Charlie was here
banco doppio, matite, marker, 75 x 50 x 140 cm
VS
Maurizio Cattelan, Charlie don’t surf, 1997
manichino in lattice, abiti, matite, banco, sedia, 112 x 71 x 70 cm, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
descrizione sintetica da outdoor lesson
Maurizio Cattelan è probabilmente l'artista italiano vivente più famoso al mondo. Ironia, irriverenza e arguzia sono i suoi tratti distintivi esplicitati nelle sue opere da giochi di parole, doppi sensi e allusioni. Molte raccontano di immobilizzazioni forzate come Charlie don’t surf del 1997, nella quale un manichino-studente è seduto su una sedia con le mani poggiate su un banco, trafitte da due matite: una crocifissione inversa nella quale i chiodi sono sostituiti da un oggetto che rimanda inevitabilmente alla scuola. Il titolo allude ad una frase tratta da Apocalypse Now, il film di Francis Ford Coppola del 1979, mediata dal brano dei Baustelle sul disagio giovanile Charlie fa surf (2008). Ne emerge l'immagine di una scuola repressiva, un centro di addestramento nel quale è tutto governato dalla doverizzazione.
Charlie was here è strutturata come l'installazione originale, ma il manichino non c'è, Charlie è andato via, si è sottratto alla condizione di costrizione fisica e mentale lasciando sul banco le due matite infilzate e una scritta che testimonia l'essere stato lì in una condizione di prigionia. L'augurio è che nessuno studente viva più la scuola in una condizione di cattività.
Maurizio Cattelan
Charlie don’t surf
Charlie was here
Prigionia e ribellione_ Le tematiche della prigionia e dell’immobilizzazione forzata ricorrono nel film Unbroken del 2014 di Angelina Jolie nel quale un talento mondiale del mondo dell’atletica è costretto a fermare la sua attività agonistica a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Dopo esser stato catturato dai giapponesi nel 1943, durante una spedizione di salvataggio, Louis Zamperini si ritrova a vivere in uno stato di prigionia e nella continua umiliazione fisica e psicologica. In una scena il protagonista, sollevando una trave, lancia un chiaro segnale di ribellione e resistenza contro le vessazioni subite nel campo di concentramento giapponese.
LORENZO IELAPI 3B
Le ali della libertà_ Reclusione e libertà sono condizioni esistenziali che vengono trattate nel film "Le ali della libertà" del 1994, diretto da Frank Darabont. Andy, eccellente funzionario bancario, accusato ingiustamente di omicidio viene spedito nel carcere di massima sicurezza di Shawshank. Il protagonista ha perso tutto, famiglia, lavoro e libertà ed è costretto a subire e condividere insieme agli altri detenuti la cruda e violenta realtà di un carcere rigido, gestito da un direttore, corrotto e impietoso. Per anni l'uomo, umiliato e maltrattato vive in una condizione di sofferenza ma non abbandona la speranza: vuole riprendersi la sua vita. L'assoluta ribellione fisica non basta e porta alla cella d'isolamento, mentre gesti astuti e ingegnosi sollevano l'uomo dalle costrizioni. In alcuni scene dona anche se per un attimo la libertà agli altri detenuti, i quali gioiscono all'ascolto di Mozart o al sapore di una semplice birra. Andy era stato a Shawshank, fugge ed è finalmente libero, e il suo forte segnale di speranza rende ai compagni una condizione di vita migliore durante la reclusione.
CHRISTIAN FELLI 4H