Banco in Attesa
banco doppio, 140 x 50 x 75 cm
VS
Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attesa, 1964
pittura ad acqua su tela, 46 x 38 cm, collezione privata
descrizione sintetica da outdoor lesson
Un banco di colore azzurro è stato montato verticalmente sulla recinzione. Il banco presenta un'inspiegabile fenditura longitudinale larga un centimetro. Immediato ed inevitabile il riferimento a Lucio Fontana, principale esponente dello Spazialismo, che, a partire dagli anni Sessanta, realizza una nutrita serie di opere con lo stesso titolo: Concetto spaziale, Attese. Sono le famose tele tagliate, spesso oggetto di discussione tra docenti e studenti. In realtà non sono semplici squarci. Fughiamo ogni dubbio, non basta munirsi di coltello e procedere all'azione. La tecnica di Fontana ha richiesto un periodo molto lungo di sperimentazioni, sottili accorgimenti e procedure specifiche per ottenere il risultato finale che non è più un quadro ma un oggetto tridimensionale che getta un ponte verso uno spazio insondabile, quella scura fenditura ottenuta con l'aggiunta, sul retro, di una garza nera.
Banco in Attesa prende in prestito la poetica di Fontana, ma poi la ribalta: attraverso la fenditura lascia intravedere una sottilissima striscia verticale di paesaggio circostante.
Spazialismo
Attese_
Lo potevo fare anch'io_ Lo potevo fare anch'io è il titolo di un libro scritto da Francesco Bonami che spiega, con arguta leggerezza, perché l'arte contemporanea è davvero arte. Mostro sempre agli studenti un'immagine di un taglio di Fontana nella prima lezione del primo anno, sollecitando un commento. Ormai conosco già l'esito della provocazione. Il più spregiudicato alza la mano e dice: non è arte perché lo potevo fare anch'io. Passo alla slide successiva che riporta la dicitura: qualcuno avrà detto: questo lo potevo fare anche io. Ma l'affermazione non è corretta. Lo potremmo ri-fare. Non siamo noi ad aver avuto quell'idea. In realtà neanche la seconda affermazione è del tutto vera. Per realizzare un'Attesa occorre, oltre ad aver avuto l'idea, come sostiene Francesco Bonami, curare quelle ferite con amore adoperando una tecnica adeguata messa a punto per anni. La tela è di lino belga a grana media, impregnata sui due lati con una stesura di cementite bianca, poi viene ben tesa sul telaio. Il colore viene dato con idropittura per garantire una superficie particolarmente liscia. La tela viene tagliata quando la vernice non è del tutto asciutta con un taglierino Stanley eseguendo l'azione lentamente dall’alto verso il basso. Sul retro Fontana applica la teletta, cioè una resistente garza nera per evitare che lo squarcio perda la sua forma e per dare un fondo scuro al taglio i cui bordi vengono poi manipolati per migliorarne la convessità.
R.I.
Domanda
Nel regno del Kitsch totalitario, le risposte sono già date in precedenza ed escludono qualsivoglia domanda. Ne deriva che il vero antagonista del Kitsch totalitario è l'uomo che pone delle domande. Una domanda è come un coltello che squarcia la tela di un fondale dipinto per permetterci di dare un'occhiata a ciò che si nasconde dietro. [...] davanti c'è la menzogna comprensibile e dietro, intravista, l'incomprensibile verità.
Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere
SILVIA BELLAVEGLIA
Rapidità
Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno d’un granchio. Chuang-Tzu disse che aveva bisogno di cinque anni di tempo e d’una villa con dodici servitori. Dopo cinque anni il disegno non era ancora cominciato. ‘Ho bisogno di altri cinque anni’ disse Chuang-Tzu. Il re glieli accordò. Allo scadere dei dieci anni, Chuang-Tzu prese il pennello e in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto.
Italo Calvino, Lezioni Americane
R.I.
Banco in Attesa_ Sono molto grato a chi ha realizzato questo taglio. Non so né chi sia stato né perché lo abbia fatto. Non voglio assolutamente scoprire il motivo per il quale un banco sia stato segato trasversalmente senza raggiungere il bordo, fermandosi ad una calibratissima distanza dai margini. Voglio che rimanga un mistero. Sta di fatto che la visione di questo banco è stata una folgorazione che mi ha permesso di intravedere le molteplici potenzialità espressive di questi oggetti in Attesa di smaltimento.
R.I.
Novanta gradi_ Nella sua condizione abituale, in un'aula, poggiato sulle sue quattro gambe, questo tavolo è semplicemente un banco blu con un taglio al centro. Decontestualizzato, ruotato di novanta gradi, incastrato nella recinzione e ribattezzato Banco in Attesa, tutto cambia: l'oggetto instaura una relazione con la tessitura della recinzione stessa, con il paesaggio retrostante e il cielo, la fenditura lascia passare una lama di luce, la sospensione fluttuante nella visione frontale corrobora il tema dell'attesa. La procedura rimanda ai ready made dadaisti, ma anche a Bed di Rauschenberg che trasforma in un quadro un vero letto singolo con lenzuola e trapunta. Il ribaltamento è sia fisico che concettuale da orizzontale a verticale. Nel caso di Pollock che dipinge su grandi tele poggiate a terra il processo è inverso: dall'abituale posizionamento verticale del supporto a quello orizzontale.
R.I.
Taglio
Shining_ Se si passano in rassegna i momenti più terrificanti e ansiogeni della cinematografia, la scena finale di Shining, uno dei capolavori di Kubrick arricchito dalla meticolosa presenza di Jack Nicholson, non potrebbe non venirci subito alla mente. Nella parte finale del film la follia omicida di Jack Torrance è ormai irrefrenabile e costringe la moglie (Wendy) ed il figlio (Danny) a nascondersi nelle varie ali dell’hotel. Arrivato nel bagno dell’appartamento dove i due si sono rinchiusi, Jack si fa strada nella stanza con la sua ascia con la quale pratica dei tagli verticali nella porta e dai quali risuona il suo terrificante “Sono il lupo cattivo!”. È proprio grazie al taglio praticato nella porta che Wendy riesce non solo a prendere tempo e a ferire la mano del marito, ma anche a sfuggirgli e uscire dal bagno.
ELEONORA FABIANI 5E
Feritoie_ È innegabile la somiglianza tra questo banco e le feritoie medievali: la posizione, il significato e soprattutto il taglio rimandano immancabilmente a quelle aperture nelle mura di cinta che per secoli hanno protetto gli abitanti dei castelli. Esattamente come esse permettevano la visione del paesaggio circostante per avvistare eventuali nemici restando però protetti dalle mura, così il banco lascia intendere di poter osservare il mondo esterno rimanendo però protetti dalle mura della scuola, che rappresenta un ambiente caro a noi adolescenti, dove possiamo vivere senza la costante paura del mondo esterno.
GIUSEPPE MINATI 4H