Incomplete flipped classroom
struttura in ferro di 9 banchi doppi (75x50x140 cm)
VS
Sol LeWitt, Incomplete Open Cubes, 1974/82
122 telai in legno dipinto su legno dipinto, 66x66x66 cm (telaio)
descrizione sintetica da outdoor lesson
Nove telai di banchi doppi sono stati ribaltati di 180 gradi e disposti, parallelamente o perpendicolarmente al percorso, all'interno di nove quadrati definiti dal nastro bianco e rosso. Il prato nasconde il telaio rettangolare lasciando visibili solo le 36 zampe. Il riferimento diretto è a Incomplete Open Cubes di Sol LeWitt del 1974, un'opera ascrivibile tanto all'arte concettuale che alla minimal art. Quest'ultima assembla, seguendo criteri di modularità e ripetizione, forme elementari realizzate con materiali industriali. Donald Judd, uno dei principali esponenti dell'arte minimalista, chiarisce che un’opera d’arte deve essere soltanto interessante. Non è necessario per un lavoro avere molte cose da guardare, comparare, analizzare una a una, contemplare. La cosa come un intero, le sue qualità come un intero, è questo ciò che è interessante. Le cose importanti sono sole e sono più intense, chiare e potenti. Incomplete Open Cubes di Sol LeWitt propone le 122 possibili variazioni di un cubo aperto incompleto (formato da un telaio definito solo dai suoi spigoli al quale mancano una o più parti).
La collocazione anomala dei telai rimanda qui al concetto di classe ribaltata (flipped classroom), una metodologia didattica che prevede un'inversione dell'abituale ciclo di apprendimento (lezione frontale, studio domestico, verifiche) e che potrebbe essere declinata in termini ancor più evolutivi.
Minimal art_ Il termine è stato introdotto per la prima volta da Richard Wollheim per indicare la riduzione del contenuto artistico dell’ultimo cinquantennio. Infatti gli artisti di questa tendenza usano forme semplici ed elementari, essenzialmente nella scultura (volumi geometrici elementari), poi il termine è stato esteso anche alla pittura. Per le loro realizzazioni gli artisti si servono di materiali industriali come lastre di metallo, tubi al neon, plexiglas, legno e mattoni, dei quali viene anche conservato il colore originario. A livello compositivo prevalgono i criteri di modularità e ripetizione, riducendo o annullando le relazioni significative tra gli elementi dell’opera. Tali scelte determinano un aspetto volutamente impersonale e scarsamente emozionale.
What You See Is What You See
Frank Stella
Un’opera d’arte deve essere soltanto interessante. non è necessario per un lavoro avere molte cose da guardare, comparare, analizzare una a una, contemplare. La cosa come un intero, le sue qualità come un intero, è questo ciò che è interessante. Le cose importanti sono sole e sono più intense, chiare e potenti.
Donald Judd
R.I.
Quello non l'ho fatto io!_ Come nell'arte concettuale la realizzazione dell’opera viene delegata a terzi, limitando così l'intervento dell'artista alla sola fase ideativa. Questo è un passaggio fondamentale nella storia dell'arte: la trasformazione dell'opera in un manufatto progettato. In molti casi tale procedura è decisamente necessaria per le dimensioni e le caratteristiche dell'intervento, come per i grandi impacchettamenti di Christo.
Nell’arte concettuale l’idea o concetto è l’aspetto importante del lavoro. Quando un artista utilizza una forma concettuale d’arte, vuol dire che tutte le programmazioni o decisioni sono stabilite in anticipo e l’esecuzione e’ una faccenda meccanica. L’idea diventa una macchina che crea l’arte.
Sol LeWitt
R.I.
Che combinazione!_ Un cubo è aperto se formato da un telaio definito dai suoi spigoli. Incompleto se al telaio manca una o più parti. Quanti cubi aperti incompleti è possibile costruire sottraendo dal cubo aperto completo da una a undici parti? Il calcolo combinatorio ci fornisce il risultato. Si tratta di combinazioni semplici (senza ripetizioni) con n elementi presi k alla volta: C n,m = n! / k!(n-k)!. Quindi sommando 11 + 66 + 220 + 495 + 792 + 924 + 792 + 495 + 220 + 66 + 11 otteniamo 4094 possibili combinazioni.
Nel 1974 Sol LeWitt progetta Incomplete open cubes un opera che parte dalle possibili combinazioni ottenibili sottraendo ad un cubo aperto alcuni elementi del telaio. Riduce le possibili 4094 combinazioni inserendo tre regole: elimina le soluzioni che non ricostituiscano il volume (cioè che appartengano a una sola faccia), esclude quelle che presentino discontinuità (elementi staccati), rimuove quelle ottenibili da una soluzione esistente attraverso una rotazione. Raggiunge così 122 combinazioni possibili. Sol LeWitt realizza uno schema complessiva dell’opera. Diversi studi accademici sono stati condotti sulla correttezza matematico-geometrica della procedura. Il risultato è stato che, in effetti, le possibili combinazioni date le premesse sono effettivamente 122.
La caratteristica più importante della forma cubica è che è relativamente poco interessante. Confrontato con qualsiasi altra forma tridimensionale, il cubo manca di qualsiasi forza aggressiva, non implica movimento ed è minimamente emotivo. Quindi è la migliore forma da usare come elemento base per qualsiasi altra elaborata funzione, l’elaborazione grammaticale dalla quale il lavoro può procedere. Perché è standard ed è universalmente riconoscibile, nessuna intenzione è suggerita all’osservatore. E’ immediatamente riconoscibile che il cubo rappresenta il cubo, una figura geometrica che di per sè è incontestabile. L’uso del cubo elimina la necessità di inventare un’altra forma e riserva il suo uso per l’invenzione.
