La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura
5. Il volo
La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura
Quaderno n° 11 di Biostoria - Scienza e Metodo dello Sguardo multi-proiettivo
Il volo
Antonia Colamonico (Aspetto epistemico-metodologico)
Marcello Mastroleo (Aspetto matematico-modellistico)
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Indice Saggio-quaderno n.° 11: La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura
Preambolo Introduzione L'Osservatore lente-bussola cognitiva Il valore storico della presa di realtà Il volo I planisferi delle proiezioni storiografiche La verità vincolata in una carta di lettura Gli orizzonti a pluri/verso Le topologie degli sguardi-realtà
La dimensione del volo
La presa storica che porta a conoscere la vita in cui si è immersi, avviene sotto l'aspetto prospettico attraverso la dimensione del volo, come una molteplicità di salti posizionali mentali che rendono il soggetto storico (ogni uomo) un osservatore presente al io-sé nel mondo.
Ogni acquisizione è una presa al volo di un guizzo-luce che annoda quel pensiero soggettivo ad un grumo di realtà, in una nicchia storica di presente.
La relazione Io-sé/Cosmo inizia con una dialogica muta, in un'area di silenzio, in cui si attua la presa di contatto tra il dentro-mente e il fuori-habitat; in tale luogo l'osservatore si spoglia dell'io-sé e si veste del non io-sé, acquisendo gli stati cognitivi dagli orizzonti di lettura a uno/tutto vitale.
Il campo uno/Tutto che racchiude tutta quanta la realtà è il luogo dell'infinito che in questo contesto epistemico assume una piega di significato circoscritta nello stesso finito (IN-dentro il FINITO-chiuso); come scrisse G. Leopardi nello Zibaldone:
"… Il credere l'universo infinito, è un'illusione ottica: almeno tale è il mio parere. Non dico che possa dimostrarsi rigorosamente in metafisica, o che si abbiano prove di fatto, che egli non sia infinito; ma prescindendo dagli argomenti metafisici, io credo che l'analogia materialmente faccia molto verisimile che la infinità dell'universo non sia che illusione naturale della fantasia. Quando io guardo il cielo, mi diceva uno, e penso che al di là di qué corpi ch'io veggo, ve ne sono altri ed altri, il mio pensiero non trova limiti, e la probabilità mi conduce a credere che sempre vi sieno altri corpi più al di là, ed altri più al di là. Lo stesso, dico io, accade al fanciullo, o all'ignorante, che guarda intorno da un'alta torre o montagna, o che si trova in alto mare. Vede un orizzonte, ma sa che al di là v'è ancor terra o acqua, ed altra più al di là, e poi altra; e conchiude, o conchiuderebbe volentieri, che la terra o il mare fosse infinito..." Giacomo Leopardi - Zibaldone di Pensieri, 1827.
Tale lettura di realtà infinita racchiusa in se stessa, fortemente intricata in ordini molteplici di strutture in strutture evolutive che danno vita alla complessità tutta del cosmo, richiede una diversa carta storiografica che non sia più disegnata con una semplice linea-retta che visualizzi le successioni cronologiche di effetti a nodi uni-direzionali, ma come una gemmazione a multi-linee o multi-versi di unità a grumi, che emergano da un vuoto.
La visione che si ricava da una simile impostazione è quella di una Spugna, con vuoti e pieni che formano le nicchie con creste e chiome che come nidi accolgono le realtà vitali che l'osservatore può localizzare, datare, ispezionate e rappresentate in relazione a differenti posizioni di lettura e ordini disciplinari che danno l'abito storiografico alla vita, letta dai multi-sguardi.
Nell'osservazione eco-biostorica, la dinamica dei fatti-tempi-spazi, appare come un fuoco d'artificio, in cui non si vede né la sorgente e né la trama dell'affiorare dei fatti, ma solo il loro rompere il vuoto, come una molteplicità di novità storiche, apparentemente scollegate, ma che hanno tuttavia una radice con cresta evolutiva che l'osservatore (ogni uomo) dovrà saper ricostruire per imparare ad apprendere i processi e saper interagire, consapevolmente, con essi e poter rispondere con dei gradi di ben-fatto.
