Siamo gli ultimi cristiani?

Enzo Bianchi - foto tratta da commons.wikimedia.org

Di recente Enzo Bianchi ha ricordato uno strano avvertimento ricevuto tanto tempo fa da un amico teologo, che si chiedeva e gli chiedeva: “Siamo forse gli ultimi cristiani”? Circa venti anni fa, nel mio piccolo, mi è capitato un episodio del genere, come quello descritto da Bianchi. E non a causa di un teologo, ma per una domanda innocente, intelligente, incredibile e imprevedibile di una giovane studentessa, impegnata in una comunità, che mi chiese a bruciapelo: “Ce la farà il cristianesimo a sopravvivere in futuro in un mondo come questo?”. Rimasi stupefatto e spiazzato, per cui, dopo un breve mutismo da parte mia, provai a rispondere, balbettando qualcosa: ”Non ti so rispondere, la tua è una domanda talmente imponente e non certo alla portata di piccoli uomini come me. Mi hanno però insegnato che le vie del Signore sono infinite e quindi penso di sì, i cristiani diventeranno ancora di più una minoranza, ma una minoranza più bella e attraente, ancorata solo alla Parola di Gesù da vivere insieme a tanti altri uomini di varie tendenze, la Chiesa sarà completamente diversa da come noi due l’abbiamo conosciuta, più libera e più credibile, ma temo che né io di certo, ma forse neppure tu, anche se sei giovane, vedrai quella che oggi appare l’inimmaginabile trasformazione che verrà fuori da questa rinascita e dalla crescita del Regno di Dio, perché lì dobbiamo arrivare, il resto verrà automaticamente meno”. Forse oggi potrei aggiungere: ci sono nuovi imprevisti motivi di speranza e nuove possibilità di essere cristiani in questa nuova epoca, ma comunque può essere che siamo gli ultimi cristiani di una certa epoca, cosiddetta della cristianità, durata secoli, con tante luci e anche però tante ombre, ormai però in via di estinzione, per fare spazio ad altre forme più essenziali, mature, più fraterne e concrete di vita evangelica. Ringrazio però Enzo Bianchi per averci svegliato con una provocazione così forte, di certo inquietante, ma che non mi impaurisce e che in fondo risuona solo come l’evangelico “Alzati e cammina”.

Silvano Magnelli