Oltre la Complessità
Il paradigma Eco-Biostorico
Gli abiti della Realtà
Quaderno di Biostoria n° 9
Oltre la Complessità
Il paradigma Eco-Biostorico
Antonia Colamonico © 2014 - 2015
Gli abiti della Realtà
Indice quaderno: Oltre la Complessità: Il paradigma eco-biostorico
Premessa - Gli abiti della Realtà: 1 Sguardo a occhio-multiplo - 2. Ordini di lettura: a. Psicologie economico-sociali - b. Vincolo mappa-lettura - 3. Frattale Etico: a. Umanità-disumanità.
Il nodo di partenza
Topologia di sguardo a occhio multiplo
La relazione osservato-osservatore-osservazione in un sistema esplorativo a multi-profondità di spazio in un multi-verso di lettura.Catturando il reale in ogni “respiro” l'umanità ha dato la sua impronta alla vita, trasudandola in un complesso reticolo di informazioni che ha permesso la progettazione di quel fitto tessuto pluridimensionale che chiamiamo realtà narrata, nelle carte storiografiche, disciplinari. Ogni narrazione parte da un gap informativo che crea un vuoto di azione. Lo stesso B. de Finetti sottolinea come ogni scienza parta da un'azione: - Conoscere per fare, quindi, mai per descrivere o per fotografare l’esistente! Antonia Colamonico
Le carte di lettura semplici mnemotecniche
Accettare Biostoria come epistemologia, non è facile per chi crede di possedere la verità. Ammettere che le "carte di lettura" siano semplici strumenti cognitivi che rappresentano una "realtà di carta" e non di "fatto", presuppone l'accettazione del "limite", per cui ogni lettura (filosofica, storica, economica, scientifica... anche la più innovativa) è una narrazione-manipolazione della mente-cervello umano che riduce all'ampiezza-struttura della sua mente-pensiero la vita che resta un "oltre" il piano di lettura. Quando i pregiudizi di casta saranno caduti, allora biostoria sarà riconosciuta come la lente-sguardo di una società a occhio-mente multi-proiettivo. In tale salto logico, si acquisirà la consapevolezza che ogni cambiamento dei modelli storico-sociali-scientifici è un'evoluzione solo del pensiero-sguardo che dà l'abito alla vita, di volta in volta in ogni tempo 0 di presente. Antonia ColamonicoProve tecniche di Osservazione
Per trattare l'osservazione necessita porre il nodo di partenza come l'intelaiatura (foto) con cui inquadrare e ordinare i significati:
L'osservazione del campo-vitale non procede secondo una struttura a segmento-linea, ma come uno zigzagare, in un movimento apparentemente caotico (foto Osservazione).
La precisazione è funzionale alla medesima esplorazione, poiché nessun processo osservativo può essere letto come caotico, in quanto c'è sempre un filo logico-emotivo che indirizza l'occhio a catturare degli appigli informativi che agiscano da prese di concretezza.
L'osservatore focalizza, di volta in volta, con un atto decisorio il punto-luogo da isolare e, facendo ciò, egli stesso fa emergere da un campo di contorno, tutto, un'identità da porre quale oggetto di lettura:
Osservando le foto selezionate (in alto), si può sperimentare concretamente come, dal tutto di ogni immagine, l'osservatore isoli uno o più punti focali che assumono un nome e un significato; ad esempio nell'immagine metamorfosi, l'occhio è catturato dalle evoluzioni della crisalide in farfalla che fanno mettere (nella sua mente) in ombra il ramo che così si colloca nel contorno-sfondo dell'immagine tutta. Il medesimo osservatore scinde il campo di lettura tra un primo piano e un secondo piano, anche se la foto è bidimensionale e quindi non ha profondità, tuttavia mentalmente egli costruisce la scala di posizioni.
Il porre in ordine di valore le figure-forme dell'immagine parte da un'aspettativa significante che fa presupporre una metamorfosi e quindi un'evoluzione-trasformazione. Il significato-parola "metamorfosi" dà l'indirizzo al verso nella lettura, incanalando lo sguardo su una traiettoria che in tale immagine si costruisce a successione temporale, seguendo le fasi evolutive.
Senza il significato, l'occhio-mente resterebbe bloccato in una non visualizzazione (= azione del rendere, portare a viso).