Il modello di lettura a uni-linea sequenziale temporale (carta di C. Cellario), in una Società a struttura Mondo è fortemente riduttiva e inadeguata a spiegare gli effetti di ricadute con le molteplici ripercussioni a multi-luoghi.
Si pensi ad esempio alle migrazioni di massa che dal 1990 si sono attuate in Europa per "effetto televisione".
La dinamica dei fatti-eventi ha una struttura a fuochi con una molteplicità di derive storiche.
Il quesito storiografico che nasce in una Società così complessa, è:
Come indagare una simile struttura a multi-fuoco e multi-raggio che non può essere ridotta a sola successione fattuale a linea retta, ordinata sulla coordinata Tempo?
La risposta a tele bisogno fu trovata nel 1993 (A. Colamonico, Fatto tempo spazio. Oppi, Milano) con l'ideazione di una nuova carta di lettura a finestra, in grado di racchiudere la realtà in tanti campi-maglie spazio-temporali e tematici, contornati da un confine-linea in grado di segnare il bordo-limite entro cui la lettura possa esercitare il suo valore cognitivo, con corrispettiva carica (+ o -) di influenza storiografica. Il limite-contorno, disegnando il confine di lettura, circoscrive la stessa, in un contesto finito che ne vincola la veridicità, mutando il confine, automaticamente si altera il taglio di lettura e con esso il valore attribuito alla veridicità (effetto-zoom).
A distanza di decenni, gli editori sordi a tale novità continuano a perpetuare nei manuali scolastici la carta a linea retta del Cellario che rende spaesate le giovani menti, di fatto già innestate in una topologia a finestre con reti-nodi e maglie che si interconnettono in moltiplicazioni di videate.
La finestra storiografica come lente di lettura, è uno strumento-ottico che permette d'inquadrare le dinamiche fattuali in tanti campi osservativi con una visione spaziale, più aderente al medesimo processo vitale che è nel suo concretizzarsi una dinamica perturbativa di spazi a tempo 0 (Spazio matrice della vita).
L'occhio-mente vincolandosi in una finestra d'osservazione può cogliere facilmente come ogni accadimento sia collegato non ad un solo fattore-causa (lettura a linea retta), ma ad una perturbazione di tutto quanto il campo-nicchia d'insieme e in tale apertura di sguardo comprende come ogni riposta-fatto sia di fatto una mediazione dialogica a più soggetti eco-interagenti, che insieme imprimono il verso o indirizzo alla costruzione dei fatti, i quali nascono sempre da una scelta privata, vincolata nel contesto storico. Il fattore soggettivo rende gli effetti di evento non scontati, esiste sempre un fattore di incognita-novità in ogni processo evolutivo.
Sono i soggetti che in relazione a degli specifici gradi di libertà danno il verso storico al futuro, aprendo così gli spazi vitali, similmente a un fuoco di artificio nella notte che squarci il buio con sprazzi-luce.
Ogni soggetto-uomo svolge un doppia funzione nel processo del divenire, quella di agente che sceglie e risponde, attimo per attimo, con azioni vitali e quella di lettore che inquadra in un significato logico-emozionale ogni situazione in cui è immerso, memorizzandone il valore-indirizzo.
L'azione e la lettura richiedono delle differenti posizioni spaziali nell'architettura del pensiero e dello sguardo e proprio nel passaggio dall'una, all'altra si attua il volo logico-osservativo e immaginativo che iscrive la realtà vitale in una nicchia di memoria (spazio mentale). Un soggetto uomo che non svolga tale funzione di lettura della realtà, perdendo la dimensione del volo, si infrangerebbe come un'onda su uno scoglio, smarrendo così il senso stesso della vita; tale uomo, a solo tempo 0, smemorato del suo sé che diviene, finirebbe con il perdere la medesima capacità della scelta e si imbriglierebbe in uno stato d'inerzia attuativa (depressione).
