foto di Ciro Vitale
Anish Kapoor, Sky Mirror, 2010 (fonte)
Michelangelo Pistoletto, I visitatori, 1968 (fonte)

DE SKy mirror imitatione

sottobanco, lastra in plastica riflettente

VS

Anish Kapoor, Sky Mirror, 2010

installazione, Kensington Gardens, London

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Michelangelo Pistoletto, I visitatori, 1968

stampa su superficie riflettente, 230 x 120 + 230 x 120 cm, La Galleria Nazionale, Museo Arte Contemporanea, Roma

descrizione sintetica da outdoor lesson

Lo specchio, da sempre, ha affascinato artisti ed architetti. Anish Kapoor, nella la serie di installazioni Sky Mirror, utilizza specchi particolarmente performanti che proiettano in spazi naturali e urbani frammenti di cielo. Michelangelo Pistoletto, esponente dell'arte povera, usa spesso superfici specchianti per includere nell'opera lo spazio circostante e, soprattutto, l'osservatore. La sua è stata una lunga ricerca. Abbandonato l'utilizzo dello specchio di vetro in favore di superfici metalliche lucidate, con differenti tecniche, applica su di esse figure a grandezza naturale che costituiscono l'elemento di mediazione tra realtà e rappresentazione.

DE SKy mirror imitatione è costituita da una superficie specchiante inclinata. Il visitatore, avvicinandosi, entra dinamicamente a far parte dell'immagine costituita da un frammento di cielo per poi scorgere, in un angolo, un banco bianco che si allontana dietro di sé.

Nella Gloria di S.Ignazio_ Nella chiesa Sant’Ignazio di Loyola è presente uno specchio inclinato che permette di vedere l’opera senza stare con la testa all’insù. In questo caso la vera opera d’arte non è lo specchio in se, ma ciò che viene riflesso in esso. Se nel DE SKY mirror imitatione le persone entrano a far parte dell’immagine del cielo, in questo caso il visitatore entra a far parte dell’affresco che rappresenta la Gloria di Sant’Ignazio di Layola, caratterizzato da giochi di prospettive che danno la sensazione di uno spazio infinito. Quindi, in entrambe le opere, realtà e rappresentazione entrano in contatto

DENISE MATERA 5E

Andrea Pozzo, Gloria di S.Ignazio di Loyola,  (foto di Denise Matera)
(foto di Denise Matera)

Dentro lo specchio_ Lo specchio nel cinema, come nell’arte, offre una prospettiva alternativa e distorta rispetto all’osservazione abituale, anche se piuttosto piatta, essendo una riproduzione bidimensionale di una scena reale. Così Mathieu Kassovitz, regista di L’odio (La Haine, 1995), decide nel suo masterpiece di infrangere questa bidimensionalità realizzando una sequenza in cui ritrae il protagonista del film mentre ha un dialogo con sé stesso davanti allo specchio del proprio bagno, prima inquadrandolo di spalle e poi passando attraverso lo specchio, creando una scena senza precedenti nella storia del cinema, fortemente iconica, sia per la performance di un giovane Vincent Cassel, sia per la maestria con la quale è stata girata. 

RICCARDO TERENZI 3B

Mathieu Kassovitz, L’odio, 1995 (fonte)
Mathieu Kassovitz, L’odio, 1995 (fonte)

 Il riflesso di Narciso_ Nell'antico mito di Ovidio, Narciso è un bel giovane che, a seguito di una punizione divina, è costretto a vivere sapendo che avrebbe raggiunto la vecchiaia "se non avesse mai conosciuto se stesso", e quindi a non poter vedere la propria immagine riflessa. All'età di sedici anni però, durante una battuta di caccia, si imbatte in uno specchio d'acqua per bere. Non appena vede per la prima volta la propria immagine riflessa, si innamora perdutamente di colui che stava fissando, senza rendersi conto che fosse lui stesso. Quell'amore però gli fu fatale al punto di perdere la vita, distrutto dal dolore di non poter avere costui che appariva e spariva dall'acqua. Lo specchio e il riflesso sono il fulcro di una realtà che ancora oggi ci rende protagonisti di un mondo basato sull'apparenza anziché sull'essere. Questo oggetto ha un valore simbolico molto forte che ci trasmette sia la nostra immagine, soprattutto quella che si ha di se stessi, sia le cose che le ruotano intorno. Proprio come Narciso vede riflessa la propria immagine sull'acqua, noi diventiamo elementi attivi riflessi nell'installazione.

ILARIA AMELIO, 2E

 Alice attraverso lo specchio_ "Alice attraverso lo specchio" è un film del 2016 diretto da James Bobin, sequel di "Alice in Wonderland" del 2010, entrambi film ispirati ad un libro di Lewis Carroll chiamato "Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie" (1871). Al di là degli intrecci narrativi e dei moltissimi giochi di parole qui è fondamentale il tema dello specchio. Intrinseco al "passaggio attraverso lo specchio" è il tema della "pandemia del giudizio", questa umana abitudine di mettere noi stessi e la nostra immagine al di sopra di ogni cosa, tralasciando tutto ciò che ci circonda. Questo esercizio ci porta a estendere il nostro personale giudizio delle cose sulle cose stesse, provocando così una loro perdita di identità e di unicità, caratteristiche le quali li rendono "vivi". Alice, la protagonista, non subisce le conseguenze della pandemia del giudizio, grazie al suo coraggio infatti ha la possibilità di accedere al Paese delle Meraviglie. Insegnamento fondamentale che possiamo trarre da questo "passaggio attraverso lo specchio" è che, avendo il coraggio di andare oltre, avremmo, come ebbe Alice, l'occasione non solo di accorgerci delle cose che ci circondano, ma anche di restituire alle cose la dignità che la vita stessa gli ha concesso e una certa autonomia dall'uomo che gli permette di tornare alla vita.

SERENA VITALE, 4H

James Bobin, Alice attraverso lo specchio, 2016 (fonte)