double desk trib[ut]e - Ascolti[amo]

Audiodescrizione sperimentale_ Questo progetto consiste nella realizzazione sperimentale di un’audiodescrizione dell’installazione e dell’opera a essa confrontata con il fine di rendere maggiormente accessibile l’esposizione alle persone con disabilità visiva. A causa della pandemia, infatti, non è più possibile toccare l’opera e eventuali riproduzioni in resina o usare testi in Braille, rendendo più difficile per i disabili visivi la partecipazione alle mostre d’arte in autonomia. Gli obiettivi del progetto sono: una maggiore accessibilità, l’integrazione e la sensibilizzazione sul tema della disabilità visiva di cui, ancora oggi, si parla molto poco. Siamo di fronte all’installazione intitolata “Enigma centenario”.

Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.

Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, 1943

SILVIA BELLAVEGLIA 5E

Audidescrizione sperimentale

foto di Roberto Ianigro

foto di Ciro Vitale

Processo_ La sperimentazione è stata proposta da Silvia Bellaveglia, studentessa di un quinto scientifico, e portata avanti in collaborazione con Federico Bassani, ex studente ipovedente dell'istituto. In completa autonomia Silvia ha inizialmente condotto un'approfondita ricognizione sulle ricerche effettuate sull'argomento per acquisire le adeguate competenze necessarie alla stesura di un testo concepito in modo da consentire, con l'ascolto, la ricostruzione mentale dell'immagine di un oggetto. Diverse conversazioni telefoniche con Federico sono state preziose per verificare concretamente quanto appreso teoricamente. Completato il testo in forma definitiva si è proceduto alla registrazione del brano in collaborazione con il prof. Leandro Sorrentino, le cui competenze nel sound design hanno permesso di conferire al sonoro qualità e specifico carattere. Il 29 marzo 2021 Silvia e Federico si sono incontrati per la prima volta di persona e Federico ha accettato di testare il dispositivo elaborato da Silvia. Senza aver ricevuto alcuna informazione sull'installazione presa in esame, ha ascoltato i 5 minuti di audiodescrizione. Ha immediatamente espresso apprezzamento per il lavoro esaustivo e dettagliato svolto da Silvia. Ha poi ispezionato l'istallazione toccandola con le mani, riscontrando la corrispondenza con l'immagine mentale appena formatasi. Ha anche riconosciuto l'oggetto celato al di sotto del rivestimento, risultato per nulla scontato per i normovedenti.

È significativo evidenziare che, prima di proporsi, Silvia non aveva competenze specifiche rispetto alla tematica affrontata, competenze che sono state invece sviluppate e acquisite in ragione di una iniziale scelta autonoma e di un altrettanto personale percorso formativo ed evolutivo.

R.I.

foto di Roberto Ianigro

Nel paese dei ciechi, H. G. Wells_ Nel paese dei ciechi è un racconto di fantascienza di H. G. Wells nel quale il protagonista, Nuñez, durante un’arrampicata cade nella valle nota come il Paese dei Ciechi. Nella valle si era diffuso un morbo che rendeva ciechi gli abitanti, i quali, essendo isolati dal mondo esterno, di generazione in generazione hanno dimenticato cosa sia la vista e ogni convenzione culturale della società tradizionale. Nuñez, inizialmente, si sente superiore a loro poiché possiede il senso della vista e cerca di dominarli e di diventare il loro re. Dopo alcuni giorni di permanenza, però, inizia a rendersi conto di quanto si siano affinati i sensi dei ciechi: essi si muovono sicuri sulle loro strade, con tutte le curve della stessa angolazione, e cambiano intonazione a seconda dell'espressione del volto. Gli indigeni definiscono Nuñez come un “diverso” perché continua a cercare di spiegare inutilmente cosa voglia dire la parola “vedere”. Così egli cerca di dimostrare con i fatti a cosa serve la vista, ma non ci riesce perché i sensi dei ciechi sono così fini da riuscire a prevedere le sue mosse. Non riuscendo a dominare gli abitanti o ad adattarsi alla loro cultura, alla fine Nuñez decide di andarsene per tornare nel mondo esterno.

SILVIA BELLAVEGLIA

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