I Topoi dei voli cognitivi
L'immaginare e il vedere sono un processo a corpo unico che si auto-modella e si auto-evolve, in simultanea, per cui è lo stesso osservatore storico (ogni uomo) ad aprire gli spazi mentali e quelli visivi che gli rivelano una realtà, rivestita dal suo sguardo-parola:
Ogni sguardo ha delle peculiarità particolari che rendono il vestito di realtà vincolato e frastagliato nel suo insieme a multi-uomo, a multi-sguardo, a multi-prospettiva, a multi-campo...
L'errore della modernità è stato nel generalizzare e uniformare (rendere uno) la visione e con essa l'immaginazione visualizzandole quali oggetti astratti, per se stanti e identici per tutti gli sguardi:
Gli studi sull'occhio ad esempio hanno rilevato che lo spazio si deforma in relazione alla particolare struttura oculare-cerebrale, lo spazio visualizzato da una rana è difforme da quello di un gatto o di un uomo. Ogni uomo ha poi le sue peculiarità, che rendono particolareggiate le visioni, di qui le rilevazioni più o meno raffinate che mostrano i gradi di attenzione, di osservazione, di miopia...
Ogni input è un appiglio informativo (presa di realtà) che crea uno spazio-forma visivo che il cervello identifica in un significato e memorizza in un'immagine, per poi riconoscerla quale eco-informativo, ogni qual volta un nuovo input la richiamerà a mante, in un tempo nuovo di presente.
La mente-pensiero con la funzione topologica dà la forma-sagoma alla realtà in relazione ad una molteplicità collocazioni informative e osservative, le quali delimitano e strutturano le posizioni di lettura collegandole alle lenti-sguardi osservativi, ai confini-bordi dei processi vitali; in tali focalizzazioni a multi-luoghi il pensiero registra e memorizza le permanenze e i mutamenti degli stati vitali con le fasi di crescite e decrescite evolutive.
Operazioni queste che abilitano il cervello-occhio a costruire la visione e ogni visione è una traccia-eco di quanto esperito nel tempo. Il Tempo è a sua volta una struttura spaziale che si dilata e inspessisce in relazione alle informazioni delle variazioni fattuali.
Il limite immaginativo della Società moderna è nel aver visualizzato e rappresentato il tempo come una linea retta e non come una struttura ad albero, la rettta segue una traiettoria obbligata (rigidità dell'occhio di lettura) mentre l'evoluzione ad albero-chioma è più aderente alla forma della vita che si auto-modella in relazione alle alee di percorso (permeabilità e plasticità dell'occhio-sguardo):
Ogni forma è un'identità storica che occupa uno spazio-tempo (nicchia) unico per sempre, solo per esigenze esplorative e mnemotecniche le forme possono essere accorpate dalla mente in una tre macro-ambienti che, se letti con la teoria degli insiemi, sono i macro-campi universo di tre corrispettive identità-multiple, (1) il campo dell'io-sé (con la totalità degli stati cognitivi-emozionali che danno luogo agli stati di aspettative, delusioni, ansie, benessere... ); (2) quello dell'altro dal sé che da i topoi-identità del Cosmo tutto; (3) quello dell'infinito, identificabile con il Topos dei topos, quale campo del processo generativo a tutto tondo che fa da matrice alle espressioni-fatti naturali e contingenti dei viventi ed eventi tutti.
Nella lettura eco-biostorica, è bene ribadirlo, tutto è vita e tutto è storia, poiché tutto è Spazio, tutto è Tempo, tutto è Fatto - (tS : tT = tT : tF = tF : tS)
In tale organismo a uno/Tutto coeso che pulsa, vive, ogni "res" rilevata è una traccia di realtà, osservabile, sperimentabile, condivisibile... quale eco informativo che dà informazione di un passaggio di fatto storico.
