La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura

8. Gli orizzonti a pluri/verso

Gli uni-verso di lettura

La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura

Quaderno n° 11 di Biostoria - Scienza e Metodo dello Sguardo multi-proiettivo

Gli orizzonti a pluri/verso

Antonia Colamonico (Aspetto epistemico-metodologico)

Marcello Mastroleo (Aspetto matematico-modellistico)

- Tutti i diritti sono riservati - © 2017 - 2021

Gioco di elaborazioni al computer di forme multi-dimensionali, le proiezioni così complesse sono possibili solo con l'ausilio di modellini matematici; un esempio le forme frattali.
"La coscienza-pensiero svolge la funzione di coordinatore di spazi, come il luogo delle congiunzioni coordinative/disgiunzione/avversative... tra un mondo esterno e un mondo interiore, tra uno spazio intero e uno frantumato in sotto multipli di sé, tra due spazi equipollenti che si orientano verso una medesima direzione ... o divergenti o confluenti ...  (geometria del pensiero)." da A. Colamonico. Il metodo eco-biostorico per uno sguardo-lente a frattali informativi. 3. La Realtà di carta - a. Letture e RotteImparare le tecniche di navigazione per viaggiare nelle conoscenze © 2015.

Misurarsi con l'infinito

L’INFINITOSempre caro mi fu quest’ermo colle,e questa siepe, che da tanta partedell’ultimo orizzonte il guardo esclude.Ma sedendo e mirando, interminatispazi di là da quella, e sovrumanisilenzi, e profondissima quieteio nel pensier mi fingo; ove per pocoil cor non si spaura. E come il ventoodo stormir tra queste piante, io quelloinfinito silenzio a questa vocevo comparando: e mi sovvien l’eterno,e le morte stagioni, e la presentee viva, e il suon di lei. Così tra questaimmensità s’annega il pensier mio:e il naufragar m’è dolce in questo mare.Da: Canti. G. Leopardi, 1818.

L'idea d'Ininfinito prende luogo nella Coscienza umana, quando essa sa assumere la posizione utopica di lettura e impara a immaginare Spazi altri, Tempi altri, Mondi altri, Verità altre, etc. proiettandosi oltre lo spazio-tempo presente (t. 0) in cui è immersa. 

In tale posizione si crea una distanza tra il sé e la vita che scorre, nella lirica L'Infinito del Leopardi, ad esempio, è tracciata molto bene tale propensione che permette il volo cognitivo-emozionale in campi non ancora immaginati:

"... e il naufragar m’è dolce....".

L'apertura semantica degli spazi e dei tempi è resa dall'uso ripetuto della copula e.. .e... e... che dà la percezione della leggerezza del suo pensiero. Al poeta non interessa capire, egli si limita a contemplare:

"... Ma sedendo e mirando... Così tra questa immensità s’annega il pensier mio..."

La grandezza di un pensiero-mente si costruisce, partendo da uno fatto concreto (appiglio o presa informativa),  sulla capacità ad immaginare mondi e realtà altre che, dilatando la coscienza-memoria, moltiplicano in modo esponenziale le ideazioni, le emozioni, le consapevolezze, le verità, le domande e i piani delle risposte:

"l’uomo si differenzia da geranio, dal sasso e dal cane perché ha coscienza, cioè memoria del proprio essere che diviene. Uno studio che non faccia nascere la coscienza non è dell’uomo, ma del geranio, del sasso, del cane…” (da. A. Colamonico. Fatto temo spazio. Premesse per una didattica sistemica della storia. Oppi, Milano1993).

L'idea d'infinito può essere letta come una doppia possibilità logica in grado d'indirizzare lo sguardo-mente verso due campi di riflessione, nel senso di:

In tali due accezioni -1. oltre, 2. dentro - d'infinito si muovono ad esempio i testi sacri; (senso 1) per definire una delle qualità di Dio, Infinito Bene. Qualità che poi sembrerebbe essere delimitata dalla qualità di "Sommo Bene" (Dante), come la somma di tutte le varie sfumature di bene; in tale idea (senso 2) il bene-somma è il confine universo  che ricopre e avvolge come un guscio tutti i sotto-beni infiniti.

Il confine è il tetto-limite che segna la separazione tra il finito e l'infinito. Esso è una realtà bio-fisica; si pensi alla pelle per il corpo umano o alla buccia per la mela. Ma è soprattutto mentale, come il confine entro cui si attualizza la presa di realtà da parte dell'uomo. 