Il vedere presuppone l'identificazione di un quid informativo (appiglio) e nasce dall'aver interiorizzato e memorizzato un nome-identità che è un tutt'uno con la forma-idea chiamata, ad esempio, farfalla, che si riconosce per analogia nell'atto del vedere; così pure nella foto nido-nicchie, si isolano i buchi-alveoli che si fanno luoghi di apertura per l'accesso al nido di uccelli tessitori che vivono in colonie, costruendo ambienti simili a alveari (foto in alto).
La chiarezza del significato rende possibile la comprensione dell'immagine, che presuppone per chi non avesse mai visto un nido di uccelli tessitori, l'aver almeno una volta visualizzato un nido di api; la parola nicchia poi esprime una forma a buco-crepa che richiama la nicchia di un tabernacolo o un buco di tarlo in un legno.
La capacità di costruire il linguaggio è strettamente connessa alla comprensione del campo io-habitat:
così come procede l'esplorazione del territorio, così si intensifica il linguaggio che rende dicibile, identificabile e quindi diversificato, lo spazio-habitat in cui muoversi e agire.
Nel corso dei millenni l'umanità ha sviluppato una pluralità di linguaggi e con essi una molteplicità di letture organizzative a più strati-campi degli ambienti io-mondo.
Ogni lettura è uno scavare l'ambiente, per cavar-fuori una qualche forma di ragionamento che possa spiegare il perché e il come di quell'avvistato, isolato, definito, compreso:
Ogni azione di lettura parte da una risposta storica, da un evento-fatto antecedente che si pone a radice-nodo della proiezione ragionata, cioè è un atto cosciente che si organizza nella mente-cervello di un osservatore-agente, emergendo da un vuoto cognitivo e come in una bottiglia d'acqua si fa strada una bollicina d'aria, emergendo in superficie, così l'idea-spettro di un'azione-lettura passata, prende casa nel pensiero e in tale assunzione di forma, fatto, presente (t. 0).
Ogni avvistato si rende spendibile in un'ipotesi di risposta futura.
Tale abilità del cervello di richiamare a mente le conoscenza pregresse (echi informativi), oggi è anche suffragata dagli studi delle neuroscienze che parlano di neuroni a specchio che funzionerebbero da collettori informativi.
Certo alcune risposte insorgono in modo più immediato, tanto da far parlare di fluidità del pensiero, altre richiedono tempi d'elaborazione più lunghi; alcune sono più prevedibili, altre più inconsuete; per cui si è portati ad immaginare da un lato, una forma di automatismo che renda "naturali" certe risposte. e dall'altro, una forma di strozzatura-inghiottitoio che renda difficoltosa l'insorgenza di una tal novità, lette come non congruente.
Ma tutta questa ritmata e miscelata manifestazione di immagini, parole, forme non autorizza a negare la presa di coscienza nella scelta identificativa:
Proprio in ciò è il limite di certe scuole di pensiero che hanno aperto all'irrazionalismo, giustificandolo a entroterra di un gesto insolito, come una forma di spaesamento cognitivo che porterebbe alle azioni irresponsabili.
Nessuna azione storica prende luogo da una non conoscenza, poiché il non conoscere presuppone un'assenza di elementi costitutivi di una qualche forma, quindi un nulla di immaginato e di visualizzato; mentre il cervello si muove con una forma di rispecchiamento costante che fa da cassa di risonanza al confrontare e al ridefinire continuamente le molteplici forme di realtà identificate nei molteplici tempi 0 di presente.
Si pensi anche alle correnti di avanguardia di inizio '900 che hanno esaltato lo sguardo schizoide dell'artista, come se in tale scelta di realizzazione pittorica non ci fosse stata una chiara consapevolezza del salto di prospettiva da attuare nella rappresentazione.
Anche quella che si definisce follia (come in van Gogh) è una presa di posizione storica anche se da un punto inconsueto, che apre ad un altro universo rappresentativo che costruisce i differenti significati e le altre forme di realtà, spendibili in azioni storiche.
Si Immagini, infine, U. Boccioni dipingere a casaccio "La risata" (1911) senza seguire un filo logico-immaginativo, chiaro e ben delineato nella sua mente, ma, infatti, a prova della sua grande consapevolezza attuativa, egli stesso in uno scritto del 1914 dice:
[...] Noi creiamo con ciò una nuova concezione dell’oggetto: l’oggetto-ambiente, concepito come una nuova unità indivisibile. Dunque se per gli impressionisti l’oggetto è un nucleo di vibrazioni che appaiono come colore, per noi futuristi l’oggetto è inoltre un nucleo di direzioni che appaiono come forma. Nella caratteristica potenzialità di queste direzioni noi troviamo lo stato d’animo plastico . [...] U. Boccioni, Pittura scultura futuriste, Edizioni futuriste di Poesia, Milano 1914.