Osservando la foto, in alto, si coglie come la crescita evolutiva dell'identità Albero abbia occupato uno spazio e assunto una sagoma semplicemente seguendo delle trame a biforcazioni che tracciano non solo le evoluzioni, ma le dipendenze relazionali con la nicchia vitale che ne ha modificato le traiettorie.
Procedendo con ordine, l'osservatore sperimentando il suo sé nel mondo, dà il topos-luogo alle totalità della Vita.
Il poter dare un luogo e con esso una sagoma-nome, richiede una molteplicità di ideazioni:
Assumere una posizione, con un verso o a dentro o a fuori l'io-sé, è un prendere posto nella scena vitale, in tale posizionarsi si genera naturalmente un'angolazione di lettura con corrispondente angolo di prospettiva che vincola le proiezioni di lettura, su tre radici fattuali, il campo Io-Sé, quello altro dall'Io-Sé, e quello dell'oltre l'Io-Sé/altro dall'Io-Sé, campo dell'infinito. I tre mega-campi danno il luogo ideativo alle concettualizzazioni che assumano differenti orientamenti valutativi che si possono riassumere in tre logiche, quella dell Io, quella del Mondo e quella di Dio (in tale contesto letto come il luogo dei valori universali validi per ogni epoca e realtà storica).
Ogni passaggio di lettura imprime un salto logico, con l'apertura di un altro spazio mentale, vincolato a delle localizzabili prospettive fattuali che diversificano gli orizzonti delle letture.
Ogni orizzonte è una tendenza evolutiva che dà l'orientamento alle creste fattuali.
Volendo semplificare, il pensiero-coscienza con i salti o voli logici, genera le tre aperture di spazio che danno le consapevolezze dell'essere un uno nel Tutto dell'infinito, secondo l'antica relazione creatura-creazione-creatore.
Il cervello-mente è un processo naturale che si cala in quello immaginativo-culturale, per cui gli appresi si pongono a radice delle medesime creste evolutive, elaborate nel tempo.
Le dimensioni culturali rendono differenti le Civiltà non solo nel modo di costruire il giudizio-valore storico, ma anche nel modo di immaginare la realtà e poi raccontarla.
Ogni sguardo-civiltà costruisce un suo ordine di significati, con una "tavola periodica" di elementi significativi, a schema, carta, di realtà. Lo schema si colloca a sua volta a traccia di costruzione di risposta-fatto.
Apprendere la dinamica dei fatti storici rende ogni pensiero co-creatore della realtà.
L'osservatore storico attribuisce il significato-valore alla realtà
L'immaginazione entra nel processo creativo di una realtà a misura uomo. Il pensiero costruisce i significati storici con cui interagire con il campo-habitat, più elaborate sono le costruzioni e più consapevole è l'azione di risposta alla vita. La conoscenza entra nel processo vitale come possibilità partecipativa di un io-sé co-creatore di situazioni storiche.
1. La posizione topica
Tale postazione è una collocazione della mente-pensiero all'interno della dinamica fattuale, in cui ogni uomo e non solo, svolge la funzione di co-agente storico che risponde alla vita nel suo manifestarsi attimo, per attimo selezionando di volta, in volta il verso direzionale più idoneo alle particolari aspettative del Sé, elaborate nel tempo.
In tale campo rientrano tutte le aspirazioni che puntino al benessere economico-sociale e culturale di ciascun uomo, in quanto ognuno proietta un'immagine di sé nel futuro e opera in funzione di possibili traguardi positivi.
Le aspirazioni sono importantissime nelle elaborazioni delle risposte fattuali, una Società priva di ideali è come bloccata in un vuoto di futuro che rende malate le coscienze, quali frutti avvizziti su un albero che aspettano inerti il colpo di vento che li faccia cadere.
