Antonio Greco - La rosa dei Talenti

12.07.2009,16:11 - Distribuiscono poltrone a chi è amico, più o meno potente. Istituzioni, eserciti di gente nonchalante o mal formata che, ogni tanto alzano un po' di polvere...

Signor Greco, quando e perché decise di lasciare l’Italia?

Decisi di emigrare nel ' 82, fondamentalmente per due motivi :

- perché nella società per la quale lavoravo (del gruppo IRI) si vedevano già allora i favoritismi per quelli che, per meriti di "conoscenze", avevano il diritto di passare avanti agli altri (sistema che successivamente iniziò a dilagare sempre più nel settore pubblico, contribuendo ad abbassare il livello di qualità e ad aumentare quello dell’ irresponsabilità).

- viaggiando molto in U.E., compresi che la qualità di vita raggiunta in molti Paesi europei non era facilmente raggiungibile in Italia.

Che tipo di attività ha svolto, da espatriato ?

Ho fatto il “posteggiatore di satelliti”. In pratica ho lavorato fino al 2000 all’Eutelsat (operatore europeo di satelliti, con sede a Parigi). Esperienza di lavoro che mi ha permesso di lavorare in un contesto europeo e che mi ha dato molte soddisfazioni. Mi sono trovato a confrontarmi, in campo tecnico/telecomunicazioni, con tecnici di culture ed esperienze diverse. Il confronto, ho poi realizzato, non solo stimola ma dà anche occasioni di progresso.

Divenuto pensionato, ho continuato a lavorare per un po’, da consulente, per l’ESA, ente spaziale europeo.

In pratica potrei dire che sono un napoletano, che ha vissuto a Roma, avrebbe voluto lavorare a Londra, si è accontentato di lavorare a Parigi (con frequenti lunghe missioni a Ginevra).

Quali le esperienze fatte all’estero ?

Grazie al mio lavoro ho avuto l’occasione di viaggiare molto in Europa. E’ cosi che ho scoperto le ragioni per cui la qualità delle istituzioni e la qualità di vita raggiungibile in altri Paesi europei non è ottenibile in Italia.

Pur vivendo in Francia da moltissimi anni, ho continuato a seguire le vicende italiane, in campo economico e sociale, e non solo per motivi professionali, ma anche per interesse personale. Le riflessioni fatte mi han portato a individuare non solo le evoluzioni negative italiane degli ultimi anni, ma anche le loro cause primarie.

Sono arrivato alla conclusione che molti Italiani che han fatto una buona riuscita professionale in Europa, non potevano facilmente farla in Italia, ove la società propone grippaggi e ostacoli. Ed inoltre l’apprendimento in un altro Paese di metodi di lavoro efficienti e moderni ha spesso aumentato il loro potenziale di riuscita.

. Le esperienze che ho fatto mi hanno permesso di pubblicare (sia in italiano che in francese) un saggio dal titolo " Quale futuro per l'Italia e per la Francia? Sviluppo o sottosviluppo? Lo stivale sta scivolando. La Francia ci resta a galla?" ( Ed. Sovera).

Intende dire che in altre Nazioni europee la qualità di vita era od è migliore di quella italiana?

Ho trovato una differenza fondamentale, in tanti Paesi dell’U.E. occidentale, rispetto al Bel Paese : il cittadino é servito, rispettato dalle strutture sociali, non sopraffatto....In Italia, negli anni ‘ 50, fu espressamente fondato il partito dell’Uomo Qualunque, avente lo scopo di eliminare le sopraffazioni dei cittadini da parte dello stato. Tale partito non riusci nell’intento. Oggi ho capito perché.

Può indicarci il suo metro per giudicare la qualità di vita in Italia o altrove ?

Credo che la differenza fodamentale sia : in tanti Paesi dell’Europa Occidentale i funzionari pubblici ( in inglese “civil servants”) hanno l’imperativo categorico di servire il cittadino, con tempestività, in tutte le necessità previste dalle strutture pubbliche. Non esiste il Doppio Scenario (la finta realtà, e la vera realtà nascosta).

In Italia invece i ruoli degli uomini pubblici hanno lo scopo di dare poltrone comode a chi è amico di qualcuno, più o meno potente. In pratica noi abbiamo nelle istituzioni eserciti di gente nonchalante o mal formata che, ogni tanto si dà da fare per alzare un po’ di polvere... Risultati adeguati non ce ne sono, ma emergenze si ......Le parlo di confronti fatti con la maggior parte della ex U.E. (i quindici).

Quale lato della vita italiana lei ha seguito, pur vivendo e lavorando in Francia ?

Sono stato indotto per motivi professionali a delle serie riflessioni sulle prospettive dello sviluppo economico. In pratica ho cercato per almeno un decennio, la risposta a questa domanda : perché le strutture sociali italiane (istituzioni, associazioni) non sono capaci di dare al Paese o alle comunità quei risultati soddisfacenti che sono invece frequenti in Europa ? Intendendo per risultati sia quelli sociali che quelli economici.

Quali le valutazioni sulla società italiana che lei ha fatto ?

L’ amara verità, identificata viaggiando in U.E. : è facile riscontrare che in Europa occidentale le capacità di gestione dei grandi sistemi - in pratica l’affidabilità e la qualità dei risultati - sono di livelli molto più alti rispetto ai nostri. Ormai risulta chiaro che gli Italiani, là dove altri europei mostrano risultati, producono facilmente chiacchiere o emergenze !

Le maggiori caratteristiche dei grippaggi italiani ?

L’Italia é forse l’unico Paese della U.E. occidentale in cui si sono diffusi, in molte regioni e negli ultimi lustri, sia nelle attività economiche che nella vita pubblica, i seguenti comportamenti:

· diffusione nelle attività economiche della comprensione intuitiva e personale e di interpretazioni personali, spesso preferite alla valutazione oggettiva e chiara;

· abitudine a privilegiare, nella vita sociale come nel lavoro, lo scenario apparente rispetto alla realtà oggettiva (costume comune a tanti Paesi latini);

· improvvisazione e approssimazione.

A causa delle abitudini suddette, nella vita sociale italiana esiste una grossa pecca. La mancanza di una organizzazione adeguata alle circostanze, di chiarezza e di precisione sufficienti, fa si’ che l’associazione in un’attività di un gran numero d’Italiani si distingue molto spesso per :

· la mancata chiarezza iniziale nella definizione delle condizioni in cui l’ attività va inserita, comporta la insorgenza di zone grige, generatrici di difficoltà;

· inefficienze, ritardi, difficoltà impreviste;

· la mancanza di riflessione razionale e analisi serie porta, ad esempio, in presenza di cattivi risultati, a effettuare cambiamenti radicali piuttosto che individuare l’elemento particolare difettoso da correggere.

Tanti Italiani, espatriati in tanti Paesi, hanno faciltà a distinguersi (siamo i più brillanti degli Europei se emigriamo) nelle loro attività. Ma spesso gli stessi, avendo cercato di distinguersi in Italia, hanno fatto un buco nell’acqua, a causa di un maleficio nazionale che non spinge gli uomini giusti al posto giusto, ma gli uomini lottizzati nel ruolo meglio pagato.

Grazie Sig. Greco. Leggeremo senz'altro i suoi libri.

Da oggi Antonio Greco

fa parte della ROSA DEI TALENTI italiani all'estero