La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura

2 - Introduzione

Carta a uno/tutto dei Campi biostorici

Tutto è Storia - Tutto è Vita

La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura

Quaderno n° 11 di Biostoria - Scienza e Metodo dello Sguardo multi-proiettivo

Introduzione

Antonia Colamonico (Aspetto epistemico-metodologico)

Marcello Mastroleo (Aspetto matematico-modellistico)

- Tutti i diritti sono riservati - © 2017 - 2021

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Il frattale poetico

A. Colamonico 1994, da Le filastrocche di Spazioliberina, in Biostoria (1998)."...e ad un tratto ebbi la consapevolezza di uno sdoppiamento di pensiero. Percepivo due ricordi di esperienze vissute, conservando la consapevolezza del presente, era come se tre presenze indipendenti di me si stessero incontrando in quel secondo di realtà. (...) Avevo avuto una percezione a tre dimensioni di spazi, di tempi e di emozioni. Erano tre quanti informativi di realtà passata e presente che si stavano intessendo. Per fissare sulla carta l'accaduto, mi improvvisai poeta, però era necessario trovare un modo per rendere la simultaneità dei tre ordini di pensieri e provai a scrivere una composizione di parole e immagini, in quanto non mi bastava un codice lineare... " Da A Colamonico. Biostoria, premessa. Il Filo, Bari 1998.

Gli Occhiali di lettura della Complessità


Il primo passo per poter imparare a visualizzare la facoltà frattale della Mente-Pensiero è quello di recuperare la naturalezza del processo mentale-osservativo del cervello che svolge la funzione di collettore comunicativo tra l'Io- sé e l'altro/habitat, per elaborare la Realtà e appropriarsene in un paesaggio mentale, spendibile nella vita:

Nella dialogica vitale ogni evento-fatto è una risposta ad una perturbazione del campo storico, che tende a riequilibrare lo stato di benessere. In tale tensione all'ordine, come il processo fisico-mentale dell'essere teso, inclinato, curvato al bene di fatto, gli antichi lessero la presenza nella vita di un Bene Supremo che, pur non visto, esercitasse una forza d'attrazione su tutta la creazione (lettura escatologica della storia) verso un fine di Bellezza Assoluta.

I moderni, prendendo le distanze da una simile gnoseologia ad impronta teocratica, letta come una gabbia concettuale in grado di produrre l'autoritarismo, spezzarono la relazione di dipendenza tra il Campo del non visibile, non immaginabile, non apostrofatile, posto come un oltre la Creazione, e il Campo del visibile, sperimentabile, definibile (rivalità teologia e scienza).

Essi rivendicarono l'autonomia della ricerca scientifica per assicurare ad ogni studioso la libertà nel poter procedere nell'osservazione e teorizzazione dei fenomeni, senza rischiare di cadere nelle maglie dei tribunali d'inquisizione. Voluti questi dalla gerarchia ecclesiale cattolica che stava vivendo una grave crisi per le spinte revisioniste dei predicatori protestanti.

Gli inquisitori, in nome dell'assolutizza delle antiche carte di lettura, veri macigni storiografici, erano allertati a bollare d'eresia ogni nuova scoperta nel timore che potesse spaginare l'ordine costituito, sia politico e sia religioso. Ordine letto come ancora di salvaguardia dell'immobilismo economico-sociale, in una Creazione tutta compiutasi, a cui si era tutti obbligati ad adeguarsi e sottostare.

La loro cecità fu nel non aver voluto comprendere come i nuovi sguardi fossero nati dai migliorati strumenti d'osservazione e dall'apertura degli orizzonti geografici che minarono le antiche certezze di una Terra piatta e di un Mondo creato in soli sette giorni:

  • La sacralità dei testi biblici non poteva essere ingabbiata nelle geografie delle narrazioni, legate queste alle mode e simbologie epocali degli stessi scrittori, ma, se mai, al valore della profondità del significato a multi-verso e multi-occhio di un'Umanità in cammino.

A partire dal 1700 gli studiosi moderni preferirono all'idea di Creazione quella d'Evoluzione naturale, sostituendo al Dio-parola che genera la vita con la relazione Creatore-creature-creazione, l'idea di un Caos di energia-materia, da cui spontaneamente fosse emersa, quasi per caso, la vita come un unico processo moltiplicativo in grado di auto-riprodursi, evolvendosi in una serie di dinamiche in dinamiche, sempre più intricate e auto-selettive.

I due termini furono, poi, usati come carte d'identità per riconoscere le due posizioni di lettura, senza spreco d'energia nell'ascoltarsi vicendevolmente e nel dialogare, ricercando punti di correlazione tra le due inquadrature di realtà. Essi isolandosi, di fatto, si rinchiusero in un Confine-gabbia di pregiudizio che rendeva, entrambi, prigionieri delle rispettive carte di realtà.

Ma, nonostante i contrasti, sia i primi che i secondi seppero elaborare dei vestiti storiografici di grande bellezza, si pensi alle opere di Sant'Agostino o di T. D'Aquino, oppure a quelle di G. Galilei o I. Newton o semplicemente alla Scienza Nuova di G. Vico con la tesi dei corsi e ricorsi del processo storico.

Tutti abiti narrativi di grande coerenza espositiva, tanto che ancora oggi hanno una tenuta storica ben salda, infatti dopo secoli si continua a disquisire su tali opere e soprattutto, ancora, intorno alla fede e alla ragione. Questo semplicemente perché essi seppero mirabilmente isolare i due campi-universo (invisibile-vuoto e visibile-pieno), in cui si attualizza, dipana e intesse come gioco di forme, la vita tutta a angolo sferico:

Topologia del Pensiero Complesso

Il pregiudizio non fa aprire la mente dell'osservatore storico alle osservazioni e riflessioni dell'altro che gli porge, con la sua singolarità, i quanti-luce delle sue comprensioni, intorno alla dinamica del vivere:
  • Ogni chiusura è un abbracciare la povertà che, se perseverata nel tempo, si fa miseria individuale, nazionale, epocale. Si spiegano così le implosioni di civiltà, i periodi bui, le cacce alle streghe...
La Conoscenza, letta nella sua interezza (campo universo) è una struttura frattale, che si dilata in mille e mille sfaccettature cum-prensive.
DA A. Colamonico. La Spugna eco-biostorica: L'ambiguità di Abramo.
  • il vuoto e il pieno sono i due poli di attrazione (- e +) che fungono da contenuto/contenitore di tutto il processo d'emergenza che da un quasi nulla, il quanto storico, permette l'organizzazione a multi-strato e multi forma della Vita che, nel suo divenire, assume e perde spazio-tempo, per poi riemergere... come il gioco di un delfino che inseguendo la nave, si inabissa e riemerge, rivelandosi agli sguardi incantati dei naviganti.

Una simile lettura che smorzi i contrasti e mostri le affinità, è bene chiarire, richiede un luogo esterno alle dinamiche, una postazione di occhio-mente a punto infinito (spazio utopico a occhio di Cristo), con un'apertura di sguardo-finestra allagata a tutta quanta la dinamica del vuoto/pieno di Vita.

Solo in tale salto di prospettiva di spazio a uno/Tutto, le letture perdono, ognuna, il carattere d'assolutezza e assumono un valore relativo in quanto legate (cucite) alle angolazioni di lettura, agli strumenti d'osservazione, alle geografie mentali di chi le ha elaborate e ai modelli paradigmatiche delle epoche in cui si sono affermate.

Ogni lettura è un vincolo, un abbraccio, tra uno sguardo-mente uomo concreto, di carne e ossa, e la sua nicchia storica, in cui egli è immerso. Osservando, apostrofando, circoscrivendo, confrontando, sovrapponendo egli stesso ne ricava dei quanti di luce, dei guizzi informativi che formano la sua conquista di chiarezza storica.

Con un simile sguardo-lente a campo uno-utto, le letture assumono la forma a gemma, di unico sistema dalle mille e mille sfaccettature, con gradi di (+ o -) coerenza-incoerenza immaginativa, osservativa e dimostrativa che trasformano ogni singola lettura in un'approdo di lucentezza pro-tesa a chi saprà e vorrà coglierla, ma che ciò nonostante, cela in sé un appiglio d'incompletezza che si presta ad essere isolato e chiarito in un'ulteriore scrittura di un processo di conoscenza che insegue (in, dentro, segue = segue dentro) l'umanità, letta come un unico organismo vitale, disteso nello spazio del tempo.

Gli antichi e i moderni sono, ciascuno a modo loro, figli della loro epoca, non da giudicare, ma da accogliere, come due profili di umanità, due volti coerenti con le loro prese di realtà, anche se dai connotati differenti, ma di un'unica umanità in cammino (evoluzione), aperta al cambiamento, di una Creazione diveniente (in continuo divenire) che si edifica nello spazio-tempo-fatto, a tutto vita-bios, a tutto storia.

L'occhio de-coordinato

La libellula come la mosca ha un occhio molto interessante da studiare, per comprendere come si possa attuare una lettura de-coordinata del campo visivo; infatti è un occhio a più occhi in grado di scomporre in tanti sotto campo-finestre l'immagine, in tale frantumazione, rende più celere la sua azione.
" ... La dinamica storica può essere definita un processo di emancipazione continua che produce spazi-tempi-fatti [Fatto-Tempo-Spazio unita del quanto storico] sempre nuovi. L'emanciparsi è un'azione di isolamento da un tutto, ad esempio la stella si pone come diversità nei rapporti della sua galassia, nell'attimo in cui si emancipa da essa e assume una vita propria, pur restando in rapporto di dipendenza col tutto che diviene.Il processo di porsi, isolarsi, è l'atto di nascita che segna l'inizio di una differenziazione che lascerà un eco storico, in quanto ogni evento è, anche, segno del suo passaggio. E in tale impronta che rimane si può parlare di permanenza del divenire storico.In una visione biostorica di universo che pulsa, e vive è interessante cercare di immaginare come l'uomo, pur essendo in relazione con il tutto, possa differenziarsi in un io che si afferma come identità: io sono. Questa è la constatazione che permette di essere consapevoli del porsi, pur nel limite della propria esistenza, come un altro nel tutto.Il porsi è un atto di appropriazione di spazio-tempo-fatto che si struttura su più piani: quello fisico-biologico, quello mentale-sociale. L'insieme bio-fisico-mentale-sociale costituisce l'assunzione del proprio status o topos storico: io sono, occupo uno spazio-tempo che mi appartiene e mi costituisce, svolgo un ruolo-funzione che mi distingue e mi fa essere una realtà storica che diviene.L'appropriazione della propria storicità permette di riconoscersi e di differenziarsi dal fuori luogo o oltre il luogo, inteso come le alterità bio-fisico-mentale-sociali che si pongono a margine dell'io. In tale processo di riconoscimento, il soggetto lettore-attore-abitante si apprende come un oltre ed impara ad evolversi, acquistando informazioni-conoscenza. La conoscenza è la consapevolezza della propria emancipazione-libertà: Io sono un libero che sta con un tutto (conoscenza).Il processo di conoscenza è intrinseco alla vita: io vivo in quanto apprendo ad essere luogo. L'apprendimento è lo stesso processo vitale che permette le realtà biostoriche, certo l'idea di un fiore che apprenda ad essere fiore o di una roccia, roccia, potrebbe far sorridere gli scettici che si definiscono razionalisti; ma se si legge in chiave sintropica il processo vitale, quale movimento organizzato in cui le diversità imparino a coabitare, si può comprendere come anche il fiore impari ad interagire, come fiore, con l'aria, con il vento o una roccia; come una roccia con l'acqua, il terriccio, il seme. Proprio da tali eco-interazioni nascono gli ordini complessi.La capacità di intervenire sul processo di assunzione del luogo da parte del soggetto lettore, dunque, è un apprendere a vivere, inteso come un imparare a misurarsi con i vincoli bio-fisico-mentale-sociali dei non io. Volendo usare una metafora, l'atto di assunzione del proprio topos è uno spogliarsi degli a-topos, come un io che emerga dai fuori io; in tale atto d'emancipazione egli costruisce la sua libertà di visione-scelta-azione. In questa capacità a distinguersi con un gioco di dentro/fuori e fuori/dentro, di ombra/luce e di luce/ombra, la coscienza impara ad edificarsi e relazionarsi. Essendo un atto personale, intimo, privato le possibilità di ampiezze degli spazi io-habitat saranno in stretto rapporto con la capacità elaborativa della coscienza [privata e cosmica quale sistema uno/tutto informato].La costruzione dell'io-habitat [individuo-nicchia], come azione d'emancipazione del primo dal secondo, può portare a tracciare più visualizzazioni che sono le carte topologiche della Realtà e saranno queste le mappe che permetteranno all'io di muoversi ed intervenire sullo spazio nel tempo.Le carte di realtà potranno essere pressoché infinite e ognuna, oltre a prestarsi a degli studi differenti di intervento sulla Realtà, darà corpo a delle differenti visioni dello stesso oggetto reale, isolato ne consegue che se le mappe sono pressoché infinite, ugualmente infinite potranno essere le visioni codificate del reale.Tenendo conto che solo la visione è quella che realmente conosciamo, ne scaturisce che le diversità storiche sono solo i modi di lettura relativi ad un medesimo oggetto che di fatto resta oltre l'azione di isolamento. Ogni modo si esprimerà con un suo linguaggio e ogni linguaggio con una sua simbologia di significato. ..." Da A. Colamonico. Ordini Complessi. Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il filo, Bari 2002, pag. 72.

Esempio di uno sguardo-produzione a occhio multiplo

Tomba di San Domenico, particolare (Michelangelo) Bologna.Osservando la statua del giovanissimo Michelangelo si può leggere il bellissimo gioco di proiezione immaginativa dell'artista impresso nella massa marmorea. Egli poco più che ventenne seppe con grande maestria incidere la pietra donandole una grande espressività simbolica di angelo posto a guardia del sepolcro del santo. Il Buonarroti è un esempio concreto di pensiero complesso avvezzo ad aprirsi a spaccati simultanei di visioni-prese multiple di realtà, (eleganza del gioco dell'abito, postura attenta, proiezione di luce incisa dalla forma data al masso...). Rappresenta con la sua ricchissima produzione artistica gli spazi immaginativi e attuativi che il singolo pensiero potrebbe raggiungere nella sua forma completa di sviluppo. Ogni pensiero come un granello-seme potrà assumere, se ben motivato, una forma a chioma di grande significato e spessore storico. Antonia Colamonico

Ogni rappresentazione di realtà è un quadro-visione che assume fisicità partendo da una molteplicità di bisogni primari e secondari che spingono l'osservatore a isolare sempre nuove possibilità d'intervento nell'ambiente.

Ogni azione parte da un bisogno quale radice-nodo di un verso-indirizzo osservativo che schiude nella mente le creste degli scenari di realtà a passato e a futuro:

  • Il passato e il futuro sono spazi mentali, luoghi immaginativi che si intersecano con le prese di realtà a tempo 0 di ogni presente.

  • La vita è tutta a tempo presente, quale ora, adesso cosmico.

  • Solo nella coscienza-memoria quell'ora si proietta nei passati prossimi, remoti... e nei futuri, i tempi dei non più e non ancora, acquistando così spessore storico. La coscienza partendo da un tempo 0, dà profondità alla vita che si dirama e inspessisce a spugna. Un uomo senza memoria non ha consapevolezza evolutiva del suo sé nel mondo.

Ed è proprio il bisogno di restare radicato nella storia che rende la mente-sguardo vigile, accorto, intuitivo, elaborativo nell'osservare, nel captare un segno-eco che poi, con un un processo cinetico, fa scorrere negli spazi-tempi, come in una visione filmica, per isolare una possibilità d'evoluzione futura (funzione anticipativa della mente) che una volta codificata, possa concretizzarsi in un'azione, fatto concreto:

  • L'uomo cacciatore aveva, ad esempio, affinato lo sguardo per isolare nella foresta la possibile preda ed erano i bisogni della fame e della sopravvivenza, sua e della prole, che lo spingevano a intravedere le possibili forme di cibo; ad immaginare delle tecnologie e delle soluzioni come la scheggiatura delle pietre e ad operare concretamente sul territorio con la costruzione di trappole.

Le capacità cognitive sviluppate dai cacciatori, nella foresta, furono mappature importantissime per l'evoluzione di tutta la specie umana, anche se gli approdi di realtà a cui giunsero, se letti oggi, potrebbero sembrare di poco valore paragonati ai sistemi cognitivi e attutativi della Società digitale, esperta di navigazione in Internet (la foresta della Società microelettronica).

Ma ogni epoca va letta con i suoi occhiali-sguardi, per evitare gli spaesamenti cognitivi con le incomprensioni e gli errori di lettura sulle diversità delle topografie mentali:

Esempi di simbologie

Ferrara, Palazzo Schifanoia, Salone dei Mesi.
Loreto, Santuario della Santa Casa. Sagrestia di San Marco.
  • La definizione di selvaggio, ad esempio, fu elaborata dai colonizzatori europei che lessero le popolazioni indigene delle Americhe come degli incivili (chiusura logica), mentre di fatto essi erano semplicemente una civiltà differente con bisogni e risposte differenti (apertura logica), in una natura-habitat difforme che aveva richiesto altre topologie di risposte ed altri sguardi.

Ritornando all'esempio dell'uomo cacciatore, la sua grande consapevolezza nel muoversi nello spazio-foresta, diventerebbe grande ignoranza in quello digitale e, viceversa, il più esperto di Rete, sarebbe un bimbo a contatto con una natura impervia e selvatica.

Sono le geografie mentali a creare le incomprensioni, quando le risposte storiche sono lette a occhio-sguardo uni-direzionale. Sia il primo esempio di abitante e sia il secondo ha elaborato delle grandi capacità logico-proiettive coerenti. Capacità che per essere lette, non vanno svincolate dai contesti abitativi e storici in cui sono nate.

I giudizi da primo della classe nascono da letture egocentriche a uni-linea di un osservatore non avvezzo a ribaltare con un salto logico-osservativo il verso di lettura:

  • Sia la foresta naturale e sia quella virtuale sono entrambe delle realtà storico-cognitive interconnesse alle coscienze dei corrispettivi osservatori-abitanti, ed entrano come co-agenti nella costruzione dei fatti e delle mappe mentali, quali nicchie storiche.

Ogni uomo, infatti, muovendosi in un contorno-habitat particolare (nicchia), è abitante di quello spazio-contorno che si pone a perimetro e a frontiera della sua immaginazione-azione, circoscritta in una dato e noto significato che lo schiude come un fiore, ad una gamma di possibilità fattuali/fattibili entro cui scegliere la risposta ottimale da imprimere come impronta del suo passaggio nella vita.

Nella relazione nicchia storica e nicchia pensiero, sia il mondo fisico che quello mentale si evolvono come un singolo sistema a due facce (dentro/fuori) eco-inter-agenti, in cui la coscienza osservante funge da segna-vento tra gli spazi a Io-Sé e quelli a Altro-Habitat:

  • Superare le dicotomie tra realtà fisica e mentale, tra spazio uomo e spazio habitat, tra le civiltà e le psicologie, tra scienza e arte... è il primo passo per entrare in una mappatura a sistema unico a uno/tutto.

La dipendenza carte-visione

Ogni lettura è vincolata alla carta-modello con cui si rappresenta la realtà.

L'azione dello scindere la realtà in campi osservativi ordinati a discipline (le scienze) è stata una trovata mnemotecnica, una tecnica di lettura, escogitata dal pensiero medesimo, per meglio memorizzare le rilevazioni ed essere così più preparato e veloce nel rispondere alla vita:

  • Le divisioni quindi sono luoghi cerebrali che, se assolutizzate, si trasformano in gabbie mentali e sono proprio queste a rendere le letture miopi, con la perdita del senso della concretezza e, con essa, della presa di realtà. Verità questa difficili da accettare per una mente a verso uni-direzionale.

Gli isolati storici forzature di lettura

In natura non esistono sistemi gli isolati, ma solo organizzazioni in organizzazioni sempre più complesse; strutture in strutture di strutture che si intersecano, attraversano e influenzano continuamente, modificandosi vicendevolmente. L'uomo per una sua miopia osservativa non ha la chiave d'accesso a tutte le sfere delle influenze vitali, ma solo a date grandezze-profondità-correlazioni dei campi fattuali che egli stesso con fatica ha imparato ad isolare in una finestra osservativa per saper chiamare, definire, relazionare... imprimendo così la personale impronta storica che segna sia il suo passaggio nella vita e sia il suo significato di quanto compreso.

Ogni azione nasce da un'esplorazione che isola il verso-orientativo che, una volta memorizzato, si presta ad essere replicato, deformato e ricollocato (visione cinetica) nel tempo-spazio come un punto sugli assi cartesiani delle ascisse e delle ordinate.

Sono proprio gli orientamenti di azione-punto che il pensiero-sguardo struttura in un sistema di coordinate, utile alla mappatura delle situazioni vitali in cui è immerso e in cui è tenuto a saper rispondere; ad esempio l'azione del bere, orienta lo sguardo-mano nell'avvistare il bicchiere e nel portarlo alla bocca e così agendo a calmare l'arsura.

Il cervello-mente è il collettore degli spazi-fatti nel tempo che con un processo di dilatazione negli stati della Coscienza-memoria, isola le creste evolutive a doppio indirizzo passato-futuro, superando il confine del presente (stato di realtà) e potersi proiettare nel non ancora e nel non più.

Spazi questi che sono elaborati dal pensiero partendo dai segni-echi informativi.

La capacità proiettiva del pensiero, con le dimensioni temporali e spiazzali, dilata le informazioni-echi come in un'esplosione nucleare che innesca gli effetti di ricaduta a catena, aiutando l'osservatore di quel singolare pensiero a saper leggere le fasi, le cronologie, le date, le posizioni, gli avanzamenti, i ritardi, gli stalli... delle tenute storiche delle medesime osservazioni e dei campi vitali:

  • Sono le misure sul valore storico delle carte-letture, nel tempo-spazio, ad attivare le riletture, con le tarature osservative che permettono una mappatura a grana sempre più fine della vita (gli sguardi sfumati che aprono alle letture dei nuovi isolati. (Plasticità dello sguardo-finestra/campo-parola-senso).

Solo con una mente-occhio inclinato e annodato nella dimensione spazio-temporale, la coscienza si dilata nel campo del vuoto di visione a passato-futuro che gli permette di aprire e tracciare gli scenari immaginativi dei mutamenti per la lettura degli stati di invecchiamento o, meglio, delle derive e quelli delle anticipazioni dei nuovi ordini (entropie/sintropie). Da tali letture nascono le neghentropie con le possibilità di correzione.

Nelle due foto in alto, ad esempio, si possono visualizzare vari tempi di crescita che segnano i gradi differenti di età nelle due produzioni naturali:

  • Il tempo è un indicatore di Spazio con cui il pensiero può estrapolare delle fasi di crescita e così muoversi nelle letture dei campi-finestre di realtà; miscelandole, accorpandole, dividendole...

  • Tutte quelle operazioni che permettono d'espandere il pensiero e allargare la memoria, protesa verso il tutto vitale.

Ritornando alle due foto si coglie come in un unica visione a tempo presente il pensiero colga il tutto informativo che solo dopo, con un'operazione ordinatrice, scomporrà selezionando il frutto maturo da quello acerbo nella pianta di pomodoro o il fiore di boccaleone dal seme, come pure quello di colore lilla da quello bianco.

Egli così facendo inizia a costruire le mappe-carte delle fasi di crescita e delle trasformazioni, per poi poter intervenire con sapienza nella raccolta o pulitura o semina...

In tali compiti elementari di piccole azioni, gli scenari immaginativi si intrecciano con quelli visivi a reali e rendono concreta la possibilità d'azione presente.

Ogni finestra osservativa è uno spaccato di vita circoscritto in un confine spazio-temporale (nicchia storica) che dà alla mente-occhio la possibilità di spiccare il volo immaginativo verso gli scenari di creste evolutive che costituiranno non solo gli spazi della realtà dei passati/futuri, ma dell'ampiezza e relativa grandezza del suo stesso immaginare e ideare gli stati di realtà future.

Egli, in ogni lettura crea un modello a unicum per sempre, essendo ogni presente un unicum di realtà, concreta. Perdere tale radice di concretezza innesca le generalizzazioni con le gabbie dei pregiudizi.

Esempio d'organizzazione di visione-azione
Carta biostorica (1998) della relazione campo-mente nella costruzione di un'azione. "... Tutto questo lavorio di costruzione ed elaborazione si traduce inevitabilmente, in un accumulo di informazioni trasferibili e sono queste alla base stessa delle azioni-produzioni, secondo un'interiorizzazione ciclica. Vi è un legame inscindibile tra la quantità-qualità di sapere e la quantità-qualità di azioni e la quantità-qualità di produzioni, essendo l'uomo un reale psichico-fisico-mentale che percepisce la realtà oggettiva, costruisce un'immagine soggettiva di essa, elabora una serie di bisogni, di connessioni, di interventi e agisce sul proprio habitat. Ad esempio se egli ha sete e vede un oggetto-bicchiere colmo d'acqua, la risposta al bisogno (prendere il bicchiere e bere) avviene tramite un'elaborazione mentale-visiva del bisogno, del ipotesi di risposta, dell'azione del bere. La schematizzazione dell'esempio sopra riportato può meglio far comprendere il rapporto di feedback tra: bisogno-percezione-elaborazione-rappresentazione-azione. Il cervello funge da coordinatore degli impulsi-azioni, tessendo un sistema di relazioni reticolare tra l'io e il mondo. Io-non sono parti diverse o sotto-campi di uno stesso campo tutto che contiene entrambi: sete-occhio-bocca (= io) + bicchiere-acqua (= non io).La risposta al bisogno di sete è così veloce da sembrare spontanea, questo perché c'è stato un apprendimento-adattamento precedente, nell'infanzia, e una volta sperimentata la positività della risposta, essa è depositata come abilità trasferibile e riadattabile ad ogni insorgenza di nuovo bisogno. ..." Da A. Colamonico. Biostoria. Verso la formulazione di una nuova scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo, Bari 1998, pp. 19, 20.

Ogni volo però richiede una verifica sulla veridicità dello stesso immaginato e in tale monitorare la tenuta storiografica, si attua il ritorno allo stato di presente con la nuova presa di realtà. Un volo svincolato dalle prese di presente è come una pianta di fico non innestata che produrrà sì frutti, ma immangiabili, come tante ideazioni dai contorni evanescenti come bolle sapone.

Ogni lettura non dà tutta la vasta rete delle influenze vitali, ad esempio dalle due foto-finestre non si legge il tasso di umidità dell'aria o lo stato di fertilità del terriccio o l'azione di un'ape nell'impollinare il fiore evolutosi a seme... Azioni queste che hanno inciso sui tempi di maturazione, accorciando o allungando le fasi evolutive. In tale limite si pone la relatività di ogni lettura che è circoscritta alla particolare situazione fotografata da quello sguardo, collocato e datato in uno Spazio-Tempo:

  • Antonia, terrazza di casa, 26 luglio 2017.

Nella costruzione delle carte d'osservazione l'occhio-mente dovrà imparare a lavorare intorno al contorno del limite che entra nella medesima carta-lettura che isola e non isola, legge e non legge, spiega e non spiega... parti del tutto:

  • La consapevolezza del limite rende radicati nella concretezza della vita.

  • Essere concreto, essere realista non è altro che essere ancorato alle prese storiche dei tempi 0 che si collocano a radice della realtà narrata e vestita dalla privata impronta del singolare osservatore.

Si può comprendere come l'essere vincolato non costituisce un impedimento nell'esercizio della libertà d'osservare, ma una presa di consapevolezza che rende virtuoso il vedere, poiché si ha memoria, consapevolezza nella lettura delle posizioni degli sguardi (= Osservazione potenziata a due versi: 1. Osservato - 2. Osservatore che sta osservando l'osservato).

Il peso storico delle piccole azioni

La capacità proiettiva della mente-pensiero è la funzione naturale del cervello che leggendo il campo vitale costruisce le possibili risposte storiche, imparando a dilazionare gli effetti di ricaduta d'azione nel Tempo-Spazio.

Dalla capacità immaginativa e anticipativa della mente nascono le fasi d'intervento (es. semina, raccolto, trasformazione... del pomodoro) sull'habitat.

Ogni intervento produce una molteplicità di effetti derivati (ogni fatto ha in sé una bivalenza a matrice-figlio) che rende frattale la struttura, forma, del tempo-spazio.

