narrazioni non c'è per l'uomo possibilità di conoscenza.
Continuare a rappresentare la dinamica storica come una successione a linea retta è un non senso, una riduzione e schematizzazione molto lontana dalla realtà naturale. Gli effetti di una simile impostazione sul piano mentale hanno prodotto, nel tempo, oltre a una fissità di sguardo, una rigidità cognitiva con uno stato di sofferenza sociale oltre che personale, essendo stato negato il valore alla plasticità della mente-pensiero, stato questo naturale di tutto il processo vitale. Le logiche a Caino del Mondo, descritte nei quaderni di Biostoria, nascono da una siffatta geografia mentale. Esse sono il risultato di una mente malata che di fatto ha smarrito il senso del limite del suo osservare e definire.
In L'Eco di Acquaviva, 22 Nov. 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p.6
In L'Eco di Acquaviva, 29 Nov 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p.6
In L'Eco di Acquaviva, 6 Dic. 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p.6
13 Magg. 2020 in blog: https://occhiobiostorico.blogspot.com/
13 Mar. 2020, in blog: https://occhiobiostorico.blogspot.com/
Contorni e limiti quali effetti moltiplicativi di sguardi
Se l'osservatore dà i contorni alla realtà narrata e quindi conosciuta, allora è della massima importanza speculativa, imparare a ragionale sulle differenti mappature di pensiero per comprendere quali topologie di spazi mentali siano i più idonei a creare una Società democratica.
La mente democratica è uno sguardo che sa misurarsi con l'imprevisto (alea), o meglio, lo assume a valore del suo osservare, senza indossare l'abito del giudicare o meglio del condannare. In Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso (A. Colamonico, 2006) tale competenza osservativa è la modalità dello sguardo Cristologico che nasce intorno alla 5a dimensione di lettura (A. Colamonico, Ordini Complessi, 2002).
la Conoscenza si struttura in spazi dimensionali, lo spazio adimensionale è uno Spazio che assume una posizione ma non ha dimensioni fisiche, quindi uno spazio di valore 0, si pensi ad un punto su foglio di carta bianca:
Una retta (linea che non cambia mai direzione) è uno spazio dimensionale di valore 1, geometricamente priva di alcuno spessore ha una sola dimensione la lunghezza.
Un quadrato (poligono convesso) è una costruzione di spazio fisico a 2 dimensioni, lunghezza + larghezza, formato da quattro lati congruenti e quattro angoli congruenti, ciascuno con un'ampiezza pari a 90°.
Un cubo (poliedro regolare) è una apertura di spazio fisico a 3 dimensioni, con l'aggiunta della profondità che dà il volume.
L'ipercubo (politopo) è una forma geometrica regolare in uno spazio di quattro o più dimensioni. Esso è la generalizzazione in dimensione più alta dei concetti di punto, segmento, quadrato e cubo, appartenenti rispettivamente alle dimensioni 0, 1, 2 e 3. Per i fisici la quarta dimensione è il tempo (teoria della relatività), componente che costituisce lo spazio-tempo quadridimensionale unificato in cui occorrono ed esistono tutti gli eventi del nostro universo.
Trasferendo, per analogia, le differenti aperture di spazio, nell'organizzazione e spaziatura mentale, si può parlare di pensiero unidimensionale, bidimensionale, tridimensionale, quadrimensionale, (...):
Ogni uomo in relazione a particolari forme di sguardi si muove nel corso della vita su tali topologie mentali, spesso senza sapere che di volta in volta ha cambiato gli occhiali di lettura e i parametri che gli permettono di amplificare o rimpicciolire le ampiezze o lunghezze o profondità osservative.
Parlare, ad esempio, di superficialità o di profondità di una affermazione è in relazione alla capacità in quel momento storico di costruzione dello sguardo. E. Morin parla di "homo spaiens e homo demens" che insieme coabitano in ogni coscienza (E. Morin. Il metodo 5. L'identità umana. Milano, 2002), creando di fatto il chiaro/scuro delle procedure di costruzione nel giudizio storico o nell'azione-fattuale o nelle relazioni sociali o nell'impegno politico...
