Da DARWIN - Lettera aperta agli italiani

07.11.2009,20:28 - Da Darwin - Lettera aperta agli italiani.

Urge smetterla con l’Inglese per una volta, perchè questa cosa è degna della pura attenzione italica e solo italica. Qualche giorno fa mentre stavo controllando la posta nella solita biblioteca pubblica di Darwin dove il wifi funziona per 10 minuti e poi ti lascia a piedi per ore, quando la finestrella di messenger mi poppa fuori dall’angolo destro del desktop. E’ un ex compagno di liceo, Alessandro Dallera, una persona che è, ed è stato, un buon amico. Ci siamo persi di vista e ritrovati qualche mese prima che io lasciassi l’Italia, e da allora ci siamo sempre bene o male mantenuti in contatto ogni paio di mesi, casualmente, perchè a lui interessava sapere qualcosa dei miei spostamenti. ( estratto dal sito http://www.monkeyrockworld.com/2009/06/una-lettera-aperta-agli-italiani/ - assolutamente da visitare)

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La risposta di Alessandro mi colpisce e mi fa pensare: “Perchè tu stai facendo una cosa che nessun essere umano occidentale farebbe di questi tempi, tu stai andando verso l’ignoto, e nonostante tutto, riesci a cavartela sempre”. Una piccola pausa, brusii statici di tastiere di computer portatili e sfarfallii di schermi nelle luci al neon della biblioteca, l’impiegata grassa che si sistema gli occhiali e sbuffa mentre l’ennesimo straniero le smozzica la stessa domanda in qualche variazione particolare di un inglese deformato dall’accento francese. Il cursore del mio msn lampeggia, io non so cosa rispondere. Alla fine mi si stringe un pò il cuore e mi passano davanti agli occhi centinaia di immagini di quasi due anni passati più o meno in strada, tutti condensati nella pregnante immensità di un paio di secondi, poi riesco solo a digitare un “Grazie” e la connessione muore, e Alessandro e Voghera e gli spinelli fumati nel bagno della scuola e i secchi d’acqua tirati in testa alle ragazzine dal secondo piano e quella volta che ci accusarono di aver defecato nel secchio del Mocho Vileda, tutte queste cose vorticano e spariscono come risucchiate dallo scarico di un lavandino mentale che mi riporta al corrente istante, in una Australia invasa da tedeschi e francesi, che mi sembra solo un parco giochi per ragazzetti under 25 de-generazione post 1980 ...............

Lo stesso smarrimento che io provo nei miei viaggi, perchè è il mondo stesso che mi smarrisce, e mi chiedo come la gente possa stimare uno che come me ha rifiutato in primis il concetto stesso di un’esistenza normale. Io sono un reietto e uno sbandato, un tossico idelogico, uno che se parlasse con vostra madre le farebbe bagnare le mutande, ancora adesso nei suoi 50 anni. Perchè l’unica differenza tra chi è come Alessandro (e non lo dico per feririti amico, ma per darti un ennesimo scrollone) e chi è come me sta solo nel fatto che ci separa una rinuncia. E un muro di paura, che deve essere superato. E’ esattamente come quando dicevo ai miei amici, affittiamo un furgone e andiamo a fare un giro in Europa a suonare, questi mi dicevano “E se il furgone si rompe, cosa facciamo?” e io mi sentivo uno stronzo schiacciato da un anfibio militare e rispondevo “E se invece ce la facciamo senza nessun problema?”. Nessuno ha mai pensato che le cose potessero andare bene, sempre intento a programmare un futuro da sfera della maga turchina, quindi le loro facce rimanevano vacue, e mi ripetevano. “E se il furgone si rompe e rimaniamo a piedi, cosa facciamo?” A quel punto, rimaneva solo l’opzione cambiare discorso.

Insomma, Alessandro e tutti quanti, questo non è un invito a partire, perchè l’idea di fondo non sta solo nel viaggio, aiuto per la conoscenza, ma nella stessa melassa che ricopre le vostre vite. E’ un concetto di azione, di rimozione delle paure e dei dogmi. La paura dell’ignoto non può esistere perchè dall’altra parte del mondo, magari in Bolivia o in India, nello stesso istante che io sto scrivendo queste cose, qualche altra persona le sta pensando in relazione alla propria identità culturale e nazionale. Scrollarsi le paure di dosso per smettere di stimare uno stronzo come me che di stima ne merita ben poca, e se mi stimate, vuol dire che le vostre vite fanno proprio schifo. Mi dispiace, e ora è meglio che la smetta, è ora di andare a mandare ai posteri queste 60 righe di saggezza darwiniana. No, Charles non centra niente, se non per il fatto che ha dato il nome a questa noiosissima, ma placida città tropicale.

( estratto dal sito http://www.monkeyrockworld.com/2009/06/una-lettera-aperta-agli-italiani/ - assolutamente da visitare)

e numerosissime altre pagine con i consigli utili ...

Vedi anche: L'abito non fa il mokey

http://www.monkeyrockworld.com/2009/09/l-abito-non-fa-il-monkey/