Sol LeWitt
R.I.
Una danza per le mani_ Joachim Koester è un artista di Copenaghen noto per il premio Eckersberg Medal. Un fotografo concettuale che rivisita alcune forme del passato con uno spirito cinematografico. Utilizza la fotografia per creare una tensione tra razionale ed irrazionale e per trovare una relazione tra la scienza e l’esperienza reale. Nella galleria Nicolai Wallner è presente una variazione di Incomplete Open Cubes di Sol LeWitt con un approccio filmico nella quale crea una “danza per le mani” riproponendo attraverso essa la forma dei cubi. Un’installazione realizzata su pellicola in bianco e nero con un approccio sperimentale in linea con quello minimalista dell’autore dell’opera.
AURORA LEONARDI 3B
Rovescio_ Il mondo alla rovescia è un tòpos della creazione narrativa ricorrente sia in ambito letterario che teatrale che prevede il rovesciamento di ruoli, relazioni e convenzioni sociali. Maestro di questa tecnica fu il letterato latino Plauto, il quale nelle sue commedie dava sfogo a tutta la sua immaginazione prendendosi beffe di personaggi che, nell’immaginario comune dovevano rappresentare figure autorevoli, ma che poi si lasciavano manipolare e soggiogare da figli, mogli o servi, descritti come menti argute e brillanti a dispetto del loro rango sociale e degli stereotipi che circolavano sul loro conto. Ad essere rovesciati sono dunque tipi sociali, ma anche i principi morali che li muovono, creando una realtà completamente diversa da quella che era la società romana contemporanea al letterato.
SARA SEGATORI 5E
Classe capovolta_ Nel film L'attimo fuggente di Peter Weir, il professore John Keating interpretato da Robin Williams insegna ai suoi allievi un nuovo modo di percepire se stessi e di guardare il mondo sotto diversi punti di vista, allontanandosi dai tradizionali schemi scolastici. “Dovete sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo vi apparirà diverso” dice il professore Keating in piedi sulla cattedra. A questo film si può associare l'idea di classe capovolta ovvero un metodo che ribalta il tradizionale apprendimento scolastico dove lo studente diventa il protagonista della lezione.
RICCARDO CRICCA 2E
Cippi_ Cippi Nell'installazione "Incomplete flipped classroom" vediamo nove telai di banchi doppi che sono stati ribaltati di 180 gradi e disposti all'interno di nove quadrati definiti dal nastro bianco e rosso. A colpo d'occhio sono quindi visibili solamente le 36 zampe che poste ad una certa distanza l'una dall'altra potrebbero ricordare un cimitero. In particolar modo, ho trovato una somiglianza con la scena finale del film del 1967 intitolato "Hair" che rappresenta uno scontro generazionale, la rottura con un passato conservatore e statico che non voleva rendersi conto di un cambiamento imminente e che viene considerata una commedia precorritrice del movimento New Age. Questo nuovo movimento proponeva un adattamento alle novità e incitava le persone a pensare con una nuova mentalità, libera dai pregiudizi del passato. Viene portato in scena quindi un rovesciamento del passato, che porta all'innovazione e al progresso delle civiltà. Allo stesso modo è presentata la classe rovesciata; i banchi sono posti in modo da indicare quella nuova metodologia di didattica che racchiude in sé un nuovo modo di apprendere. Concettualmente possiamo quindi affermare che il film e l'installazione presentano idealmente due tematiche molto simili, ma cercando una somiglianza visiva possiamo mettere a confronto l'installazione con la scena finale del film nella quale vediamo degli amici davanti a delle lapidi tra cui quella di un loro amico perso durante la guerra in Vietnam, mentre la folla manifesta a favore della pace davanti alla Casa Bianca.
AURORA MATTEI 4H
Reload_ L'ipotesi progettuale parte dal proposito di realizzare una nuova serie di cubi aperti incompleti imponendo le stesse limitazioni presenti nell'opera di Sol LeWitt, ma utilizzando un telaio di partenza differente. Abbiamo ristretto il campo d'indagine ipotizzando di utilizzare come nodi, in aggiunta o in sostituzione ai vertici, anche i punti medi delle aste e in un caso i baricentri delle 6 facce. Sono stati così individuati 4 nuovi cubi aperti. Si è scelto di approfondire quello formato tracciando le mediane dei quadrati, che implica una difficoltà equivalente al problema affrontato dall'artista americano, ma anche sufficienti variazioni sul tema. Abbiamo cercato di affrontare il problema con un metodo simile a quello adottato da Sol LeWitt (per quanto desumibile dai suoi schizzi), cioè con una procedura logico grafica. Il processo è partito dall'unico caso costituito da 3 elementi. Poi sono stati desunti i casi costituiti da 4 elementi aggiungendo ogni volta una quarta asta ai nodi liberi di quello a tre aste. Successivamente sono stati eliminati i casi che ripetono una soluzione compatibile (ottenibili attraverso nessuna, una o più rotazioni di un caso già individuato). Si è proceduto allo stesso modo fino al caso che contiene 11 elementi. Il metodo ha consentito di individuare gli 88 casi compatibili, ma anche una struttura molto complessa che mostra come ogni caso con n elementi possa essere generato da uno o più casi con n -1 elementi. Una sfida è stata lanciata al dipartimento di Matematica: risolvere il problema attraverso un algoritmo, un applicazione dei grafi o un processo squisitamente matematico, verificando così se i nostri risultati sono corretti.
R.I.