Comprendere i vincoli spazio-temporali da cui sorgono le risposte storiche è importantissimo ai fini della comunicazione nelle dinamiche dialogiche (di-a-logiche = a + logiche).
I contrasti o i conflitti nascono dalle incapacità di lettura dei pluri-versi in cui sono incastonate le risposte storiche:
In questi giorni ad esempio, a seguito del ritorno dei talebani a Kabul, sta emergendo il contrasto tra la visione talebana e quella occidentale sul ruolo civile e politico della donna che scandalizza entrambi; i primi parlano della sola funzione di genitrice (partorire figli), i secondi di apertura a tutte le spere economico-culturali e socio-politiche, per appartare il contributo del suo sguardo, alla creazione di una maggiore equità sociale.
Sia i primi e sia i secondi parlano di scelta giusta circa il loro verso di lettura, allora se entrambi agiscono per il bene, interessante è investigare i contorni, su cui ciascuno ha costruito la sua definizione di bene.
L'indagine così si sposta dal piano delle azioni, a quello delle geografia mentali e degli spazi di costruzione del giudizio-valore storico. La possibilità di costruire un filo di comunicazione dialogica tra le due posizioni, potrebbe nascere solo se entrambi siano disposti a rileggersi, introducendo nel rispettivo sistema osservativo gli orizzonti di lettura dell'altro:
La Società occidentale dovrebbe ammettere che il ruolo di madre della donna è in crisi, tanto da parlare di bassissima natalità (tasso di crescita 0), e quella talebana di povertà economica per il forte peso esercitato da un Passato ingombrante che fa annichilire ogni forma di possibile cambiamento.
Occorrerebbe per entrambi cambiare gli occhiali di lettura e virare gli orizzonti di riferimento nelle scelte di azioni (capacità neghentropica). Ma il farlo richiede una grande umiltà, un cuore mite, una sensibilità attenta, una mente libera e un'assenza di condanna, cioè occorre attuare un salto logico che apra uno scenario mentale nuovo (apertura logica) che dia a entrambi i contendenti una nuova possibilità di costruzione storiografica:
Il giusto o l'igiusto, il bene o il male, il lecito o l'illecito sono spazi-confini entro cui si collocano le giustificazioni d'azione, che a loro volta, come elaborazioni della mente, fanno da contorno ideativo alle particolari forme di risposte fattuali, elaborate.
Per comprendere le influenza degli scenari ideativi, nelle scelte storiche, si può tornare alla geometria:
nella foto - Effetti moltiplicativi delle aperture degli Spazi- si possono isolare delle differenti aperture di Spazio che creano delle enormi differenze di costruzione.
Osservando le 5 forme geometriche - punto, segmento, quadrato, cubo, ipercubo - si possono calcolare i gradi di complessità, ad esempio:
Il punto, non ha segmenti, facce, angoli, spigoli. Aperto a tutte le possibilità di costruzione, ma di fatto fermo;
il segmento ha 0 facce;
il quadrato ha 4 segmenti, 4 angoli, 0 cubi;
il cubo ha 12 segmenti, 6 facce, 8 spigoli.
L'ipercubo (tesseratto) contiene 4 cubi, 24 facce, 32 spigoli.
Ogni forma ha un suo particolare campo-contorno di definizione e di indagine, si pensi alle geometrie euclidee e non euclidee; ciascuna delle quali apre dei campi di riflessione e relative teorizzazioni, con notevoli distanze tra loro. Con un esempio storiografico, si pensi alla distanza tra la cultura dei Conquistadores e quella degli Incas nella colonizzazione americana a partire dal 1500.