Volendo provare a sintetizzare l'esplorazione del campo io-habitat da parte della mente umana, si può parlare di due forme di elaborazioni:
una che fa da collante tra le conoscenze pregresse - sguardo rivolto al passato - come l'azione del ruminare di un erbivoro, che dà forma al pensiero logico;
una che apre ai nuovi percorsi di spazi non ancora identificati e non ancora tracciati - sguardo rivolto al futuro - azione del creare con l'organizzazione del pensiero analogico che non va confuso con l'illogico (privo di una logica), ma quale altro modo di esprimere la logica. Biostoricamente parlando il pensiero analogico è il "motore" di sacche sempre nuove di logicità.
"In un’indagine biostorica assume un ruolo importante la direzione dello sguardo, come il campo d'interesse, vincolato ad una scelta, che indirizza la lettura verso un quid che diviene l’oggetto d’osservazione. ... Il passato/futuro sono i due campi immaginativi del non c’è più e del non c’è ancora. Non sono la realtà, ma un'immagine-riflesso di realtà, cioè un eco informativo che prende concretezza in quel momento di presente. Passato-presente-futuro sono i tre piani della coscienza che aprono la mente alla profondità della dinamica storica, vista come un processo di costruzione di realtà, momento per momento. Il presente è lo spazio a tempo 0, come piano della tangibilità che prende corpo, visibilità concreta. Il passato e il futuro sono proiezioni di una realtà che di fatto non esiste. ... (da A. Colamonico. La direzione dello sguardo nella costruzione della storia. 18. febb. 2008.)
Il Presente anello di congiunzione tra i campi di Passato e di Futuro
Il viaggio nella realtà della vita è come un lungo cammino nell'oggi-ora (t. 0), in cui ogni nodo-ora si fa anello, luogo di congiunzione, tra le due possibilità proiettivo-immaginative e quindi osservative di ogni mente osservatrice.
In ogni tempo ora-adesso (t. 0) è come se si aprissero tre finestre di lettura; una relativa ai già fatto (piano dei fattuali); una relativa ai non ancora fatto (piano dei fattibili) e una che dà lo stato del presente-realtà, come quello che è definito reale, tangibile, sperimentabile.
In tale possibilità di dinamismo di scenari immaginativi e osservativi, il soggetto lettore-osservatore indirizza la sua azione nel vedere, per comprendere, definire, mettere in primo piano, o in secondo piano; ora valutando, ora scartando, ora ripescando i lampi o quanti-echi informativi che si intessono nel tutto coeso della sua visione allargata a tre possibilità di profondità di spazi.
Si può comprendere, così, la grande importanza storico, politico, economica e sociale che assume la capacità elaborativa e immaginativa del pensiero, che di fatto apre gli sguardi alle profondità degli spazi osservativi e attuativi.
Come si accrescono le conoscenze informative e processuali, così si espandono le possibilità elaborative di risposte storiche; c'è una proporzione che rende fortemente vincolate le quantità e le qualità delle azioni, alle proiezioni degli scenari di futuri possibili, ricavate e rielaborate dai passati fattuali.
Il dinamismo del pensiero è nel gioco multi-prospettico della coscienza che dà le visioni allargate delle ricadute storiche, attraverso un costante dialogare tra il non c'è più e il non c'è ancora, in un tempo 0:
In tale viaggiare nella conoscenza del campo io-habitat, il pensiero-mente edifica una fitta attività eco-interconnetteva, mettendo in rete l'io-sé con il campo-habitat, tale intreccio a eco-informativo si può chiamare memoria storica.
Ogni uomo sviluppa e implementa, con una molteplicità di appigli-tessiture, la sua particolare coscienza-memoria che diviene impronta identificativa della sua univocità vitale.
Anche gli studi sul cervello oggi parlano di impronta informativa al singolare che ogni cervello sviluppa in relazione alle sue peculiarità biologiche e socio-culturali che rendono diversificati gli apprendimenti e di riflesso le letture di realtà che sono l'entroterra informativo delle possibilità di costruzione delle risposte storiche. In tale elaborazione di consapevolezza si tesse la relazione tra l'aspetto prettamente biofisico-corporeo di ogni soggetto-uomo e le potenzialità degli approdi evolutivi, culturali e sociali; tanto da rendere sempre modificabili le risposte delle azioni (plasticità).
