Marco Massera. Rosa dei Talenti Italiani all'Estero

Dalla rubrica ROSA DEI TALENTI di ITALIANI ALL'ESTERO TV

"Il primo contatto con la musica e l’arte in generale lo devo a mio padre,

che mi svegliava con arie d’opera, violinisti virtuosi e, essendo un pittore,

la giornata si articolava in innumerevoli visite a esposizioni di pittura, mostre e musei"

ci dice Marco Massera il giorno di Ferragosto al Trocadero di Paris davanti alla telecamera di ITALIANI ALL'ESTERO TV

Dunque, Marco ci vorresti raccontare un po' di Te e rispondere a qualche nostra domanda? Cominciamo con la prima. La ormai consueta prima domanda: di dove sei ?

Marco Massera come sei entrato in contatto con la musica? Come hai deciso di fare il musicista? Una vocazione?

Sono nato a Milano, in un gelido venerdi' di dicembre, da due genitori venuti da Napoli.

Ho passato un’infanzia con pochi mezzi ma allegramente tra le duecittà e le mie tre sorelle.

Cioé? Hai preso la decisione definitiva?

La prima esperienza professionale?

Ce ne vorresti

citare qualcuna?

Lavoravi come

" free-lance " ?

E' forse questo il motivo principale che ti ha spinto all'estero?

Direi di si. Direi prorio una vocazione. Il mio primo primo contatto con la musica e l’arte in generale lo devo a mio padre, che mi svegliava con arie d’opera, violinisti virtuosi e, essendo un pittore, la giornata con lui, si articolava in innumerevoli visite a esposizioni di pittura, mostre e musei. Mi parlava spesso di un bisnonno Primo Violino al Teatro San Carlo di Napoli. L'idea mi piaceva. Poi un giorno ascoltai alla radio una sonata di Schubert detta "Arpeggione" del grande violista Dino Asciolla. Fu per me la rivelazione!

Si! A 17 anni sono stato ammesso al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e parallelamente ho seguito gli studi liceali e in seguito quelli universitari di Filologia e Paleografia musicale a Pavia.

Una volta ottenuto il Diploma di Viola a 24 anni, ho intrapreso una strada fatta di stage con grandi musicisti e audizioni per orchestre e ensemble.

Le prime esperienze professionali le ho fatte con l’Orchestra di Milano Classica alla Palazzina Liberty , piccola orchestra da camera, per me una vera e propria “palestra”, visto il ritmo intenso di due concerti a settimana. La mia vita musicale cominciava dunque a prendere una forma e il mio nome faceva il giro dei circuiti musicali: per circa un lustro sono stato invitato in diverse orchestre e ensemble d’Italia come prima Viola e come solista in piccole formazioni , dal “trio” al “quartetto”.

Tra le varie esperienze, vale la pena citare l’Orchestra dell’Accademia della Scala, l’Orchestra del Teatro “Gaetano Donizetti” di Bergamo, l’Orchestra “G.Verdi” di Milano, l’Orchestra di Pesaro, I Pomeriggi Musicali, l’Accademia Bizantina a Ravenna …

La vita del musicista “free-lance” mi piaceva e, soprattutto, mi teneva lontano dall’incubo del famigerato posto fisso. Volevo fare più esperienze possibili e in diversi generi musicali, dalla musica Barocca a quella Contemporanea, da quella da Camera al Pop.

Quindi accettavo collaborazioni di vario genere e sempre di alto livello, ad esempio: letournée di tango argentino con Milva o un disco di Roberto Vecchioni ( in cui suono un solo per una bellissima canzone scritta d Mauro Pagani “ La Viola d’Inverno”). Ancora studente al conservatorio, ho fatto parte della creazione di un ensemble di musica contemporanea, votato alla scoperta della nuova musica soprattutto italiana,l’Ensemble Risognanze.

Con questo ensemble collaboro da sempre in diversi festival, in Italia ( Festival diRavello, Festival Mozart di Rovereto, Festival MiTO tra Milano e Torino) e in Austria(Tirolerfestspiele a Erl, Innsbruck).

Abbiamo all’attivo quattro incisioni di musiche del grande compositore siciliano Salvatore Sciarrino, insignite da un Prix Chok! de Le Monde de la Musique e da The Guardian.