Calando l'esempio nella costruzione dello spazio della mente-pensiero, il punto equivarrebbe alla forma iniziale della mente di un neonato che ha in sé, come per un seme, delle molteplici possibilità evolutive, ma non ancora espresse o indirizzate verso una qualche forma di ragionamento o di immaginazione-ideazione.
Il cubo applicato alla forma del pensiero, sarebbe uno spazio-mente arricchito, in grado di muoversi anche nella dimensione della profondità, oltre in quelle della lunghezza e della larghezza di una forma piana a quadrato:
In una superficie piana, ad esempio una strada, le possibilità del movimento sono un semplice camminare (avanti e indietro); in una struttura a volume, come l'atmosfera terrestre, si può anche volare (in su e giù), tale abilità più ampia di movimento è tipica degli uccelli, come pure dei pesci nel volume, mare.
Un pensiero a ipercubo ha la capacità di modificare l'orientamento non solo nello spazio, ma dello spazio medesimo (nella foto: la proiezione centrale di un ipercubo).
Quindi è un grado di libertà accresciuta, come se un airone volando contorcesse il cielo e lo ruotasse, modificandone la collocazione spaziale.
Ragionare sulla geometria della mente e delle sue proiezioni è importantissimo per apprendere a interagire con i personali modi di ragionare e di costruire il giudizio storico, svincolando così il pensiero dalla gabbie logiche dei luoghi comuni.
La costruzione di un pensiero a spazio complesso, nasce dalla 5a dimensione di lettura (A. Colamonico. Ordini Complessi. 2002), la finestra (A. Colamonico. Fatto tempo spazio. 1993), che dà il limite-contorno al campo di osservazione. Tale modo è il livello più evoluto, sin ora definito, di possibilità di sviluppo dello spazio-pensiero:
"Risulta evidente che tale quinta dimensione è una dimensione di lettura; è esterna all’osservato e riflette il modo di strutturare la realtà dell’osservatore:
per questo motivo, tale apertura dimensionale è passata inosservata, in quanto nei ragionamenti, l’osservatore focalizza la sua attenzione su uno strato della cipolla (spazio di eventi in relazione logica), non su tutta la cipolla.
La finestra storiografica come stratificazione di proiezioni, svolge la funzione di campo (Colamonico, 2002), all’interno del quale l’osservatore costruisce le relazioni fattuali tra i differenti temi. La finestra è dunque il terreno all’interno del quale si sviluppa il pensiero analogico-creativo (Colamonico, 2005), mentre lo strato della cipolla è il luogo del pensiero logico-riflessivo in quanto tutto quello che vi appartiene è già stato strutturato coerentemente. In questa visione, il pensiero analogico è l’emergenza di un nuovo ordine logico da una sovrapposizione di differenti ordini indipendenti. Tale emergenza diventerà a sua volta un nuovo ordine logico che si andrà ad aggiungere ai precedenti strati proiettivi."
(da Antonia Colamonico - Marcello Mastroleo. Verso una Geometria Multi-Proiettiva della Mente © Il Filo S.r.l. - Bari, 8 settembre 2010).
- di poter ragionare su più campi osservativi, insieme;
- di zoomare i gradi di finitezza dei campi, per una lettura più particolareggiata;
- di assumere la posizione a Occhio-Egli, per leggere le dinamiche relazionali in rapporto ai punti di vista e sistemi di aspettative dei soggetti storici che interagiscono in una dinamica fattuale.
Ragionare su più campi osservativi, in simultaneità, la nuova frontiera dell'Era digitale.
Esempio di lettura a più occhi di una dinamica fattuale
Le aree luce e ombra con i valori (+ o -) nelle scelte del Congresso di Vienna 1814-1815- Se cambia la simbologia, automaticamente cambia la Società.
Oggi si è di fronte ad una perdita di significato del valore del perché e del come delle stesse azioni, si pensi allo scollamento tra i vertici dei partiti politici e le basi di elettorato che non si ritrovano nelle scelte adottate; oppure ai vertici della Sanità mondiale e ai movimenti no-vax che diffidano dei vaccini anti-Covid.