L'apprendimento è un tutt'uno con la vita
Non si possono scindere i piani delle conoscenze da quelli delle azioni; il sapere o non sapere come e perché fare, è la vera molla che fa da acceleratore/deceleratore storico, per cui se si vorranno decelerare i processi, necessiterà agire sugli apprendimenti, minandone le qualità e le quantità (gradi d'ignoranza); viceversa se si vorranno accelerare ed evolvere, in funzione di un benessere personale e collettivo, si potrà puntare alla formazione consapevole delle potenzialità elaborative delle coscienze private e collettive, nell'esercizio del ruolo storico.
Si comprende così come l'aver guardato all'uomo-massa nel 1900 sia stata una trappola storica che ha prodotto la perdita della consapevolezza del personale ruolo partecipativo alla vita.
Solo il puntare all'uomo-soggetto consapevolmente e attivamente partecipativo è scelta di libertà.
Chi ha paura delle coscienze individuali è di fatto un tiranno che non sa e non vuole riconoscere nell'altro la capacità del saper elaborare una risposta storica, quella logica a Caino del mondo più volte descritta nei quaderni di biostoria.
Si spiegano, così, le esplosioni/implosioni di tirannie e di democrazie che segnano lo stato di salute dei sistemi e delle menti-leder storici. D'altro canto è sulle medesime quantità e qualità informative e procedurali che si creano i gradi di maggiore o minore potere, poiché il possedere o no le informazioni, con i livelli evolutivi delle possibili tendenze dei fatti, si fa garanzia di libertà o di dominio.
In tal senso il vero valore di un'opposizione parlamentare costruttiva non è nella semplice rincorsa del potere, come spesso intesa dalle logiche di partito, che puntano costantemente al sorpasso; ma l'essere testimone di echi divulgativi dagli intricati silenzi che, minando la giusta conoscenza dei fatti, rendono schiavizzate le coscienze comuni e personali:
La storia non ammette ambiguità essendo coerenza evolutiva che parte da una variegata possibilità di scelte di individuo-campo.
Ogni scelta effettuata, chiude ad certa possibilità attuativa e apre una particolare cresta evolutiva che produce il conseguente raccolto-frutto di quei pensati e immaginati.
Le quantità e le qualità dei raccolti fattuali saranno in proporzione ai gradi di generosità storica con cui si è osservato, agito e seminato, in un particolare momento di presente (t. 0).
Spetterà alle generazioni future, poi, l'attribuzione del valore-peso storico a quella scelta, in relazione ai frutti prodotti, con le condanne e le assoluzioni, in virtù delle quantità e qualità di male o di bene impiantato nella vita. Le scelte necrofile aprono al vuoto di spugna, quelle vitali al pieno, con gli stati di povertà e di ricchezza.
Sviluppare la "Coscienza storica" è il vero obiettivo per ogni Società a tempo presente, in tale assunzione di ruolo-funzione si acquista la profondità e l'ampiezza multi-proiettiva dello sguardo-mente che rende virtuose le scelte.
L'uomo che non sviluppa tale dimensione di lettura è fortemente condizionato e ingabbiato agli stati di immanenza, immobilismo, che rendono cieche le azioni. Sono le miopie storiche a creare le ingiustizie e le inadeguatezze che rendono bloccata l'evoluzione dell'insieme sociale.
Acquaviva delle Fonti, 8 aprile 2014
Antonia Colamonico
Indice quaderno: Oltre la Complessità: Il paradigma eco-biostorico
Premessa - Gli abiti della Realtà: 1 Sguardo a occhio-multiplo - 2. Ordini di lettura: a. Psicologie economico-sociali - b. Vincolo mappa-lettura - 3. Frattale Etico: a. Umanità-disumanità.
Come è nata la scienza & metodo Biostoria?
La Scienza & Metodo Biostoria (Biohistory of Knowledge), iniziò a prendere forma nella mia mente intorno al 1985, quando per motivi di lavoro, nella didattica, cominciai con le classi a confrontarmi con i primi elaboratori elettronici.
Essendo per formazione una pedagogista, attenta quindi alle ricadute sul piano mentale delle azioni, mi resi subito conto che l'innovazione tecnologica in atto aveva conseguenze importanti per l'organizzazione del pensiero, profondamente perturbato da quella novità che accelerava il processo di associazione delle idee (la logica aperta di Spazioliberina, per un'economia di tempo).
Intravidi in ciò una forma di Rivoluzione Copernicana della stessa Carta Gnoseologica che mi condusse ad aprire la prima finestra storiografica,(...)
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