La Cassarmonica è un chiosco monumentale della musica (1930) di Acquaviva delle Fonti.  Nella foto: Concerto della Banda di Conversano, in Piazza Vittorio E. II, per la festa Patronale, 7 settembre 2021.

In questo secondo significato il confine-bordo scaturisce dalle modalità visive e immaginative dell'uomo:

La finestra storiografica 5a dimensione di lettura

Con il metodo Biostoria, epistemologia costruita intorno al valore cognitivo della finestra storiografica, la mente pensiero acquisisce grande abilità nel saper sgranare le letture, moltiplicando le visualizzazioni e relative ideazioni, sino alle gemmazioni continue di intuizioni che danno luogo ai campi e sotto-campi dei possibili approfondimenti. Il processo di gemmazione-intuizione è il volano nelle produzioni ideativo-emozionali del pensiero, da cui poi nascono le risposte-fatti storici. 
  • La finestra storiografica come stratificazione di proiezioni, svolge la funzione di campo (Colamonico, 2002), all’interno del quale l’osservatore costruisce le relazioni fattuali tra i differenti temi. La "finestra è dunque il terreno all’interno del quale si sviluppa il pensiero analogico-creativo (Colamonico, 2005), mentre lo strato della cipolla è il luogo del pensiero logico-riflessivo in quanto tutto quello che vi appartiene è già stato strutturato coerentemente. In questa visione, il pensiero analogico è l’emergenza di un nuovo ordine logico da una sovrapposizione di differenti ordini indipendenti. Tale emergenza diventerà a sua volta un nuovo ordine logico che si andrà ad aggiungere ai precedenti strati proiettivi. " da Antonia Colamonico - Marcello Mastroleo. Verso una Geometria Multi-Proiettiva della Mente © Il Filo S.r.l. - Bari, 8 settembre 2010. 

Precisando meglio:

Proprio il misurarsi con il finito apre, automaticamente, nella mente il campo dell'infinito; ad esempio nell'espressione "Ho finito di studiare" è racchiusa anche l'informazione che da tale fine si stiano per creare altre possibilità non definite, come realtà silenti, che richiedono solo una delimitazione (de = altro limite).

Anche Michelangelo si misurò in modo dialogico con il finito/non finito, dando vita a delle sculture incomplete, in cui sono abbozzate delle figure che appaiano come intrappolate nella pietra:

Nel vincolo o legame, finito/non finito, si cela tutta la ricchezza dei possibili ordini finiti:

che danno, a loro volta, ciascuno nel suo campo, il limite ai molteplici infiniti

Fu il matematico Georg Cantor, fondatore della teoria degli insiemi (1908), a dimostrare l’esistenza di un’infinità di infiniti, egli affermò: 

Michelangelo Buonarroti - Prigioni (1513-1515) o Schiavi. Galleria dell’Accademia, Firenze."Michelangelo aggredisce violentemente il blocco di marmo dal quale emergono faticosamente le possenti figure degli schiavi. L’immenso peso della materia dalla quale, in vano, tentano di liberarsi sembra così schiacciarli e intrappolarli. I loro corpi si contorcono e si divincolano energicamente, ma il movimento resta in qualche modo contenuto poiché sopraffatto da forze maggiori e incontrollabili che impediscono agli uomini di sprigionare la loro forza, o per meglio dire, la loro volontà di fuoriuscire dal blocco e prendere finalmente vita." Ilaria Ceragioli 

Il matematico David Hilbert, ideatore della metamatematica 1919, poi formalizzata nel 1931 da Kurt Gödel, disse di lui:

Molto bella l'analogia di Hilbert "transfinito = paradiso" per indicare come il grande maestro abbia di fatto, con la sua indagine, svincolato gli sguardi-coscienze, impantanati in una conoscenza stantia, dai luoghi comuni dei già detto e già dimostrato:

Il suo concetto di transfinito cambiò radicalmente il modo di guardare l’infinito:

Con Cantor da idea unica, assoluta, esso si è moltiplicato, tanto, da poter essere persino ordinato per grandezza. Il suo ragionamento sconvolse le certezze consolidate dei suoi contemporanei che lo ostacolarono, ma di fatto egli aveva isolato un nuovo campo-confine, verso cui far confluire le indagini future:

Le generazioni di quel periodo storico (1890-1930) si stavano confrontando con le crisi cicliche del sistema produttivo, immaginato come una crescita continua, irreversibile (mito della Società Perfetta guidata dalla scienza), grazie alle applicazioni delle leggi della meccanica al controllo dell'energia e allo sfruttamento e trattamento delle risorse (Sistema di fabbrica). Ma esse non avevano calcolato che il passaggio da un'economia di sussistenza (sistema agricolo) ad uno di mercato (sistema industriale), dapprima nazionale e poi internazionale, avrebbe inevitabilmente squilibrato i sistemi socio-economici e, di riflesso, le politiche degli Stati. Poi con il passaggio dalla logica di libero scambio (1840, Inghilterra) a quella di protezionismo (1876, Germania) si instaurò un clima di sospetto, di rivalità e di paura, passaggio questo che condusse tutti verso la Prima Guerra Mondiale (1914-1918):

Il punto  della situazione

Nel modellino sono rappresentate le eco-inter-dipendenze che caratterizzano la Società Industriale, la quale agendo su bisogno-prodotto-merce-bene ha innescato il take-off dell'economia da un lato e il cambiamento degli stili di vita dall'altro. 

Ogni ambito è vincolato all'intero sistema, per cui ad esempio la ricerca è funzionale all'ideazione e realizzazione di un prodotto e, queste, al mercato che a sua volta si misura con la distribuzione, i costi di produzione e i consumi; consumi che dipendono dai costi di distribuzione e dagli stati mentali; a loro volta questi ultimi condizionati dai mass-media che oltre a dare visibilità ai prodotti, creano le sempre nuove tendenze che aprono ai nuovi bisogni e alle nuove produzione...  

Tutto in un vortice crescente che tende all'infinito.

Tale gioco dinamico  di feedback positivo (+), nel modellino  non crea problemi (realtà di carta), ma nella realtà di "carne",  quella viva, di tutti i giorni, si; poiché tale accelerazione nel tempo crea, ad esempio, delle:

Essendo il tutto un'organizzazione sistemica, una crisi in un settore  produce, automaticamente, la crisi in un altro ambito che a sua volte incide su altri e altri ancora. Il risultato di tutto il processo è un andamento fortemente instabile, tanto da far parlare di "Sistema a Bolle".

La Società Digitale, così come la si sta immaginando e realizzando è la fase più  acuta e quindi più critica del processo, con il pericolo d'implosione dell'intero sistema. 

Occorrerebbero sguardi nuovi, modi muovi, fini nuovi, saperi nuovi; ma perché il nuovo possa nascere occorrerebbe ripensare, voce, per voce, al senso profondo di ogni ricerca o produzione o mercato o stati mentali ... Occorrerebbe, in sintesi, un'indagine metastorica che rinvigorisca il senso stesso della vita tutta e del ruolo-funzione dell'uomo nella storia. 

La storia economica mostra come in ogni epoca si siamo creati dualismi tra un'area economica chiave e una satellite, i territori circostanti, zona di influenza; la prima impone i suoi stili di vita ai secondi che subiscono le scelte. L'allargamento dei mercati in relazione all scoperte geografiche, nel tempo, ha mutato le aree di influenza mettendo in crisi gli equilibri tra aree e aree:
  • nella carta è tracciata l'evoluzione attraverso 4 macro-aree che hanno esercitato la funzione chiave, la mezzaluna fertile (nascita dell'agricoltura), il bacino del Mediterraneo, l'oceano Atlantico, l'oceano Pacifico. In ogni passaggio sono stati superati non solo i rapporti di forza-potere, ma i modelli e gli stili di vita che hanno decretato la morte di  una civiltà, ad esempio le grandi civiltà mesopotamiche. 
Oggi l'area economica chiave è collocata nei territori del Pacifico, grazie alla rivoluzione microelettronica con nuove civiltà emergenti come la Cina. Studiare il modello cinese è importantissimo per comprendere verso quale modello di Società, l'intero sistema globale, si stia evolvendo, per poter mettere a punto dei possibili correttori che ne vincolino la realizzazione, salvaguardando i valori conquistati da altre Società.