Il ruolo della famiglia, della Scuola, della Società nell'Era Digitale
Nell'Era digitale il "patrimonio" più prezioso non è un bene materiale, ma uno incorporeo, sfuggente, difficile da definire:
il Tempo,
Si parla infatti di economia di tempo, in quanto i tempi di produzione dei beni si sono notevolmente accorciati, tanto da introdurre il nanosecondo come unità di riferimento per misurare la velocità con cui si muove, ad esempio, nella rete digitale l'informazione o un calcolo numerico eseguito da un PC.
Come direbbe Eric J. E. Hobsbawm, "il Mondo è diventato più piccolo e più grande insieme" (Le rivoluzioni borghesi 1789-1848. 1962):
Più piccolo perché si sono accorciati i tempi di percorrenza e più grande, effetto globalizzazione, poiché tutto è presente a tutti, azzerando di fatto le distanze geografiche; si pensi ad una videochiamata che colleghi due punti-utente che abitino in due continenti e che si guardino come nel salotto di casa.
La riduzione dei tempi ha prodotto la velocità vertiginosa dei Sistemi storico-sociali e come effetto di ricaduta (processo di feedback) la caducità repentina delle mode:
Oggi tutto passa velocemente; si è letteralmente immersi in uno stato di presente frenetico che porta a tagliare i ponti con il passato e con il futuro, spazi logici questi in cui si edificano le proiezioni degli eventi di risposta fattibili, cioè le anticipazioni di futuro.
Si direbbe quasi che la velocità abbia preso il sopravvento sullo stesso pensiero, spaesandolo come un terrestre che venga di colpo catapultato in un altro sistema stellare, molta cinematografia affronta simili trame.
Il risultato sarebbe la perdita di identità, direbbe L. Pirandello, la perdita dei confini-bordi dei significati storici che togliendo valore-senso, innescherebbe il crollo del paradigma tutto della Società, sinora conosciuta.
La perdita è in sintesi un confine di senso che è stato reciso, aprendosi ad uno scenario nuovo non ancora definito; volendo chiarire con un esempio semplice:
Il termine acqua è il nome di un prodotto naturale, con particolari caratteristiche, che lo circoscrive in uno spazio, distinguendolo ad esempio dal termine vino che, a sua volta, ha un bordo confine che lo separa da quello thè ...
I termini acquedotto, vinoteca o teiera sono derivati che schiudono altri spazi di rappresentazione logica, perché un acquedotto abbia senso, necessita dell'acqua di un fiume da incanalare e portare verso una città... se si perdesse l'informazione acqua, automaticamente si smarrirebbe il significato di acquedotto.
Un esempio storico di perdita di significato, sono le piramidi che furono lette come i granai egizi, prima degli scavi archeologici che federo scoprire, essere tombe.
La perdita d'informazione azzera lo spazio mentale intorno al nodo-eco storico.
In un Sistema storico che tende a dimenticare che funzione dovrà svolgere la famiglia, la scuola, la Società tutta?
Per poter rispondere al quesito occorre fare chiarezza sulle linee di tendenza, verso cui si stanno evolvendo le trame storiche e nel contempo sui soggetti-attori storici che inseguono, ognuno per suo conto, un fine di realizzazione, concreta.
Partendo dai soggetti, oggi si possono isolare almeno 3 soggetti-tipo, essendo superate, nell'Era della Globalizzazione, le vecchie categorie a classi sociali nazionali; infatti se prima si erano identificati degli Stati sociali interne agli Stati, come poli delle dinamiche, interne agli Stati, economico-relazionali:
a. Nobiltà, Clero, 3° Stato, 1798,
b. Aristocrazia, Borghesia, Proletariato, 1870,
c. Borghesia, Proletariato, 1970,
a partire dal nuovo millennio si possono isolare, con uno sguardo mondiale, tre gruppi-classi: 1. l'Élite globalista, 2. la Base amorfa, 3. Gli Uomini ombra.
