Sottobanco, i baroni di Guidonia
struttura in ferro di un banco doppio e sotto-banco, 75 x 50 x 140 cm
VS
Michelangelo Merisi da Caravaggio, I bari, 1594
olio su tela, 94×131 cm, Kimbell Art Museum, Fort Worth
descrizione sintetica da outdoor lesson
Un banco trovato privo del ripiano è stato il pretesto per mettere in campo l'operazione più ironica tra i diversi interventi. Il riferimento è un'opera di Caravaggio che, tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, ha realizzato un numero significativo di capolavori tali da cambiare il corso della storia dell'arte. Ne I bari del 1594 uno sventurato ragazzo cade nella trappola tesa, sottobanco, da due malfattori.
La perdita del ripiano ha svelato lo spazio sottostante, il sottobanco, luogo segreto ove nascondere appunti e libri da sbirciare con abilità magistrale durante una verifica o un'interrogazione, ma anche pizzini giunti da altri studenti, fino al terzo cellulare, ultimo rimedio per situazioni disperate. La malcapitata vittima del raggiro è evidentemente il professore, ignaro della frenetica attività sommersa messa in atto dai baroni di Guidonia.
Mercato nero_ Il sottobanco in ambito scolastico indica lo spazio nascosto che l’alunno, talvolta, utilizza per avere un vantaggio che è quello di riuscire a prendere un bel voto. Questo termine che indica l’agire senza farsi vedere o in segreto per non essere scoperto, trovò ampia attuazione in Italia durante la Seconda guerra mondiale. La scarsa possibilità di trovare alimenti per il blocco del mercato interno, la gestione insufficiente delle Autorità nella distribuzione dei viveri alla popolazione affamata e le requisizioni attuate dai soldati alleati per garantire i rifornimenti al fronte, provocarono un forte aumento dei prezzi e la nascita di un mercato sottobanco, che di nascosto garantiva, tramite il baratto, gli alimenti primari in cambio di beni personali che potevano anche essere case o terreni. Chi lo gestiva si arricchiva a discapito di coloro che, per necessità, erano costretti a privarsi di tutto per riuscire a sfamare la propria famiglia, nella speranza che la guerra, con i suoi orrori, da lì a breve sarebbe finita. Se la guerra però, con la sua follia, può non concedere agli uomini altre possibilità di agire, l’alunno ha sicuramente la libera scelta di decidere su come sia giusto comportarsi. In questo senso la storia, quale maestra di vita, insegna a non ripetere gli stessi errori fatti in passato e questo vale anche per un bel voto preso con una azione sleale nei confronti dei compagni e professori.
ILARIA GALIOTO 5E
Il triplice inganno_ L’inganno è parte dell’essenza umana e per questo si manifesta nelle più svariate forme. Uno degli episodi più celebri in cui l’ingegno umano è stato usato ai danni del prossimo è sicuramente quello del cavallo di Troia, stratagemma narrato da Omero e poi, secoli più tardi, da Virgilio nella sua Eneide. Per vincere una estenuante guerra ormai decennale il più astuto tra gli Achei, l’illustre Ulisse, concepisce un piano che si rivelerà vincente: far credere ai troiani di essersi arresi, lasciando loro un enorme cavallo di legno come dono, per poi, una volta trasportato all’interno delle mura della città, rivelare la reale natura di questo “regalo”. Al suo interno, infatti, sono nascosti Ulisse stesso e i suoi migliori combattenti, che batteranno facilmente gli abitanti di Troia, completamente storditi dall’alcol consumato durante la celebrazione della falsa vittoria. Dietro questo episodio di per sé denso di menzogne si nasconde però un altro inganno, in quanto recentemente è stata avanzata l’ipotesi che l’ “hippos” non fosse un equino, bensì una nave, trasformata in un animale da un errore di traduzione. L’errore commesso secoli fa continuerebbe così a ingannare ancora oggi chiunque venga a conoscenza della versione sbagliata del mito, questo perché è insita nei racconti orali quali erano i poemi omerici prima di essere trascritti, una scarsa veridicità storica, annullata dalle costanti rielaborazioni attraverso gli anni. Se ne può così dedurre che, in realtà, l’inganno più grande ai danni degli uomini viene perpetrato, da sempre, dalla tradizione, spesso lontana dalla realtà dei fatti.
FRANCESCA AMICI 4H
Aquile Randagie_ Così come i ragazzi si ingegnano per nascondere bigliettini, suggerirsi e passarsi biglietti, merendine, gomme da masticare ed altro furtivamente “sottobanco”, così la resistenza scout, durante la seconda guerra mondiale, ha dovuto nascondersi, combattere, scappare e mimetizzarsi tra la folla affinché l’associazione scoutistica sopravvivesse ai divieti fascisti. “Noi dureremo un giorno in più dei fascisti”, questa è la frase che viene citata all’inizio ed al termine del film Aquile Randagie, tratto da una storia vera, diretto da Gianni Aureli nel 2019, in cui lo stesso regista, ex scout, riconosce e racconta il grandissimo impegno, la dedizione e la testardaggine di un gruppo scout che voleva sopravvivere ad ogni costo ed oltre ogni imposizione.
GAIA RINALDI 3B