Ho sempre creduto che per un musicista (che ama la musica) entrare stabilmente in un’orchestra significa non dover più divorare chilometri di autostrade tra un concerto e una prova generale per sbarcare il lunario, ma in un certo senso significa anche il rischio perdere quell’entusiasmo e quella fiamma che in principio lo aveva spinto a intraprendere il lungo ( e a volte ingrato ) cammino dell’arte.Ma come tutti sappiamo, i free-lance in Italia non hanno sempre un ruolo chiaro nel sistema lavorativo, e soprattutto non hanno nessun tipo di riconoscimento e credibilità da parte di enti pubblici e banche....

Facciamo il punto?

Sei stato in molte parti del mondo: hai una preferenza? Ci racconti qualche esperienza? E preparare queste tue tournée é molto impegnativo?

Quindi a trent’anni decisi di partire, la' dove un artista è considerato come un professionista .

Qualche esperienza londinese fatta pochi anni prima mi spingeva, inizialmente, verso la capitale britannica, ma poi le circostanze mi hanno portato a stabilirmi, invece, a Parigi.

Certo, i primi anni non sono stati facili e potrei dire, addirittura, tumultuosi, visto che dopo poche settimane di soggiorno parigino cadevo dalle scale della palazzina dove abitavo ritrovandomi all’ospedale Lariboisière con una frattura multipla della caviglia sinistra! Passati tre o quattro mesi, ricominciavo a camminare e a creare i primi contatti professionali importanti.

Ottenuta una borsa di studio a l’Ecole Normale de Musique “ Alfred Cortot” , comincio un’intensa collaborazione con l’Orchestra della Bretagna a Rennes nel ruolo di Prima viola, con l’Orchestra di Caen in Normandia, e con diversi

ensemble parigini. Nel Gennaio 2006 ho intrapreso un’assidua collaborazione con i teatri più importanti della capitale:Théatre duChatelet , Theatre des Champs-Elysées, SalleGaveau, Opera Garnier e Salle Playel, invitato, dapprima, come semplice viola di fila, poi come Prima viola del celebre Ensemble Matheus. Iniziano così ilunghi viaggi e le tournée internazionali nelle sale “mitiche” della musica: la Carnegie Hall a New York, la Library Congress aWashington, il Concertgebouw di Amsterdam, il Konzerthaus ( famosa per il concerto di capodanno) e il Theater an der Wien a Vienna, della Sala Bartòk diBudapest e del Teatro Milaikovsky di San Pietroburgo.

E ancora in Spagna, dove suoniamo regolarmente nei teatri più prestigiosi di Madrid,Bilbao, San Sebastian, Valencia, Almeria, Oviedo, Santiago di Compostela.

E ovviamente nei principali teatri francesi: l’Arsenale a Metz, l’ Opera a Strasburgo, a Bordeaux, a Tolosa e Lione, e molti altri. Con l’Ensemble Matheus ho all’attivo due incisioni di capolavori di Antonio Vivaldi ( di cui l’ensemble è tra i maggiori interpreti ) edite presso la casa discografica Naive e diverse partecipazioni aemissioni televisive per France 2, France 3, Arte e Mezzo.

Durante un’esibizione con l’Ensemble Matheus per France 3 alla Salle Pleyel , insigniti di un premio delle celebri Victoires de la Musique, ho incontrato il cantantePhilippe Jaroussky, il quale, il giorno dopo, mi propone un posto di solista del suo personale EnsembleArtaserse. Inizio così una solida e duratura collaborazione con questo eccezionale controtenore dalla voce angelica e con il suo prezioso “consort” , col quale effettuiamo diversetournée di livello mondiale, reportage personalizzati per la televisione e innumerevoli passaggi per le maggiori emittenti radiofoniche francesi, inglesi e tedesche.

Ma, come diceva il grande Eduardo, gli esami non finiscono mai, e io non mi adagio sugli allori. Quindi continuo a nella mia ricerca personale attraverso tanto studio e nella preparazione continua di audizioni e concorsi per orchestre e ensemble in tutta Europa. Per questo sono stato recentemente invitato dalla Royal FlemishOrchestra di Anversa

e dalTeatro di Rouen in qualità di Prima Viola per partecipare a concerti e tournée inTurchia.