La perdita di progettualità impedisce l'elaborazione delle ideazioni e quindi dei fatti mirati allo stato di bene.
L'assenza di una prospettiva rende miopi le dinamiche storiche e le azioni perdono il senso-direzionale, come riflesso di quello logico-emozionale.
Le dittature tendono a coltivare tali forme mentali nei cittadini, togliendo loro spazio all'immaginare, in tal senso la Società odierna, fortemente intrappolata in un tempo-lavoro prolungato (passato dalle dalle 8 alle 12, 14 ore), è incamminata verso una forma di sottomissione-resa a chi, avendo tempo per ragionare e immaginare, potrà dare la svolta storica più funzionale alla sua privata idea di sé nel mondo.
Necessita non dimenticare che ogni azione è infatti una risposta storica che introduce una leggera incrinatura alla forma della cresta evolutiva, la quale se letta ad ampio raggio (foto eco storico) si deforma in pieghe che rivelano gli aspetti prettamente soggettivi delle dinamiche. Ogni uomo, agendo imprime la sua impronta alla realtà, che resterà deformata per sempre, conservando memoria del suo passaggio.
Proprio in tale imprimere il verso al futuro si gioca il valore storico di ciascuno, tale visualizzazione qualitativa del fatto-azione emerge sole se la storia è letta come un corpo-organismo a uno/tutto, in cui ogni fatto una volta attuatosi muore e, nel suo morire, lascia un eco di sé che si propaga nel divenire:
Se solo si imparasse a comprendere il peso vitale del personale valore storico, certamente si sarebbe tutti molto più selettivi nelle scelte di risposte e più consapevoli delle trame evolutive nel co-edificare il migliore dei futuri possibili per l'intero sistema socio-politico-culturale in cui vive, ma purtroppo spessissimo si tende, negli ambienti del potere, a veicolare le aspettative soggettive come forme di egoismo.
Il salto da una lettura positiva ad una negativa spesso avviene sulla frontiera del dominio che fa imporre a taluni delle restrizioni di valore con le gabbie a cerchie di umanità (caste, ceti, stili di vita...); ma indagando meglio, con uno sguardo più affinato che sveli le trame sottili dei fatti, emerge che dietro la nascita di un dominio ad esempio economico o culturale, c'è uno stato di paura che nasconde un'assenza di fiducia nel verso del Bene vitale.
Oggi in tanti avvertono una tendenza anti-democratica, ma se si risale nel tempo al come e perché tale piega si sia impressa nel divenire, emerge tutta una letteratura (un esempio: P. M. Kennedy. Verso il XXI secolo. Garzanti, 1993) che, agli inizi degli anni 2000, affermò l'apocalisse dell'umanità, arrivando addirittura a ipotizzare la morte della storia, ma indagando meglio le modalità che hanno dato il verso di lettura a tali sguardi negativi, emerge chiaramente come esse presero l'avvio da un limite organizzativo del paradigma moderno che focalizzatosi solo sull'aspetto entropico nelle evoluzioni (occhio a uni-verso) fini con il non intravedere quello sintropico.
Entropia e sintropia sono due versi dell'andamento storico che se focalizzati permettono d'indagare i gradi di malessere e benessere nei processi vitali (occhio a multi-verso):
Vita e Morte si intrecciano nella dinamica del divenire, come alternanza di ordine e disordine che aprono e chiudono i cicli e gli spazi vitali.
L'Era digitale infatti ha concluso un'epoca con i suoi versi di realtà, i suoi sguardi, le sue carte di letture e i suoi domini cognitivi, spalancando un pluri-verso di letture, di sguardi, di sfumature altre di realtà, ma l'aprirsi alla novità richiede far morire, in ogni sé, l'uomo vecchio per dare spazio alla logica dell'uomo nuovo; E. Morin parla infatti di tante rinascite (Introduzione al pensiero complesso. Sperling & Kupfer 1993) e ogni rinascita è una nuova procedura di costruzione della realtà che allarga lo sguardo-mente di tutta quanta l'umanità alla trama fine della vita a 360°.