(Foto da: Ordini complessi, p.33. 2002.)
un'Élite globalista - i grandi della finanza, dell'informazione e della produzione e distribuzione, su scala mondiale - circondata dai grandi manager con uno stuolo di esperti supertecnologici e di agenzie che studiano e organizzano, con l'ausilio di modelli matematici, le proiezioni delle dinamiche fattuali future.
Una cerchia questa molto ristretta, dalle altissime competenze e dal altissimo reddito, che ragiona quotidianamente sui tempi a lungo termine ed è in grado di anticipare e incanalare le tendenze storiche verso un domani, ai loro occhi, sempre più prossimo. In tale sfera nascono le letture dei grandi cambiamenti come la proposta di un Grande Reset (Great Reset) del World Economic Forum (WEF), maggio 2020, per ricostruire l'economia in modo sostenibile, dopo la pandemia del COVID-19; progetto questo che gli scettici leggono come la volontà dei poteri forti ad innescare un grande capovolgimento globale, dai contorni poco prevedibili e forse catastrofici.
Un esempio di come tale élite sia in grado anticipare il futuro è la risposta data da Bill Gates, nel 2015, in una conferenza del circuito Ted (gestito dall’organizzazione no profit The Sapling Foundation) alla domanda:
Lei vede minacce alla stabilità dell’Europa nei prossimi anni provenienti dall’interno o dall’immigrazione?
«Non vedo un rischio di conflitto che minacci l’Europa per i prossimi dieci anni. Se debbo pensare a che cosa potrebbe destabilizzare il mondo, penso semmai a qualche epidemia capace di uccidere anche dieci milioni di persone. Questa è la prospettiva più rischiosa che intravedo. Sia chiaro: in dieci anni saremo più preparati ad affrontare una simile emergenza. I governi e le organizzazioni non governative stanno lavorando per minimizzare il rischio. Non voglio spaventare la gente. Ma dobbiamo essere preparati ad affrontare un problema del genere. La guerra è il passato».
Profezia avveratasi nel 2020 con l'arrivo della pandemia da Covid-19. Da sottolineare nella risposta: "I governi e le organizzazioni non governative stanno lavorando per minimizzare il rischio"; cioè c'è gente che lavorava già dal 2015 su delle proiezioni di soluzioni di un'ipotetica pandemia, con un grande investimento di moneta, di energie, intelligenza; mentre il resto dell'umanità si barcamenava tra spazi di ordinaria fattibilità (i problemi di tutti i giorni:
la spesa, il condomino, le bollette, ...).
In tal senso è appropriato il termine élite globalista, come classe sociale e politica che si pone al disopra e al difuori degli Stati nazionali e che legge il Mercato-mondo come un unica grande piazza di compra/vendita di beni dai volumi astronomici, con un giro di affari inimmaginabile sino a 30 anni fa. I magnati ad esempio del digitale sono molto più ricchi di quanto lo fosse stato un Re Sole o un imperatore bizantino o uno stesso petroliere arabo; questi a confronto sono piccoli borghesucci (secondo le scale di lettura del 1970), quasi poveracci.
Una Base amorfa - piccoli imprenditori, professionisti, artigiani, impiegati, commessi, operai ... - disarticolata in sotto livelli di livelli per reddito e stile di vita, dall'occupazione a fisarmonica tra un tempo indeterminato e uno a termine medio-breve, se non giornaliero:
"... La legge Biagi l'aveva studiata per l'esame di diritto del lavoro. Sulla carta non faceva una piega, ma nei fatti si era rivelata il mantice ipnotico della fisarmonica del precariato. Ogni piega: uno stage, un progetto, un co.co.co. … d'angoscia che attanaglia e soffoca nel fallimento di sé. ..." (da A. Colamonico. Irene in Il grido. Folata di pensieri in forma scomposta. 2011.
