Gli interventi sono suddivisi in sette sezioni più un epilogo in relazione alle modalità operative messe in campo: accumulazioni, disposizioni, variazioni, rimontaggi, objet trouvé, rappresentazioni, graffitismi.
Gli interventi sono suddivisi in sette sezioni più un epilogo in relazione alle modalità operative messe in campo: accumulazioni, disposizioni, variazioni, rimontaggi, objet trouvé, rappresentazioni, graffitismi.
I banchi doppi in attesa di una nuova destinazione, accatastati nel piazzale del complesso scolastico, costituiscono già le prime tre installazioni, caratterizzate dal principio dell’accumulazione. Quelli ancora utilizzabili, protetti da una tettoia, sono stati disposti ordinatamente, mentre i più malridotti raccolti in due diversi cumuli. Si passa così dall’ordine al caos, i due estremi tra i quali, da sempre e incessantemente, oscilla l’arte. Per questo motivo i titoli delle tre accumulazioni (Cosa, Caso, Caos) sono l'uno l'anagramma dell'altro.
Come prologo alle installazioni realizzate con i banchi doppi si è scelto di allestire, con 51 sedie, anch’esse destinate allo smaltimento, cinque aule all’aperto delimitate dal nastro segnaletico bianco e rosso, secondo altrettante differenti disposizioni che alludono, nell’ordine, alla condizione pre-covid (prime due), a quella della didattica a distanza, e, infine, ad una possibile condizione post-covid (ultime due).
La prima serie di installazioni è costituita da cinque banchi della stessa tipologia, disposti in successione lineare, uniformemente distanziati e modificati ognuno in modo differente attraverso operazioni grafico-plastiche: aggiunta di oggetti, verniciatura, realizzazione di segni e scritte, perforazione, impacchettamento, giustapposizione di immagini e testi, ottenendo così cinque variazioni dello stesso elemento base.
Cinque aule in successione, evidenziate a terra dal nastro segnaletico bianco e rosso, contengono altrettanti ri-montaggi realizzati adoperando esclusivamente elementi provenienti dai banchi dismessi: telai usati separatamente o assemblati, ripiani, listelli in legno, fogli di formica e anche banchi completi. Unica eccezione è l’integrazione di un albero esistente. Ognuna delle proposte può essere letta tanto in un’ottica astratta quanto in una figurativa.
Questa sezione presenta, a ridosso della recinzione perimetrale del complesso, cinque oggetti così come sono stati rinvenuti: un banco privo di ripiano, uno al quale è stata praticata una fenditura longitudinale, un groviglio di porta-cartelle, un telaio incrostato di gomme da masticare, un banco disseminato anch’esso di gomme. La decontestualizzazione, la ri-collocazione spaziale e l’attribuzione di un titolo determinano il significato delle singole proposte. le due ultime installazioni (Le bianche scogliere di Brooklyn e Costellazione americana) formano il Dittico arabico.
Le tre rappresentazioni, realizzate con tecniche differenti, hanno in comune l’oggetto della figurazione: la distesa di banchi che conclude il percorso. Il senso di lettura è quello del itinerario proposto. I banchi sono inizialmente nella loro reale posizione, ma evanescenti, poi, ricondotti ad unità dal colore bianco, spiccano il volo, infine li vediamo sparire alle nostre spalle grazie ad uno specchio. Tre riflessioni sulla ambiguità della rappresentazione. Le prime due installazioni formano il Dittico delle Condizioni.
Una delle tre ali del complesso scolastico trasposte nel prato ospita, nelle cinque aule, 45 banchi doppi, 18 posti ogni 50 mq, in una Condizione più umana. Agli studenti della scuola che si sono proposti, è stato richiesto di lasciare un segno, una traccia, una propria testimonianza su ognuna delle postazioni presenti, compiendo un’azione abitualmente non consentita: scrivere o disegnare sul banco.
A conclusione del percorso, sulla superficie di un banco reclinato, è riportato un frammento del testo della Costituzione della Repubblica italiana. L'operazione vuole anche dare conto del ritorno dell'educazione civica tra le materie d'insegnamento.