Certo ogni salto epocale è preceduto da una crisi storica, ma sono gli stati di sofferenza a creare le opportunità nuove, ma solo se si accetta la sfida del divenire, quale spazio aperto, tutto da tracciare ed edificare; in tale prospettiva assumono grande significato gli indirizzi-versi delle letture, se focalizzati al solo passato o anche al futuro.
Le civiltà che coltivano il passato come attrattore nella scelta fattuale sono inchiodate in modelli astratti e fumosi di un'umanità defunta, mentre quelle che si lasciano attrarre dal futuro, sono permeabili alle alee di campo che innestano le trame nuove degli orizzonti inimmaginati nuovi e in tale essere presenti al divenire si pongono a correttori d'entropia (processo di neghentropia) e a coadiutori delle sintropie creative.
2. La posizione atopica
La capacità del pensiero a collocarsi oltre il confine della sua funzione di agente storico si esercita con un salto logico che modifica la carta di lettura della realtà. Questa collocazione è la meta posizione che indirizza lo sguardo-lente a cogliere i riflessi di ricaduta delle azioni-fatti, non solo sul Sé, ma soprattutto sugli altri agenti della relazione fattuale. In tale luogo fisico-mentale egli è ubicato di fronte al sé e legge i fatti con gli sguardi dell'altro da sé che con lui partecipa alla dialogica.
Con un esempio elementare, la mamma che legge con lo sguardo del figlio la presa di un suo rimprovero per un'azione errata; in tale aprirsi alla sensibilità del bimbo, ne comprende la fragilità e subito sa ammorbidire la sua severità con una carezza che, in un linguaggio non verbale, comunica al bimbo un 2° verso di significato:
l'azione è errata, ma io non per questo ti voglio meno bene!
Comprendere il salto di qualità che si innesta in tale spazio di lettura è importante, poiché un occhio che sia attrezzato a ruotare il verso dell'azione è in grado di fare un salto etico, aprendosi alle ragioni degli altri che co-partecipano alla vita.
In tale spazio si attua il passaggio dall'etica forte a quella gentile, da un punto di vista eco-biostorico:
"... è l’intelligenza umana che ordina i luoghi di lettura e li interpreta, elaborando i linguaggi e gli spettri d’azione che rendono coerenti le letture. La mente svolge la funzione di uno sguardo-lente, in cui l’osservato e lo strumento d’osservazione sono il risultato di una negoziazione che li pone come un uno/tutto, vincolato. ..."
(Da: https://sites.google.com/site/biostoriamappe/home/geografia-della-mente-1/cristologia )
Gli spazi di lettura aprono a 3 tipologie di sguardi, sensibilità
3. La posizione utopica
Nel bipolarismo dell'entrare e dell'uscire dalle dinamiche fattuali e osservative la mente costruisce una terza posizione, quella utopica, che gli permette di osservare con occhio neutro, come da lontano le procedure del concatenarsi dei fatti-risposte e coglierne i vicoli ciechi e le traiettorie innovative che aprano a realtà nuove (sintropie).
In tale dimensione il soggetto osservatore apre la mente alle molteplicità di significati altri, intorno ad un medesimo fatto-evento. In tali giochi di sguardi, a tre collocazioni, si esercita l'esercizio del volo cognitivo che riflette gli spazi mondo negli spazi mente e viceversa (effetto specchio), isolandone i vincoli generativi in cui restano entrambi annodati e vincolati in un uno/Tutto che pulsa e vive come un cuore cosmico.
Precisando meglio, il volo è un fatto fisico-mentale che si concretizza grazie alla capacità del cervello-mente di costruire correlazioni analogiche tra azioni e significati, che danno le consapevolezze logiche sui perché e sui come delle dinamiche evolutive:
Lo stato di salute del pensiero si può misurare proprio sulla capacità di esercitare il volo che, da in lato lega in un senso chiuso l'azione dandole un confine di chiarezza, mentre dall'altro la proietta in un campo-aperto di probabilità evolutive che anticipano l'azione successiva come una naturale conseguenza logica.