In tale nuova realtà sociale sono stati riassorbiti sia la medio e bassa borghesia e sia tutto il proletariato, i quali oggi vivono in uno stato di eterna precarietà che fa misurare le coscienza, con maggiore e minore intensità percettiva, con una realtà economica sfuggente, chiamata Società liquida:
La Società liquida - definita da Zygmunt Bauman (Modernità liquida, 2011) come i contorni della Società Postmoderna - a guardar bene è la trovata dei grandi gruppi economico-finanziari per far interiorizzare alle masse il valore positivo dei tagli dei posti di lavoro, delle decolonizzazioni, del blocco dei salari, della rottura dei contratti aziendali nazionali (Statuto dei Lavoratori, legge 20 maggio 1970, n. 300). Gli stessi sindacalisti di tutte le associazioni hanno parlato, a partire dal 2000, di grande svolta che avrebbe potuto apportare una grande crescita economica, semplicemente uscendo dai confini di una Società a Nazioni. Ma una sì fatta ubriacatura è durata il tempo di una "bolla di sapone", perché le delocalizzazioni portano; i licenziamenti; le chiusure degli indotti produttivi di aziende satelliti che ruotavano intorno alle grandi imprese delocalizzate, ad esempio la FIAT; la concorrenza spietata delle nuove economie emergenti asiatiche; la morte di interi settori produttivi.
Svanito il sogno di grandezza, tale gruppo-classe, nel 2021i, ragiona ormai solo su tempi medio-brevi, in cui il futuro appare nebuloso, dai contorni non prevedibili e quindi non immaginabili. Il non poter immaginare riduce le funzioni proiettive e anticipative del pensiero, restringendo di fatto lo spazio ideativo in cui prende casa il fatto-azione:
La perdita crea povertà immaginativa, ideativa, attuativa, cioè ignoranza; cosa che giustifica, agli occhi dell'élite, la riduzione del costo del salario, facendo scivolare tutta la base verso in un regime semi-feudale.
La caratteristica che rese serve le coscienze del Sistema feudale fu l'ignoranza totale, in cui era precipitata la Società postromana; per i Romani il saper leggere, scrivere e far di conto era stato il principio-valore chiave delle politiche scolastiche pubbliche, con cui era riconosciuto a tutti gli uomini liberi il diritto allo studio, con l'accesso gratuito alle classi elementi. Il vuoto storico, in Italia, di tale valore, sino al ritorno del diritto, è di 1401 anni (476 d.C. - Crollo Impero romano d'Occidente/1877 d.C. - legge Coppino, Regno italico).
Quando le Società perdono il valore storico dei principi-valore, quali cardini-cerniere nella scelta di risposte, si ha l'implosione di tutto il paradigma di riferimento e con esso di tutto il sistema economico-politico-sociale-culturale (effetto farfalla).
I vuoti della Spugna storica
"Se si osserva con un occhio biostorico, a maglie allargate, l’evoluzione della storia, questa non segue un iter lineare-sequenziale, come un’unica dinamica che si implementa secondo un ritmo regolare, ma si auto-organizza a differenti velocità, come i cieli di Van Gogh, che presentano dei campi di forze, a quanti, con accelerazioni, decelerazioni, fughe in avanti, stalli, esplosioni, implosioni. I differenti ritmi rendono confuse e fortemente complesse le letture sulle dinamiche degli Stati che subiscono una duplice forma di perturbazioni: interna alla stessa area storica, si pensi ad esempio alle lotte intestine nei Comuni italiani nel tardo Medioevo; esterna dovuta alle pressioni delle altre aree circostanti con cui si è obbligati ad interagire, si pensi ai ruoli del Papato e dell’Impero.Per comprendere tale dinamismo a differenti velocità, necessita partire dallo studio sulla dinamica dei quanti di evento nello spazio-tempo. Ogni avvenimento quando prende forma in un punto x dello spazio, crea una pressione sui campi vitali, deformandoli con un serie di effetti di ricaduta di eventi nuovi che si propagano a loro volta a 360° su tutti i sotto-campi dell’insieme storia. Per cui ogni variazione in un punto x della megastruttura, come insegna l’effetto farfalla, produce nel tempo uno squilibrio in tutto il sistema dei sottoinsiemi.Ogni evento nel suo oggettivarsi, imprime una particolare curvatura alla linea evolutiva. La curva che prende spazio-direzione, costituisce la cresta storica, come il nuovo corso-indirizzo che prende la vita in quel punto-area storica. La dipartita della distorsione oltre a creare la nuova strada, crea nel punto dove si è attuato il mutamento un vuoto-assenza di ricaduta.