Dai sistemi a uni-verso a quelli a multi-verso

L'Era della globalizzazione, ipotizzata a metà degli anni '60 del vecchio secolo ( Villaggio Globale, Marshall McLuhan, 1964), fu salutata intorno agli anni '80 come la grande opportunità per costruire grazie alla rivoluzione microelettronica quel mondo più giusto e felice, vagheggiato dagli scienziati e dai filosofi dall'Umanesimo in poi. 

Ma i profeti della Globalizzazione non avevano fatto i conti con i limiti strutturali e organizzativi della nuova epoca che avrebbe finito, anche lei, con il creare aree opache di nuove ingiustizie, povertà, emarginazione:

Come avvenne per la rivoluzione industriale che vide 2 fasi, la prima, con il pullulare di micro-imprese di ex-artigiani che avevano fatto un salto di qualità e, poi, la seconda con la concentrazione di tutta le produzioni in grandi imprese egemoniche (le trust); così anche nella rivoluzione microelettronica si può parlare di due fasi:

Il monopolio esercitato della grandi imprese in quegli anni produsse una forma di svalutazione della figura d'eserto informatico, con la corrispettiva crisi occupazionale (fine anni '90), solo in parte riassorbita, con la dislocazione di punti-nodi di vendita, delle stesse compagnie.

A questi nuovi operatori informatici, non è oggi più chiesto di elaborare pacchetti di software (capacità creativa), ma solo d'illustrare come un piazzista al clientele, le offerte del mercato (capacità divulgativa), con una forma d'involuzione professionale, da ideatore a semplice fruitore di sistemi di informazioni. Sistemi organizzati e impacchettati nelle piccole oasi super-tecnologiche da super-esperti, super-pagati. 

Il fenomeno sta in parte ricreando quella struttura a isole dell'Alto Medioevo, quando nacquero le abazie, come centri, nicchie di grande cultura, in un entroterra imbarbaritosi e impoveritosi.

L'imbarbarimento delle coscienze è certo la forma più deleteria che si sta evidenziando nella Società Digitalizzata.

Veduta sulla città di Seattle culla della Microsoft

La globalizzazione avendo aperto una finestra ad apertura mondo, ha fatto emergere le differenze di velocità tra le culture, con i gradi differenti di ricchezza/povertà e poi con l'effetto televisione, tutti hanno preso coscienza delle differenti condizioni di vita tra le aree geografiche, sia interne e sia esterne ai Paesi.  Si è messo in moto, così, un processo di rilettura di tutto quanto il sistema storico, per isolare eventuali ingranaggi che possano far superare le strozzature nelle evoluzioni economiche, politiche, sociali; per accelerare i processi di cambiamento, spingendo tutti verso una forma d'omologazione dei modelli di Società. 

L'evento che segna la presa di coscienza della nuova realtà è la "Primavera araba" nel 2011; quando si iniziò a parlare di "democrazia planetaria" con cui si sarebbero superati i ritardi di alcune aree e poste le basi di una Società di diritto mondiale, in grado di liberare tutti dall'arrestratezza e dalla tirannia. 

Ma il fallimento della Primavera araba segna il crollo del sogno democratico. Le vecchie baronie alleandosi con le nuove posero un freno al cambiamento; tutta l'area mediorientale esplose in micro-rivoluzioni che a macchia di leopardo stravolsero la geografia politica dei luoghi, esaltando un modello di società quasi ancestrale.

Leggendo la dinamica storica come un unico processo si possono evidenziare delle costanti che di tempo, in tempo riaffiorano a calmare le spinte democratiche dei popoli; premesso che la democrazia è iscritta nel processo naturale della vita tutta, essa democrazia si scontra con le logiche di potere a "caino del mondo", quelle forme di chiusure mentali che danno luogo agli stati di privilegio con le gerarchie e le divisioni in caste degli uomini. 