Il cervello svolge un compito importante di convergenza, quale capacità a vedere le traiettorie dei possibili effetti nel tempo delle azioni, attuate a tempo presente; in tale capacità a proiettarsi nel vuoto di storia egli come un segna-vento dirige l'azione verso una particolare incrinatura di futuro, che resta così avviluppato nella sua lettura.
La lettura e l'azione sono un tutto coeso, per questo è importante educare lo sguardo a saper anticipare le creste di futuro con le quantità/qualità di ben-fatto e mal-fatto. Il futuro parte sempre da una radice-seme di passato a cui è vincolato, meglio innestato, infatti il contadino conosce bene il valore di un semplice innesto per l'evoluzione di un susino o di un melo.
La capacità del volo imprime un andamento a balzi al procedere nella lettura, come un sussultare tra un vuoto e un pieno di azioni che rendano ritmata la storia con le differenti velocità dei salti epocali, generazionali, emozionali, cognitivi o semplicemente affettivi. Effetti, tutti, legati al singolo individuo e all'intera comunità socio-politica che insieme, come in un abbraccio, partecipano (+ o -) consapevolmente al divenire.
Educare al volo cognitivo è un dovere sociale e pedagogico per una Società che si definisca democratica; al contrario impedirne la costruzione è funzionale al permanere delle dittature socio-culturali:- la forma politica di uno stato è connessa alla forma mentale dei cittadini medesimi che rendono naturale il particolare sistema, per cui essi stessi diventano i garanti dell'immobilismo storico; fatto questo risaputo sin dall'antichità, per cui era proibito agli schiavi e in parte anche alle donne, imparare a leggere e scrivere, poiché tali abilità cognitive svincolano le menti dalle sudditanze dei sentito-dire. Ogni totalitarismo lavora sulla costruzione del pregiudizio.
Sotto il profilo pedagogico l'Era digitale sta implementando i gradi di libertà grazie alla navigazione in rete che offre una molteplicità di ingressi alle lettura fattuali, per cui tale autonomia di sguardo si traduce automaticamente in un potenziamento del volo cognitivo, infatti i ragazzi del nuovo millennio sono velocissimi nel trovare soluzioni ad esempio per l'acquisto in rete o la raccolta di informazioni.
Volendo indagare sulla topologia del volo, ogni volo presuppone uno spazio-cielo con un confine-orizzonte in cui attuarlo, infatti la capacità a costruire relazioni storico-cognitive richiede uno spazio-fisico su cui riflettere e su cui proiettare le possibili risoluzioni. Inoltre per ogni viaggio ideativo necessita un'abilità nell'esercizio del volo e infine, fattore molto importante da non sottovalutare, una grande capacità d'orientamento; per cui:
1 - La topologia degli spazi
2 - L'abilità nel saper volare
3 - La capacità ad orientarsi
sono questi tra i fattori essenziali per lo stato di salute non solo di un singolare pensiero-mente, ma bensì di tutto l'insieme socio-politico ed economico di una Società.
La cittadinanza è un tutt'uno con la rappresentazione mentale e cognitiva che si sviluppa, infatti i due versi democrazia e dittatura con cui si leggono le politiche nazionali e internazionali, sono orientati sul senso-valore che i singoli pensieri attribuiscono alle trame dei futuri possibili, se queste sono favorevoli al bene storico, si è in democrazia, se contrarie in dittatura:
Democrazia e dittatura sono il rovescio di una stessa medaglia che di volta il volta è lanciata sul tavolo della vita, e a volte prevale l'una e a volte l'altra; nessuna dittatura è per sempre e nessuna democrazia è definitiva, ma tutto si rimescola in un gioco in-finito di letture e azioni.