Dove vivi Marco?

Hai appena detto che ti piace insegnare, Marco. Tra tutti i maestri, quale consideri il più importante per la tua carriera?

Di solito gli Agenti si occupano della logistica fortunatamente. L'esperienza più emozionante è stato il concerto alla Carnegie Hall a New York: non c'ero mai stato, ed é una città ed un pubblico che non dimentichero' mai. Ricordo in particolare un gruppo di ragazze che nella sala, durante il concerto, ci salutarono urlando "yeahhh!", proprio come ad un concerto Pop! Ma anche San Pietroburgo e Budapest ... e sopratutto Vienna, dove nei momenti di silenzio delle pause musicali, sentivamo il rumore sordo di qualcuno che girava le pagine: era il pubblico che, allo stesso tempo seguiva cio' che suonavamo, ognuno con la sua partitura!

Da cinque anni vivo qui a Parigi, e da due nel 15esimo Arrondissement, tra la Senna e la Tour Eiffel,

in un appartamento che uso anche come piccola e personale scuola di musica!

Infatti amo insegnare ma, non avendo abbastanza tempo per tenere una cattedra in conservatorio, sfrutto i giorni in cui sono a casa per il miei allievi più fedeli. Tra i quali un ragazzino di soli 13 anni che è da poco stato ammesso nella classe di Viola del Maestro Pierre-HenryXuereb all’Ecole Normale de Paris.

Che cosa significa essere musicista oggi?

Che cosa pensi del luogo comune che vuole i musicisti classici più preparati dei colleghi della musica legera?

C'è qualche personaggio della musica che ti ha colpito di più? Quale?

Tutti! E non lo dico per diplomazia, ma perché è vero! Ho sempre pensato di aver bisogno di imparare e conoscere, e tutti i maestri che ho avuto sono stati fondamentali. Sopratutto ripensando "a posteriori", i miei maestri in Italia mi hanno dato gli strumenti, gli "altri" mi hanno insegnato l'importanza della flessibilità.

Oggi essere musicista vuol dire avere una "missione" che é la divulgazione dell'arte. Per secoli la musica detta "colta" é stata appannaggio di ristrette élite ma oggi l'educazione musicale media si è elevata notevolmente e la figura del musicista è sempre meno avvolta dal mistero.

Credo che sia appunto un luogo comune! Magari avessimo il senso ritmico di un batterista rock o di jazz! Personalmente quando ascolto la Bossa nova, penso che si dovrebbe inserirla come materia di studio nei conservatori. L' esperienza con il cantautore Roberto Vecchioni e Mauro Pagani, violinista De Andrè mi hanno insegnato moltissimo.

Dieci anni ebbi l'occasione di suonare con il violoncellista e compositore Giovanni Sollima, un musicista senza

E la tua passione oltre la musica, Marco?

barriere e libero dai tipici accademismi, capace di suonare Hendrix, Vivaldi e un tango di Piazzolla nello stesso concerto: un ricordo che mi ha profondamente segnato. Un grande violinista, Dejan Bogdanovich, i cui insegnamenti sulla musica e sull'arte da sempre mi illuminano, é una star "anti-star", qualcuno che ha scelto la sincerità artistica al potere intellettuale... il compositore Salvatore Sciarrino che una volta mi disse: se alzando un dito vi mostro la bellezza della luna, non state li a giudicareil mio indice! parlando della critica musicale, a volte troppo attenta ai superflui dettagli. Aggiungo ovviamente il grandissimo Yuri Bashmet, che ha dato un senso nuovo al suono della viola.

La pittura, trasmessa da mio padre. Appena posso, quando sono in tournée, ne approfitto per visitare mostre e galleria. Sopratutto arte del Novecento.

Che cosa avrebbe fatto Marco Massera, che cosa sarebbe diventato se non fosse il musicista che é?

Da bambino dicevo a mia madre che volevo fare l'inventore. Non riesco a immaginare la mia vita diversa da com'é ma se non avessi fatto il musicista avrei inventato forse qualcosa!