- Il vuoto è ciò che non ha più possibilità di sopravvivere.
3. La moltitudine di Uomini ombra, prodotto della Cultura dello scarto - definizione di Papa Francesco, 2013:
"Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più del semplicemente fenomeno dello sfruttamento e dell'oppressione, ma di qualcosa nuova: con l'esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l'appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati”, ma rifiuti, “avanzi." Da: Evangelii Gaudium – Franciscus, 24 novembre 2013.
Sono questi la stragrande massa di migranti delle grandi periferie geografiche, continentali e urbane, che vive con un reddito medio di qualche dollaro al giorno; senza un nome e senza un volto, come intrappolata in uno stato di solo presente (adesso, ora), che rende limitatissima la capacità proiettiva delle loro menti, intrappolate nella morsa della miseria totale:
"...Il sottile gioco di senso-direzione, isolato con lo sguardo eco-biostorico, ha una grande presa storica, poiché permette di tracciare le derive delle creste evolutive che mostrano un sistema a più versi (visione multi-direzionale); da un lato le società del consumo spasmodico e dall'altro quelle della povertà totale:
si calcola che l'1% della popolazione mondiale possieda il 43% della ricchezza mondiale, con una sperequazione vertiginosa tra chi vive in un lusso sfrenato, spregiudicato, anche
pacchiano, senza fondo e chi in uno stato di totale assenza di beni e di diritti che rende scavate le loro coscienze di uomini-ombra, uomini-nulla. ...
La liberazione dai monopoli delle monarchie assolute ha spinto la ricerca scientifica in un vortice di superamento continuo che da un lato ha innescato l'esplosione delle informazioni, su una una realtà sempre più particolareggiata alla luce della ragione; ma che, onde garantire il continuo flusso del progresso tecnologico, dall'altro ha creato un vortice di disuguaglianza economica, culturale, sociale con una discrasia nelle velocità-ricchezze delle economie, delle intelligenze, degli Stati:
Volendo sintetizzare è come se le Società fossero partite tutte con un unanime andamento storico e mentale (ad esempio a velocità 100) e poi gli andamenti si siano diversificati e moltiplicati a differenti velocità (40, 100, 200, 1000, 50.000...) con la frantumazione, a crescita esponenziale, dei modelli di vita e delle geografie mentali, con l'esplosione vertiginosa delle disuguaglianze e dei divari degli stili di vita.
Allo stile di vita è legato non solo la moda con le tipologie comportamentali, ma soprattutto gli atteggiamenti mentali e le modalità dell''attribuzione del peso-valore storico. ..." (da A. Colamonico. La discrasia delle Società, in Oltre la Complessità - Il paradigma Eco-Biostorico. Psicologie economico-sociali. 2014 - 2015).
Queste tre identità sociali stanno sviluppando modelli di vita e topologie mentali differenti, con una distanza siderale che li divide; distanza che rende quasi impraticabile, come nel Teatro dell'assurdo di Eugène Ionesco, ogni forma di comunicazione tra loro.
Gli uomini della Società Globale, in questo 2021,non sono stati mai così vicini e nel contempo così lontani.