Acquaviva delle Fonti, 4 Agosto 2017
Storia di un volo
Spazioliberina, passeggiando una mattina, da dietro una porticina intravide Strutturato Spaziostretto: tutte linee intersecanti, tutto muri portanti,tutto pilastri rotanti, tutto vani privati. La liberina, curiosina di sapere il perché di tanti se, volle dare un’occhiatina. Ma lo strutturato spaziostretto, geloso di tanta libertà, in un recinto fatto di tanti se… se… se… se… rintanò la birichina. Piangeva, piangeva la poverina, non capendo il perché di un se sì e di un se no.Pensa… pensa… e … un’idea le balenò!Liberare in un sol colpo, dai suoi se, Strutturato Spaziostretto. Una fata l’aiutò, una canzone le mandò, una voce l’intonò, una luce l’inquadrò.Strutturato Spaziostrettto, non avvezzo a tante melodia, per la grande nostalgia di fiaba, sogno e fantasia, una lacrima versò.L’incantesimo sciolto fu.Strutturato Spaziostretto una soffice nube diventò e la dolce Liberina con sé portò in uno spazio senza linee e senza se.Uno spazio di fantasia, senza alcuna ipocrisia.
(da A Colamonico, Le filastrocche di Spazioliberna.© Bari 1992.)
Il poeta “maestro del buio”
“... La costruzione della profondità del pensiero si organizza, come sottolineò Sant'Agostino, intorno alla capacità prevalentemente umana di dilatare la coscienza, superando il limite dello stato di presente, il tempo 0, per aprirsi all'infinito. Da un punto di vista biostorico un’ape e un uomo si differenziano non tanto nella capacità operativa, entrambi agiscono, quanto nelle possibilità di aprirsi ai piani dei passati, prossimi e remoti, e dei futuri, semplici e anteriori. Questa capacità a costruire livelli di immaginati e costrutti di linguaggi permette di superare il piano del contingente; dà la libertà alle coscienze private e collettive di entrate in modo creativo nel processo storico. L’uomo a differenza dell’ape può edificare sistemi di strutture artificiali, si pensi ad una radio o a un telefonino… che vanno a intersecarsi nei piani storici, per cui si può parlare di un’organizzazione esponenziale della Civiltà, come processo di emancipazione dalla semplice animalità. Egli pur rientrando come soggetto storico nella categoria animale, grazie alla sua coscienza si è evoluto verso un piano più complesso che lo fa: piangere, sorridere, emozionare, sognare, immaginare, rivoluzionare. Nel processo dialogico io-campo l’uomo giunge a dialogare con se stesso, col fratello, con la natura, con Dio. Tale emancipazione cognitiva è partita dal primo uomo che si è incantato di fronte al creato, il primo uomo che si è emozionato aprendo la mente e il cuore alla Poesia... "L'educare ad essere “poeta” è la funzione storica di una Società democratica che non avendo paura della molteplicità delle forme, sa riconoscere lo stato di cittadinanza a tutto e a tutti.Analizzando il modo dello sguardo-occhio poetico, esso si intesse, come un gioco di immersioni/emersioni (metafora del delfino), in cui la res-novità affiora in un tempo-spazio definito (chiuso in una definizione) e si evolve in eco-informativo d'evento, in tale prendere nome-metafora, si presta come eco-vuoto di vita e pieno di parola (particella topologica), ad ulteriori avvistamenti. Da A Colamonico. le-trame-di-echi 2011.Da A. Colamonico. Le filastrocche di Spazioliberina. 1992.
Indice Saggio-quaderno n.° 11: La struttura a frattale del Pensiero nella 5a dimensione di lettura
Preambolo Introduzione L'Osservatore lente-bussola cognitiva Il valore storico della presa di realtà Il volo I planisferi delle proiezioni storiografiche La verità vincolata in una carta di lettura Gli orizzonti a pluri/verso Le topologie degli sguardi-realtà