Ogni epoca crea le sue sacche di giustizia/ingiustizia, ricchezza/povertà, civiltà/inciviltà, umanità/disumanità. L'errore che si compie è nel leggere le dinamiche con un occhio uni-direzionale che segue un percorso lineare, ad esempio di ricchezza che metta in ombra il contorno di povertà; o viceversa. Tali letture sono monche, poiché non sanno porre in relazione sistemica il campo-contorno con il fatto-evento (visione sdoppiata):

Una sì fatta lettura sradica gli eventi dai contesti e restringe lo spazio storico al solo tempo-ora, adesso; mentre ogni fatto svolge una duplice funzione, biostoricamente parlando, di madre-figlio dei fatti nuovi e dei fatti vecchi. Il vecchio e il nuovo si incontrano nel presente che proprio da essi prende profondità (la Spugna storica). Imparare a leggere la profondità moltiplica i campi di lettura e rende multi-direzionali gli sguardi. Insegnare a leggere una sì fatta realtà dovrebbe essere il compito primo della scuola, in una Società democratica. La democrazia è il valore storico che nasce da un abito mentale, non basta dichiararsi democratici per esserlo veramente nelle relazioni sociali e nelle scelte di risposta fattuali. Le tendenze alla tirannia o alla democrazia sono forme mentali che coabitano in ogni mente-pensiero che di volta, in volta sceglie il verso-modo del suo guardare.

Volendo provare a tracciare le differenze di sguardo, si potrebbe provare a posizionale il punto-topos di lettura, nei due modi:

 Nei testi sacri di tutte le religioni tale dualità di sguardo è narrata come una doppia logica - Dio/mammona. Lo sguardo che accoglie le diversità, le benedice; lo sguardo che le soppesa e valuta, le maledice.

Trasferendo nella realtà concreta le due modalità di posizione-lettura dell'osservatore si possono spiegare i perché di volta, in volta ci sia il prevalere o dell'una, tirannia, o dell'altra, democrazia:

Sui fatti si possono circoscrivere le tipologie di realtà storiche e non sui proclami da propagande elettorali; il paradosso nasce quando approfondendo lo studio delle realizzazioni fattuali, emerge che dei tiranni dichiarati siano più propensi ad aiutare i poveri (nel '700 fu coniato il termine di sovrano illuminato) di affermate democrazie, che tollerano delle forti disuguaglianze. Nel primo caso si può parlare di una tendenza alla democrazia, nel secondo di una tendenza alla tirannia. La tendenza segna il verso-indirizzo che si sta seguendo nell'evoluzione storica. Si comprende allora come nella realtà nulla sia scontato, netto, definitivo; ma tutto sfumato, soggetto a essere messo in discussione in un equilibrio fragile. Nella stessa fragilità risiede il valore della probabilità del cambiamento, della novità, del grado più alto di bene/male dire.

Il festival di Sanremo 2021 è stato non solo la vetrina della musica leggera italiana ma anche la finestra sul cambio di costume, in una Società Liquida.  Gli artisti con una ricerca attenta hanno mostrato al pubblico  come siamo mutati i canoni di bellezza, eleganza, sensualità, in un sistema economico-politico che vuole valicare i limiti dell'umanesimo.Nella foto: L. Bertè, A,. Lauro,  M. Gazzè, Fiorello.

La Società liquida

Il sociologo Zygmunt Bauman è stato il primo a sostiene che viviamo in una "Società Liquida" (Modernità liquida, 1999; Vita liquida, 2006).  

A differenza della Società Moderna basata su certezze solide, come cardini, che nessuno osava mettettere in discussione, i confini e i riferimenti sociali  della nuova realtà si accorpano e si dissolvono, velocemente. Si pensi, ad esempio, al ruolo d'ancoraggio collettivo dei partiti politici, dalla fine dell'800 a tutto il '900, con l'orgoglio dell'appartenenza, nel riconoscersi in una visione condivisa di realtà; mentre oggi si assiste ad una forma di spaesamento della coscienza politica per la nascita/morte di "liste civiche", funzionali alla semplice tornata elettorale che, subito dopo il voto, si dissolvono, dando:

Per Bauman con la "precarietà" istituzionalizzata tutto si trasforma in merce, incluso l’essere umano e i "poteri" si allontanano dal controllo delle persone, divenute semplici consumatori:

La perdita di vincoli, o meglio radici, crea nelle coscienze delle forme continue di insicurezze che tendono a minare oltre la salute mentale, la medesima identità soggettiva e nazionale, nonché religiosa, partitica, professionale, familiare... Tutti campi-radici, questi, in cui tornare ad ancorarsi nei momenti di scoramento, di insicurezza, di paura, o di semplice stress o di condivisione di una gioia per un traguardo raggiunto:

La globalizzazione, per Bauman, lede alla base la coesione sociale con la perdita di valore delle economie locali, esaltando la standardizzazione a scala mondiale delle mode dalle tendenze uniformate; in quanto ogni aspetto della vita può essere continuamente rimodellato artificialmente. Si pensi al ruolo degli spot pubblicitari che plasmano una realtà omologata in un finto benessere o agli influencer della rete che sponsorizzano un tenore di vita che in pochi possono permettersi, creando una Società funzionale al consumismo spasmodico

La Società contemporanea, dominata dall'incertezza, per Bauman nasce dall'aver trasformato i produttori in consumatori, con il mito della comodità

Una Società che viva solo per i consumi, trasforma in merce anche gli uomini:

La realtà che sta emergendo, in questo 2021, con l'accelerazione dovuta alla pandemia da Covid-19, è molto distante dall'idea che ebbero i sostenitori della  stessa globalizzazione degli anni '80, quando si parlava di liberalizzazione dalla schiavitù del lavoro, di dare spazio alla creatività e al sogno, di liberare le coscienze dalle strettoie dei conformismi. 

L'orario lavoro ad esempio invece di ridursi si è, con un effetto elastico, proteso verso un tempo prolungato di 12 e 14 ore, rispetto alle 8 ore dei 3 turni di fabbrica, finendo così con il togliere spazio al tempo dell'ozio,  spazio in cui la creatività e il sogno possano prendere dimensione di realtà:

Con un clic a casa il mondo.

La nuova Società è sempre più conformata in un modello unico di umanità, al di là delle latitudini geografiche  e delle differenze etniche, storiche:

La dimensione del gioco è il segreto per una mente multidimensionale. Antonia Colamonico.

La realtà in un racconto - Agnese

Erano atterrati in perfetto orario. Agnese in taxi, ripassava la scaletta del suo intervento. Era stata invitata ad una tavola rotonda sul mobbing, a Milano.Accettando, si era detta: - In una Società che ha fatto del “tempo-lavoro” l'unica dimensione umana, i rapporti aziendali si sono fortemente deteriorati. Si è in un “vicolo cieco relazionale”, in cui tutto e tutti sono divenuti vittime e carnefici delle logiche del profitto!Una volta in sala, Agnese aspettò in silenzio il suo momento. I relatori che l'avevano preceduta, avevano fatto dei discorsi più tecnici, affrontando il mobbing come fatto in sé, con i risvolti psicologici, produttivi e giuridici.Lei, invece, aveva isolato il filo di un'altra trama e si stava chiedendo come sarebbe stato accolto il suo punto di vista. Spostando lo sguardo dal “fatto in sé” al “contorno-campo”, voleva definire la nicchia storica da cui emerge la cresta degli eventi che fa da orlo al vuoto di spugna.Quando fu invitata a relazionare, creò una piccola pausa e osservò l'assemblea. Era un pubblico decisamente giovane, attento, curato ed esigente, come uno studente diligente, pronto col quaderno degli appunti e una raffica di perché.
Sorrise e iniziò: - In una società che ha fatto del “ben-essere” il volano della sua economia, non deve sorprendere che il “soggetto storico” sia divenuto la vittima di un consumismo sfrenato. - Si fermò un attimo e riosservò i volti che si erano fatti attenti. Riprese: - Prima il tempo del “dopo lavoro” era di gran lunga più ampio e ciò dava la possibilità d'assorbire, digerire e dimenticare gli inconvenienti e le incomprensioni. Oggi tale pausa di sedimentazione non c’è più, in quanto l'orario di lavoro, come un elastico, è stato teso, per poter stare al passo con le nuove tendenze delle mode: 
  • da una vita in cui il tempo è tutto organizzato, nascono gli stati di disagio e di conflittualità!
La fragilità emotiva del non poter allentare lo “stato di sforzo”, rende ansiosi e più attenti alle qualità delle comunicazioni interpersonali. Non si è più disposti a subire forme, anche piccole, di pressioni psicologiche che vadano ad incidere, come ricaduta, la sfera dell’autostima e del benessere familiare... Il suo dire via, via che prendeva forma, scomponeva le loro coscienze in tante piccole bolle di significato che decontestualizzate dalla logica industriale, assumevano un riflesso di vita propria. Smascherava, piano, piano la “dimensione consumistica”, quale bolla allargata, che aveva reso le parole: solidarietà, rispetto, stima, comprensione... silenzio, attesa... dei gusci vuoti di senso. Agnese stava, mostrando loro come, una volta smarriti gli echi dei significati, la coscienza perda profondità. Bloccata alla superficie dei discorsi, essa non è più in grado di leggere i sensi nascosti che danno le sfumature autentiche delle conversazioni, rendendo così l'occhio attento agli stati d'animo dell'altro.Avendo inglobato il senso “ora-lavoro” - riprese - in quello più allargato di “consumismo” si è, inevitabilmente, perso il significato di “ora contrattuale” come la chiave del patteggiamento aziendale. Oggi tutti sono disposti a sacrificare ore di sé per una maggiore “azione-consumo”. Si è i prigionieri delle stesse scoperte che chiedono tempi vita, su tempi vita... per essere al passo con una tecnologia disumanizzata. Il suo discorso si faceva sempre più articolato e scomponeva, come in un puzzle a rovescio, in tante piccole nicchie, le incongruenze dell'essere “schiavo del proprio sé consumistico”. Necessita - precisò - fermarsi un attimo. Ascoltare il “fischio della vita” e fare come il Belluca pirandelliano che stoppò l'ingranaggio di una “logica mobbizzante”, aprendo al tempo dell'ozio. Dare, una pausa di silenzio alla mente, rende più forti nell'incontro. L'altro, non sempre è attrezzato a cogliere le linee lievi del cuore di chi gli sta di fronte. Essere attenti all'occhio dell'altro, rende attenti alle personali comunicazioni che possono essere le vere trappole del mobbing. Fece una nuova pausa, mentre il pubblico iniziava a mostrare, nei movimenti del capo o delle mani, un certo stato di disagio. E Concluse: 
  • Uno dei fattori d’incomprensione è la linearità dell'occhio di lettura che nelle relazioni si muove con una struttura sequenziale di pensiero uni-direzionale: pensate ad una freccia e alla sua traiettoria!
Uno sguardo-mente focalizzato solo sul sé, non permette di leggersi, con una retroazione, con gli occhi dell'altro. È tempo di iniziare a muoversi col pensiero a occhio-multiplo, in cui i “quanti” informativi sono organizzati a più sistemi di ordini, a più sfaccettature di angolazioni, a più punti di vista. In tale ampiezza si riscoprono le ragioni di tutti e si impara ad essere più tolleranti.Aveva finito. Lo stato di disagio sfociò nell'applauso. In quell'attimo di presente, le loro coscienze si erano attraversate, come quei corpi stellari che danno forma viva al cielo, nella notte di San Lorenzo.  Da. A. Colamonico. Il grido Folata di pensieri in forma scomposta. © 2011
Lo sguardo di una bimba è la chiave di lettura per una nuova coscienza democratica.