Ogni topologia apre uno scenario differente di famiglia, di scuola, di Società che rende intricato lo studio di una strategie educativa, valida per tutti:
Se gli sguardi sono differenti, sono differenti anche i contorni e le profondità dei luoghi di lettura.
Un bimbo brasiliano, ad esempio, che viva in una baraccopoli a contatto costante con il degrado e i rifiuti, svilupperà una capacità proiettiva di sguardo-mente molto condizionata dalla pochezza che lo circonda; per cui le sue aspirazioni, i suoi sogni, il suo impegno, le stesse aspettative di vita, saranno indirizzati alla semplice sopravvivenza, nell'arco della giornata. Difficilmente gli arriveranno gli echi di altri modi di vivere che gli permetteranno di "sollevare il capo" verso un orizzonte più ampio.
In tanta povertà i rapporti familiari si dissolvono, infatti nelle baraccopoli i bambini sono lasciati a se stessi, sono dei senza casa, senza punti solidi di riferimento adulto e sviluppano una mentalità a branco, intorno alla figura di un "bullo" coetaneo.
Si potrebbe parlare, in una simile realtà, di una vera forma di regressione ad un livello di umanità di tipo preistorico, pre-agricolo, quando il villaggio era un semplice agglomerato di individui, non ancora organizzati in una Civitas.
Un ragazzo giapponese, invece, che viva in una realtà tecnologicamente avanzata saprà giocare in una realtà virtuale che lo farà misurare con dei mondi possibili che se pure virtuali, affineranno le sue capacità logiche, diversificando i suoi sguardi. Imparerà a graduare gli effetti di azione, misurandosi con più scale di riferimento. Sarà circondato certamente da una famiglia attenta e protettiva che saprà indirizzarlo verso un grado crescente di realizzazione del Sé. Non conoscerà la povertà, la fame:
Un esercizio per far comprendere ai ragazzi il valore della povertà è nel far contare il numero dei pasti consumati in un giorno. Nella norma del Mondo Occidentale si va dai 3 ai 5 pasti, anche tra quelli che si definiscono poveri. Nei Paesi del 4° mondo o nelle baraccopoli metropolitane, i 3 o 5 pasti saranno a settimana, se si è fortunati. Molto spesso si definisce povertà l'impossibilità a soddisfare le aspirazioni di altri stili di vita, propagandati dalle pubblicità, dai "talk show".
Ritornando al quesito iniziale, per concludere, il nodo-chiave per una soluzione è:
Che tipo di Società si vuole fare emergere dal crollo del paradigma moderno?
La risposta potrà nascere solo da un'immersione nelle nicchie più profonde, della Coscienza-memoria privata e collettiva, per ritornare alle radici stesse dello stare insieme nella storia e con profonda onestà definire i nuovi contorni spazio-temporali, economico-sociali, politico-culturali entro cui proiettare le soluzioni possibili.
Acquaviva delle Fonti, 22 settembre 2021
Indice Saggio-quaderno n.° 11: La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura
Preambolo Introduzione L'Osservatore lente-bussola cognitiva Il valore storico della presa di realtà Il volo I planisferi delle proiezioni storiografiche La verità vincolata in una carta di lettura Gli orizzonti a pluri/verso Le topologie degli sguardi-realtà
Le Stagioni delle Parole racchiudono la dialogica mente/cuore di Spazioliberina: metafora poetica del Nuovo Paradigma Biostorico.
La dinamica Storica è un uno/tutto che si attualizza in ogni tempo 0 di presente, come una costruzione di Spazio/Tempo che tende all'Infinito. Saper agire a tempo 0 - unica dimensione di Realtà - richiede una mente che sappia fare dell'apertura logica, la sua risorsa vitale. Essere disponibili alla Conoscenza implica l'imparare a vivere, sapendo discernere, azione per azione, i gradi di vita/morte da imprime nella Spugna Storica.