La crescente efficienza degli algoritmi di compressione ( vedi: formati digitali ) e il costante aumento della capacità delle memorie allo stato solido sta rendendo rapidamente obsoleta la registrazione su nastro magnetico, che comunque è stata per 50 anni alla base dell'industria degli audiovisivi.
E' noto che la registrazione magnetica consiste nell'orientare, grazie al campo magnetico generato da minuscoli elettromagneti chiamati testine di scrittura, le particelle di materiale ferromagnetico depositate sulla superficie del supporto ( lo stesso principio viene utilizzato negli hard disk dei computer ).
Il processo di lettura avviene ad opera delle stesse ( o di altre ) testine che rilevano le variazioni di intensità del campo magnetico mano a mano che le particelle variamente magnetizzate vi passano davanti.
Per poter registrare su nastro magnetico un segnale video, che presenta frequenze dell'ordine dei mega hertz, è necessario che il nastro scorra davanti alle testine di lettura/scrittura alla velocità di alcuni metri al secondo. A metà degli anni '50 la Ampex risolse questo problema montando 4 testine su un tamburo che ruotava a grande velocità ( 250 giri al secondo) davanti a un nastro alto due pollici che avanzava a velocità relativamente contenuta (39,7 cm/sec) in direzione parallela all'asse di rotazione del tamburo, generando delle tracce quasi verticali.
Successivamente viene adottato il sistema a scansione elicoidale, utilizzato, oltre che nell'ambito della registrazione video, anche in quello dei calcolatori, per archiviare grandi quantità di dati. In questa configurazione il nastro magnetico si avvolge obliquamente attorno al tamburo rotante sul quale sono montate le testine di lettura e scrittura.
Le immagini successive mostrano l'interno di un registratore VHS, dove si vedono la cassetta con lo sportellino sollevato e il nastro avvolto attorno al tamburo rotante. Nel dettaglio ingrandito è indicata una delle due testine rotanti.
Qui sotto è rappresentata schematicamente la disposizione delle tracce su un nastro VHS . Sopra e sotto alle tracce oblique tracciate dalle testine rotanti, ognuna delle quali corrisponde a un fotogramma, sono visibili due tracce longitudinali, una per i segnali di sincronismo e una per l'audio.
Pur presentando tutti fondamentalmente la stessa struttura, i vari formati di registrazione via via proposti dalle case costruttrici differivano tra loro per le dimensioni e la velocità di scorrimento del nastro, il numero di tracce audio, la possibilità di avere un time code e numerose altre caratteristiche che ne determinavano il costo, la qualità dell'immagine e di conseguenza l'ambito di utilizzo ( amatoriale, professionale, broadcast ).
All'inizio si usavano nastri a bobina aperta:
1" (1 pollice) che nel formato "C" è stato utilizzato fino alle soglie del 2000 nel settore broadcast;
1/2" (1/2 pollice = 1,27 cm) proposto per il settore istituzionale (scuole, aziende...) non ebbe grande diffusione.
Alla fine degli anni'70, dopo alcuni tentativi falliti, come il VCR, cominciarono a diffondersi le videocassette:
U-Matic, (Sony, con nastro da 3/4 di pollice), poi evoluto nel BVU;
Betamax ( Sony) e VHS (JVC), con nastro da 1/2 pollice, che all'inizio degli anni '80 si sono contesi il mercato amatoriale eliminando rapidamente il Video 2000 proposto dalla Philips
Betacam, MII, (1/2" per il settore broadcast);
video 8 (1/4 di pollice), sviluppato da Sony per conquistare il mercato delle videocamere amatoriali, nella versione Hi8 è stato ampiamente usato dal settore professionale a basso costo;
SVHS, derivato dal VHS per il settore professionale.
Negli anni '90 sono stati introdotti i formati digitali che inizialmente sono stati indicati con una numerazione progressiva : D1, D2, ....
Nei primi anni del 2000 sono stati usati il Betacam SX (quattro canali audio) e IMX ( 8 canali audio); entrambe usano una compressione di tipo MPEG. Meno diffuso è stato il Digital S o D-9 (due canali audio) su meccanica derivata dal SVHS che come i Betamax usa nastro da 1/2 pollice. Per l'alta definizione ( HD ) era stato creato il formato HDCAM.
DVCAM (Sony) e DVCPRO (Panasonic), usati nel settore professionale e broadcast, pur con una meccanica più robusta e affidabile, usano lo stesso formato di nastro (1/4 di pollice) e lo stesso tipo di compressione del DV che, nella versione con cassetta piccola ( Mini DV ) era stato destinato al mercato amatoriale assieme al Digital 8 ( su cassette video 8 ) .
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