Educare l'occhio-mente a leggere  l'uno-Tutto insieme

Il limite umano è nel non possedere la visione del Tutto vitale; come un sotto insieme l'uomo ha consapevolezza solo di porzioni limitate di storia che il suo stesso cervello isola, interpreta, giustifica e codifica. In tale limite funzionale consiste anche la sua ricchezza cognitiva ed emozionale che lo rende aperto alla novità, ogni qual volta il suo occhio sappia scorgere un'alea che metta in crisi le sue certezze. 

Il nuovo apre gli orizzonti immaginativi con un effetto moltiplicativo che porta a indagare in modo diversi, con sguardi molteplici, con consapevolezze differenti. In tale propensione alla novità si spiegano i superamenti di civiltà. 

Ogni salto epocale, infatti, ha significato un cambiamento radicale:

Se per il contadino, con il sistema a maggese, la produttività di un campo era calcolata in 2 anni, per cui le stesse aspettative di vita erano rapportate al tempo di raccolta e al tempo d'attesa (tempo morto) con un'economia familiare incentrata sul saper risparmiare nei consumi, per poter affrontare le incertezze, ad esempio, climatiche; per il capitalista industriale la produzione era vincolata al tempo macchina, più velocemente aumentavano i ritmi di produzione e più velocemente si moltiplicavano i guadagni. Se al contadino era richiesta una consapevolezza organizzativa alla realizzazione, all'operaio una semplice esecuzione del compito, non è un caso che si cominciò, con l'industrializzazione, a parlare di lavoro alienante. 

Oggi nella società liquida non si può parlare più di sistema a ore, ma a attimi, a frazioni di attimi (il nanosecondo è la nuova unità di misura).