"Spalancare la porta-finestra al futuro, è il gioco stesso della vita!" Antonia Colamonico

Una composizione di osservazioni/azioni

Il colpo d'occhio

Piazza Duomo, Milano, vista dalla Terrazza del Duomo.

Il vincolo radice dell'etica cognitiva

"... È sul vincolo che si pone l’eticità della risposta e non sull'azione in sé; ma il vincolo è una dimensione nascosta, un dentro - la coscienza - e non un fuori - l’azione. In questo porre la frontiera all'azione egli rovescia il senso del giudizio storico:

    • Non è dai perbenismi che creano gli elenchi delle azioni buone e cattive che si possano leggere le qualità etiche, ma dalle scale dei significati che precedono le scelte stesse d’azione. Egli così facendo apre l’occhio lettore alla dimensione dell’ignoto, alla possibilità di non poter sapere fino in fondo la verità. Ma il non sapere non implica la rinuncia a ricercare il bene, ma semplicemente l’apertura duale, molteplice dell’occhio-mente che disegna il frattale della verità, in cui tutti possano trovare posto nell’infinito storico, secondo ciò che la vita ha dato, a ciascuno. Ricercate tutti il bene e il mondo nuovo nascerà, egli sostiene nel discorso della montagna.

Leggendo il modo d’organizzarsi dello sguardo-lente cognitivo del Cristo si può sostenere che solo una lettura della dinamiche d’evento a nodi-reti, permette di recuperare per ogni evento-nodo gli stati delle ragioni e delle emozioni, passati e futuri, che lo giustificano. Queste sono le letture eco-biostoriche a campo profondo e ad occhio infinito, che permettono di visualizzare la spugna storica, quale corpo uno/tutto dei pieni/vuoti di umanità.

Le giustificazioni d’evento non equivalgono alla perdita della responsabilità storica, ma al riconoscimento del perché e dei come delle dinamiche, per poter attuare le correzioni d’azione:


Acquaviva delle Fonti, 16 Settembre 2017

Antonia Colamonico

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La finestra storica nodo di partenza nella costruzione di uno sguardo complesso


"... La stratificazione della finestra storica è, ... una dimensione cognitiva propria dell’organizzazione analogica del cervello umano. Essendo la finestra storico-cognitiva per natura una stratificazione di dinamiche, si presta ad essere immaginata come tanti fogli trasparenti su ognuno dei quali l’osservatore ne disegna una, ovvero l’organizzazione cognitiva della storia, quindi della realtà, è la proiezione su un piano quadridimensionale (spazio-tempo), non di una porzione di superficie iper-sferica curvata nella quinta dimensione, ma bensì di un volume di tale iper-sfera. Ne consegue una visione cognitiva della realtà come proiezione stereografica di un insieme di iper-sfere penta-dimensionali osculanti, ovvero una specie di “iper-cipolla” che si presta ad essere sfogliata tema per tema.

Risulta evidente che tale quinta dimensione è una dimensione di lettura; è esterna all’osservato e riflette il modo di strutturare la realtà dell’osservatore: per questo motivo, tale apertura dimensionale è passata inosservata, in quanto nei ragionamenti, l’osservatore focalizza la sua attenzione su uno strato della cipolla (spazio di eventi in relazione logica), non su tutta la cipolla. La finestra storiografica come stratificazione di proiezioni, svolge la funzione di campo, all’interno del quale l’osservatore costruisce le relazioni fattuali tra i differenti temi. La finestra è dunque il terreno all’interno del quale si sviluppa il pensiero analogico-creativo, mentre lo strato della cipolla è il luogo del pensiero logico-riflessivo in quanto tutto quello che vi appartiene è già stato strutturato coerentemente. In questa visione, il pensiero analogico è l’emergenza di un nuovo ordine logico da una sovrapposizione di differenti ordini indipendenti. Tale emergenza diventerà a sua volta un nuovo ordine logico che si andrà ad aggiungere ai precedenti strati proiettivi. ..." Da A Colamonico, M Mastroleo. Verso una Geometria Multi-Proiettiva della Mente. Bari, © 2010.

La chiave di lettura

Verso una Geometria Multi-Proiettiva della Mente

Antonia Colamonico

Marcello Mastroleo

© Il Filo S.r.l. - Bari, 8 settembre 2010.

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