La sfida in atto è nel saper ragionare in nanosecondi, tempo che è percepito dal cervello, ma non dalla coscienza. Il tempo di elaborazione del cervello-mente non equivale a quello del pensiero-coscienza, il primo risponde anche con un riflesso incondizionato (produzione di saliva alla vista di cibo), il secondo è relativo ad una molteplicità di situazioni che abbiano acquisito un significato-valore chiaro, preciso: 

Ogni rivoluzione è in sintesi il cambiamento del significato attribuito ad un fatto, ad un atteggiamento, ad una circostanza, ad una conoscenza, ... Ad esempio la differenza tra astrologia e astronomia è nata quando alla prima si è tolto il valore di scienza, riconosciuto in un secondo tempo solo alla seconda (1500).

Traduzione da A. Colamonico  Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.

Con l'epistemologia Biostoria si è cercato d'inquadrare, alla luce del cambiamento in atto, l'organizzazione cognitiva più idonea alla nuova epoca, ricorrendo alla poesia e precisamente alla metafora di Spazioliberina, anima bambina, che liberata da schemi prefissati, sappia assumere una plasticità di sguardo-mente-parola che la renda più aderente alla vita tutta:

Una tale "forma mentis" nasce da una grande consapevolezza di essere, come soggetto uomo, vincolato da dei limiti funzionali e situazionali che rendono ogni lettura relativa, in quanto circoscritta in una databile nicchia di realtà che non autorizzi a generalizzare le conoscenze acquisite. 

La generalizzazione, infatti, è un semplice "espediente mnemotecnico" per facilitare nel pensiero il ricordare, ma il ricordare per assumere valore concreto, va calato nella realtà oggettiva che essendo mutevole nello spazio-tempo, richiede continue rivisitazioni. Per essere più semplici, si tratta di sviluppare quella capacità all'ascolto che già fu definita nei testi sacri, come la qualità più importante per l'uomo che voglia rapportarsi con se stesso e il campo dell'infinito (uno/Tutto).

Essere aperti alla conoscenza significa aver sviluppato sia l'osservazione e sia il limite osservativo, legato ad ogni lettura effettuata. 

Essere un finito nell'infinito del tutto, rende attenti alla vita nel suo manifestarsi e, nel contempo, partecipi nel saper fermare l'attimo, per prolungare uno stato di benessere privato o sociale. 

L'abitante della Società fluida diventa cittadino, nel senso pieno della parola, quando sa come fermare il fluire delle offerte di un mercato fortemente invasivo, donandosi uno spazio e un tempo tutto suo, in cui poter riflettere sul significato dello stesso fluire.  Donarsi un tempo di silenzio, distaccandosi dai rumori delle mode, che riducono lo spazio vitale al solo stato di consumatore, per appropriarsi del valore profondo, si di consumatore, ma di co-costruttore di Storia. Solo in tale dimensione di profondità, il tempo assume pienezza vitale, essendo  ogni abitante un finito nell'infinito della vita tutta.

 Acquaviva delle Fonti, 8 novembre 2021

Antonia Colamonico

Ragionare in parallelo su differenti finestre storiografiche potenzia la capacità analogica delle mente e velocizza la produzione di lampi-guizzi informativi: " il pensiero induttivo si evolve passando dal particolare al generale e viceversa"  Jean Piaget

La moltiplicazione degli sguardi

Oltre la Complessità - Il paradigma Eco-Biostorico

Antonia Colamonico © 2014 - 2015

"... La finestra da semplice lente vuota, nell'epistemologia Biostoria, è stata assunta a coordinata cognitiva che permette le virate degli sguardi-campi di lettura e i salti di direzione e di significato nell'attribuzione del valore, per cui si è attuata una vera rivoluzione copernicana, passando da una lettura lineare-sequenziale, uni-direzionale (processi sommativi) di un continuum spazio-temporale, a una visione discreta a salti logici, multi-prospettici e multi-disciplinari che introducendo il vuoto di lettura, come parte integrante della lettura stessa, apre di fatto alle immaginazioni nuove e alla osservazioni altre con uno sguardo e un campo frattali ed esponenziali che si allargano su molteplici fuochi di osservazione, in simultanea, con relativo moltiplicarsi dei punti di vista e dei campi di lettura. 

Il nodo logico di riflessione, a partire dal lontano 1985, è stato: