Germany, Donau (Danube)

Descrizione Libera

da Ulm (D) a Mohacs (H), 1200km

data di ultima effettuazione del percorso

autore del percorso e suoi recapiti

album foto

rapporto di viaggio

My story with the river Danube starts in 1999, when I paddled 500km from Linz (A) to Budapest (HU) together with TID - Tour International Danubien (www.tour-international-danubien.org). I used a white water kayak, the Prjion Taifun Slalom. My report on that descent has been published on the web (it can also be found here). Thanks to that descent I fell in love with river navigation. In the Summer 2017 I paddled with a sup board the river Elbe: 700 km from the Czech Republic to Hamburg (www.internationale-elbefahrt.de). And it is after that hard yet beautiful experience that I decided to try the Danube with sup in 2018, again joining TID, but starting some 200km before, in Ulm.

La mia storia con il fiume Danubio inizia nel 1999, quando navigai i 500km tra Linz (A) e Budapest (HU), quale primo partecipante italiano nella storia della manifestazione TID - Tour International Danubien (www.tour-international-danubien.org). Ci andai con un kayak da torrente, il mitico Prjion Taifun Slalom. Il mio rapporto di quel viaggio e’ ancora sul web da qualche parte (ma puo’ essere letto a fine pagina). Dopo quella esperienza mi sono appassionato alla discesa di lunghi fiumi. Ne ho discesi tanti, ma il salto di lunghezza c’e’ stato nell’estate 2017 quando ho sceso il fiume Elba: 700km dalla Repubblica Ceca ad Amburgo (D), con la manifestazione Elbefahrt (www.internationale-elbefahrt.de). E dopo quella dura ma bella esperienza ho deciso che nel 2018 avrei affrontato il Danubio, partendo 200km a monte dell’inizio di TID, a Ulm (D), per arrivare fino a Mohacs (HU): 1200km.

14 giugno 2018: Il varo

Oggi il varo della tavola al lago Trasimeno. L'emozione era tanta: ancora non sapevo come si sarebbe comportata in acqua una tavola di cui probabilmente non ne esiste un esemplare simile al mondo, frutto una mia fissazione e di un mio progetto, realizzato per me da Aurelio Verdi (grazie soprattutto a Daniele Papini, che ha fatto incontrare me, la tavola e lo shaper). Uscita al lago Trasimeno, con 20 nodi di vento e onde di un metro, alcune frangenti. Beh, se un sup è per divertirsi e una barca è per navigare, questa è più una barca. PS la bussola in coperta è in onore del capitano, Gianni Montagner

15 giugno 2018: 1. Danubio, il mito

"Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa - non importa ch'io vi dica quanti - avendo poco o punto denaro in tasca e niente che particolarmente m'interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare per un po', e di vedere così la parte acquea del mondo ... Basterebbe che lo conoscessero appena un poco, e quasi tutti gli uomini, una volta o l'altra, ciascuno a suo modo, si accorgerebbero di nutrire per l'oceano su per giù gli stessi sentimenti miei." (da Moby Dick)

Questo incipit mi ha fatto scegliere il libro da portarmi sul Danubio: Moby Dick di Herman Melville (1851).

Mi sto preparando da mesi. No, non fisicamente; anzi, da quel punto di vista non dovrei partire (dopo aver tolto i punti, il taglio al mento si sta rimarginando; ho ricominciato a piegare l'alluce del piede, anche se mi fa ancora male; il distacco osseo della falange del mignolo sarà recuperabile solo in parte con una operazione che, d'accordo con il chirurgo, ho rimandato all'autunno).

Aggiungiamo che, anche a causa della caduta, degli ultimi 45 giorni ne ho passati 42 seduto in ufficio o in auto e solo 3 sulla tavola. Quindi non sono proprio nelle migliori condizioni fisiche per affrontare 1200km di Danubio in sup con 25kg di bagaglio a bordo. Ma se la testa mi regge penso di potercela fare. Mai come stavolta posso dire che vale la mia massima: "se ce la faccio io, ce la può fare chiunque".

Domenica dunque si parte, in auto con destinazione Ulm (D), ingresso in acqua per navigare in 5 settimane fino a Mohacs (H) al confine con la Serbia. Proverò a tenere un diario di viaggio, come feci l'anno scorso durante la discesa del fiume Elba.

Stavolta ho una tavola diversa, molto più adeguata all'impresa di quella dell'anno scorso. Una tavola oceanica da 5,20m (17'), adattata su mio progetto da uno shaper (un costruttore di tavole da surf). Spero di faticare meno in quel mare affollato di navi che è il Danubio, con forti venti contrari e onde da tutte le parti.

18 giugno 2018: 2. Danubio, il mito

"... Guardate lì le folle dei contemplatori dell'acqua. Che fa qui questa gente? I prati verdi sono scomparsi? Strano. Niente li soddisfa se non il limite estremo della terra. Debbono andare vicino all'acqua, quant'è possibile senza cascarci dentro. Come tutti sanno, meditazione e acqua sono sposate in eterno ..." (da Moby Dick)

Sono con Vincenzo di Roma in kayak e Jürg di Zurigo in canoa canadese, per questi primi giorni. Abbiamo dormito nel canoa club di Ulm, ospitati come amici e invitati a cena. I canoa club lungo i fiumi, nei paesi civili, funzionano come stazioni di posta per viaggiatori: ciclisti lungo i fiumi o canoisti sui fiumi, si fermano con la loro tenda per dormire, fare una doccia, spesso anche mangiare, spendendo un obolo.

Stamattina presto in acqua: 10 ore di navigazione per arrivare da Ulm a Lauinger, 43km e 7 chiuse, azionate elettricamente dall'utilizzatore, cioè da noi. (Più sotto spiego come funzionano queste chiuse, per gli interessati).

La mia tavola, stabile e capiente, non è veloce come pensavo. Ma forse è per la stanchezza e la mancanza totale di allenamento. Però mentre la mattina, dopo il mio solito tè verde alla menta, non c'era verso di superare una velocità di 6-7km/h, dopo una bella Weizenbier dunkel fredda gustata insieme a Jürg in un Biergarten lungo il fiume, la velocità nel pomeriggio è passata a 8-9km/h. Quanto conta il carburante, eh?

CHIUSE, come funzionano lungo il Danubio in Germania. La chiusa è un corridoio di cemento armato lungo 30 metri, largo 4,alto 10 metri, posto a fianco a una centrale elettrica lungo il fiume. Il canoista arriva e aziona elettricamente le porte che alzano o abbassano il livello del fiume per poter superare salti di una decina di metri.

PS guardando gli amici che dormono nelle tende e riflettendo piu’ in generale sul sonno dell’uomo … Come i genitori tirano un sospiro quando i piccoli si addormentano, così la Natura ha fatto l'uomo bisognoso di dormire, per limitare i danni che le infligge.

20 giugno 2018: 3. Danubio, il mito

I 10km prima di Ingolstadt sono immersi nella natura. Mi sono liberato di ogni indumento.

Verde a destra, verde a sinistra, verde l'acqua, azzurro il cielo, il fiume scorre placido, tra una chiusa e l'altra ... Vabbè, ieri sono stato zitto, ma oggi lo devo dire: che noia 'sto fiume! Meno male che ogni tanto c'è la birra, la squisita birra bavarese: mezzo litro il primo giorno, un litro il secondo, un litro e mezzo il terzo. E l'ubriacar m'è dolce in questo fiume ... E poi c'è Vincenzo. Ieri sera il canoa club di Donauwörth, con un prato raso da fare invidia a chiunque, ci ha messo a disposizione la cucina, e allora ci siamo scatenati, con una pasta al sugo di tonno da leccare il piatto. Che alla fine l'uomo si consola a tavola, e l'italiano alla buona tavola.

Comunque un paio di incontri simpatici in fiume ci sono stati: un giovane capriolo che mangiava tranquillo in riva al fiume, e che è scappato quando silenzioso mi sono avvicinato a una manciata di metri; ma soprattutto la giovanissima talpa, piccola come un topolino di campagna, che attraversava il Danubio a nuoto, un'impresa titanica! Non avevo mai visto una talpa da vicino, l'ho fatta salire sulla tavola per osservarla meglio: le zampine con gli unghioni per scavare, e un delizioso nasino rosso perennemente in attività, per compensare la quasi cecità. Come deve essere il mondo per una talpa ... una Babele di odori, un mondo parallelo. Ma infine il mondo non è diverso per chiunque di noi, ciascuno con la propria Weltanschauung?

"E ancora più profondo è il significato di quella storia di Narciso, che non potendo afferrare l'immagine tormentosa e gentile che vedeva nella fonte, vi cadde e morì annegato. Ma quell'immagine la vediamo noi stessi in tutti i fiumi e gli oceani. È l'immagine del fantasma inafferrabile della vita; e questo è la chiave di tutto." (da Moby Dick)

23 giugno 2018: 4. Danubio, il mito

"Ma una buona risata è una gran bella cosa, e una bella cosa piuttosto rara. Questo è il vero peccato. Perciò se un uomo ha la fortuna di avere addosso ciò che serve a un altro per farsi una buona risata, non abbia esitazione, ma si disponga allegramente a impiegarsi e a farsi impiegare a quello scopo. E chi si porta addosso qualche generosa esca alle risate, è un uomo che vale più di quanto si pensi. Ci potete scommettere." (da Moby Dick)

E non mancano i tipi che in altri ambiti susciterebbero una risata, qui, al Falboot Club Ingolstadt, tradizionale ritrovo per la partenza della più importante manifestazione di pagaia del mondo, il Tour International Danubien, quest'anno la 63a edizione. Una maggioranza di canoisti tedeschi, ma poi da tutta Europa: rumeni bulgari serbi slovacchi polacchi ... e come spesso mi capita, io unico italiano. Pochi giovani, donne in minoranza, canoe di vario tipo, ma tutte in grado di affrontare tappe di 40, 50, 60, perfino 70km al giorno.

Oggi giorno di presentazione, non si naviga. Ne ho approfittato per andare a fare un po' di spesa per la colazione. Se non si abita in centro città, la spesa in Germania si può fare solo nei supermercati di grosse catene. La migliore catena è Edeka, con una buona qualità per i nostri standard. I tedeschi fanno la spesa nelle catene discount. Spendono magari 50mila euro per l'auto e per la migliore attrezzatura da giardino, ma poi risparmiano sul cibo di tutti i giorni, e si siedono a ogni occasione nei loro caffè per una tazza di cappuccino ben zuccherato con una fetta di torta. Il risultato è che da adulti hanno un corpo disfatto. Uno dei popoli più disciplinati e capaci del pianeta minato da una cultura alimentare penosa.

Vabbè, ho trovato la mia Edeka e sono tornato al club per sedermi con gli altri a colazione. Tutti molto gioviali e simpatici, hanno coinvolto subito l'italiano nelle loro discussioni e curiosità. Un tema molto sentito anche qui è quello dei migranti:

- l'Italia è stata lasciata da sola ad affrontarlo per troppi anni! Andrea, che ne pensi del nuovo governo?

- dalle notizie che leggo, direi un ottimo governo! In poche settimane penso che abbia risolto tutti i problemi che avevamo, non se ne parla più. Ora ci è rimasto solo quello di qualche sbarco di poveracci e poi siamo a posto!

Grandi risate. Già, grandi risate amare ...

23 giugno 2018: 5. Danubio, il mito

"Sicuro, il mondo è una nave al suo viaggio di andata, non un viaggio completo." (da Moby Dick)

Alle 18 apertura ufficiale della manifestazione, preceduta - per avere la massima attenzione - da un serio discorso sulla sicurezza. Molto interessante, casomai vi venga in mente di venire a pagaiare sul Danubio.

Le prime 3 tappe sono rispettivamente di 45, 35, 55km. La temperatura dell'acqua è di 15 gradi, mentre quella esterna in questi giorni è variata tra 10 e 30 gradi. Sole forte, pioggia torrenziale, vento, sono accadimenti normali. Da domani cominceremo a incontrare traffico navale di tutti i tipi: navi da crociera, navi porta-container, chiatte, draghe, yacht, velieri, motoscafi. Le navi che risalgono il fiume ovviamente le vedremo. Quelle che scendono, a causa dei motori silenziosissimi, potremmo vederle mentre ci stanno sfilando accanto. Parliamo di navi lunghe anche 200 metri. Attenzione ad accostare a riva, perché le onde potrebbero farci infrangere contro i massi frangiflutti. Attenzione alle boe, che dondolano a destra e a sinistra frustate dalla corrente: sono un pericolo mortale se ci si sbatte contro, perché si viene trascinati sotto. Attenzione dove il fiume si restringe, perché le navi non possono fermarsi. Attenzione ai fulmini: in caso di temporale meglio ripararsi sotto un ponte o a riva, ma non vicino ad alberi. Attenzione infine a dove si sbarca: se c'è erba alta è probabile prendere zecche.

Dopo aver ascoltato tutto, ho ritirato su la mandibola, ho deglutito, ho riabbassato leggermente le palpebre, ho cercato insomma di riprendere una espressione normale; e sono andato a farmi una birra.

25 giugno 2018: 6. Danubio, il mito

Donaudurchbruch, le gole del Danubio, lunghe 6km, aperte a monte dall'abbazia di Weltenburg e chiuse a valle dalla cittadina di Kelheim, giungono improvvise e bellissime. Sono uno dei regali della discesa del Danubio per via d'acqua.

26 giugno 2018: 7. Danubio, il mito

https://www.facebook.com/acquamossa/posts/1797302800346415

27 giugno 2018: 8. Danubio, il mito

Stamattina, aprendo la tenda, il primo pensiero è stato che mi trovavo a 60km da dove avevo aperto la tenda 24 ore prima; e che ci ero arrivato pagaiando lungo il più grande fiume d'Europa, passando sotto al tempio della cultura tedesca ... Un ruttino ha interrotto l'importanza del pensiero e mi ha ricordato la cofana di penne al ragù "alla bolognese" divorate alla cena in comune; sono quindi andato a comprarmi una salutare colazione d'espiazione.

3 luglio 2018: 9. Danubio, il mito

Ha cominciato a piovere la sera, è durato tutta la notte, poi tutto il giorno, poi tutta la notte. "Voi italiani non siete abituati a saper sfruttare il sole", mi spiegava più o meno con queste parole una attempata canoista olandese conosciuta lungo la discesa del fiume Elba in Germania l'anno scorso. "Noi in Olanda appena vediamo un raggio di sole portiamo fuori il bucato e alle prime gocce di pioggia lo ritiriamo in casa. Lo stesso quando si fa campeggio, con i nostri climi piovosi." E allora, memore di questa lezione, stamattina, visto che non pioveva, me la sono presa comoda. Ho aspettato il sole. Che è arrivato! Ma dopo l'ora "olandese", che sarebbe stata sufficiente per asciugare tutto, ho aggiunto 3 ore "italiane" di relax (ognuno interpreta a suo modo le lezioni di vita, no?). Tutto il gruppo era andato via da un pezzo. Mi sono quindi fatto una giornata di pagaiata completamente da solo. All'inizio ho patito un po' il sole e la fiacca. Allora ho avuto la faccia tosta di chiedere a un tizio tranquillamente seduto nel giardino di casa fronte fiume se mi offriva una birra fredda. Dopo della quale, come insegnano tutti i migliori manuali di nutrizione, il fisico ristorato è ripartito alla grande!

Ah, all'arrivo, alle 9 di sera, appena sbarcato ha cominciato a piovere ...

5 luglio 2018: 10. Danubio, il mito

"Dico solo questo: la sua sorte fu quella di una nave sbattuta dalla tempesta, che vada miseramente lungo una costa a sottovento. Il porto le darebbe riparo, il porto è misericordioso, nel porto c'è la salvezza, comodità, un focolare, una cena, delle coperte calde, degli amici, tutto ciò che è gradito a noi poveri mortali. Ma in una tempesta il porto, la terra, è il pericolo più terribile per una nave. Essa deve sfuggire ogni ospitalità; un solo contatto della terra, anche solo una carezza alla chiglia, la farebbe rabbrividire da cima a fondo. Con tutte le sue forze, la nave spiega ogni vela per scostarsi. E nel farlo, combatte proprio contro quei venti che la vorrebbero spingere verso casa; va cercando di nuovo tutta la mancanza di terra di quel mare infuriato. Si getta nel pericolo disperatamente, per amore di un riparo. E il suo unico amico è il suo nemico più feroce." (da Moby Dick)

Queste frasi mi sono tornate il mente mentre pagaiavo contro 20 nodi di vento nelle gole di Melk, in Austria. Ognuno ne dia la sua interpretazione. Ma è facile capire che è la metafora della vita, quella vita che si vive per sentirsi vivi. E se non l'hai capita, resta in un porto.

7 luglio 2018: 11. Danubio, il mito

- Ma cosa mangi, Andre'?

Chi mi conosce sa quanto tenga a una sana e naturale alimentazione, e quanto rifiuti i cibi industriali, trattati, elaborati. È una questione anche etica per me. Soprattutto quando sono in viaggio nella natura, mi piace nutrirmi di quello che trovo: fiori, erbe spontanee, frutti (cerco di bere anche l'acqua dei fiumi e dei laghi, ma quella del Danubio, come quella del fiume Elba l'anno scorso, non mi attira proprio).

Mentre in 2 settimane di navigazione in Germania non ho trovato nulla, man mano che mi addentro in Austria la natura mi sembra sempre più prodiga. Lungo il fiume o sugli argini trovo fiori di cicoria, fiori di trifoglio, dente di leone, piantaggine; tutto da mangiare crudo naturalmente, strappato dalla terra e messo in bocca. E poi frutta: lamponi, susine, mele, e ultimamente anche prugne, albicocche.

Non riesco a postare foto perché quando trovo frutta mi sporco subito le mani, in una goduria tattile e gustativa: il frutto strappato dalla pianta e messo in bocca, come il poppante attaccato al seno, della terra ...

8 luglio 2018: 12. Danubio, il mito

Oggi ho preso la mia prima zecca. Non mi ha terrorizzato, come pensavo. Anzi, vedere quel corpicino sgambettante e la testa tuffata nella mia carne, mi ha fatto quasi tenerezza. In un post dei primi giorni riflettevo su come deve essere il mondo parallelo percepito da una talpa: tutto odori, vibrazioni. Così, per una zecca il mondo sarà percepito solo come flussi di calore ...

Dopo qualche minuto di riflessioni bonarie sul mondo, ho calato la maschera di Jekill e indossata quella di Hyde: preso il mio strumento rimuovi zecche mai usato e con una facilità che non sospettavo, ho interrotto il suo atto d'amore per le mie vene (nonché resa inoffensiva per l'eternità).

Ma se la parola di ieri è stata "grill party", invitato da un gruppo di giovani conosciute in campeggio a festeggiare la sera al bordo di una lago privato (!), con musica e bagni; la parola di oggi è "serendipity": the art of making happy and unexpected discoveries by accident. L'imbocco di un piccolo ramo naturale del Danubio mi ha visto, mi ha chiamato, e io ci sono entrato. Nelle foto potete vedere che razza di more grandi come noci ho trovato, che corridoio verde probabilmente mai percorso, con alberi a sbarrarne il corso (passati non senza difficoltà), fino ad arrivare a sorpresa in un campo slalom; e infine, dopo parecchi km, come ad uscire da un vicolo del centro storico, rientrare nella strada trafficata del grande Danubio. Oggi sono a Vienna.

10 luglio 2018: 13. Danubio, il mito

La gigantesca chiatta arranca per risalire la forte corrente del Danubio tra la Slovacchia e Vienna. "Maledetti ambientalisti", starà pensando il suo capitano; e il suo armatore. Perché il Danubio qui è fiume, non lago. E i fiumi scorrono.

È grazie alla opposizione e resistenza durata mesi di movimenti ambientalisti negli anni '80, contro il progetto di canalizzazione, che qui è sorto, lungo i 40km del Danubio, il National Park Donau-Auen.

[È interessante ed educativa la storia della nascita di questo parco, dei movimenti spontanei organizzatisi contro gli avidi appetiti di squali. Grazie a loro oggi possiamo godere di questa natura: https://en.wikipedia.org/wiki/Danube-Auen_National_Park…]

Ho percorso già 700km di Danubio, in Germania e Austria, con il fiume ridotto a un canale tra chiuse. Ieri sono stato ripagato della fatica: vegetazione selvaggia e originaria, spiagge di ciottoli, piccole baie e rami laterali, il fiume che corre e mormora; e la piacevole solitudine ... Ho pagaiato nudo sotto al sole per l'intero percorso, mi sono fermato a leggere e a dormire su una spiaggetta all'ombra di fronde, per nascondermi durante le ore di sole feroce. Ho infine montato la tenda al tramonto nella antica cittadina di Hainburg, in terrazza vista fiume. Oggi entro in Slovacchia.

15 luglio 2018: 14. Danubio, il mito

- Bel tempo: dicano che c'è il sole! Per me d'estate bel tempo è quando piove ...

Diceva uno a me molto vicino. E in effetti, 3 tappe consecutive da 50km - 60km - 50km sotto al sole di luglio fanno desiderare "brutto tempo". Ma nel campeggio nautico, in caso di pioggia si impara a sfruttare qualche raggio di sole per asciugare le cose umide; in caso di sole cocente si impara a sfruttare le ore meno calde per la navigazione. Quindi stamane partenza all'alba per l'ingresso ufficiale in Ungheria, nella bellissima Esztergom. Sono riuscito a fare qualche foto decente, credo. Con commenti.

16 luglio 2018: 15. Danubio, il mito

D'un tratto volgo lo sguardo a destra: si apre un lago semichiuso del Danubio, lo riconosco! Venti anni fa qui feci un bagno meraviglioso con un gruppo di giovani bulgari, il primo punto pulito del fiume dalla Germania. Che bello ritrovare per caso un luogo dimenticato e così piacevole, e ripetere quel primo bagno, anche se stavolta in solitario.

Il Danubio è un fiume affascinante, per i suoi spazi enormi, le aperture, le gole, le spiagge, la vegetazione e la natura selvaggia per decine di km di seguito. Sembrerebbe un paradiso per il campeggio nautico selvaggio. Non lo è, per un aspetto essenziale: la sua acqua non è potabile, ma neanche balneabile, con le sue chiazze di schiuma ininterrotte dalla Germania e molto pesanti dopo Komarno in Slovacchia. Qui il bagno se lo fanno; a me fa schifo.

- È il prezzo da pagare, Andre'!

- Il prezzo da pagare a chi, Matteo? Chi lo paga il prezzo dei fiumi ridotti a fogne? Tu lo paghi, a me che non lo voglio?

(non finisce qui ...)

1 luglio 2018: 16. Danubio, il mito

Oggi volevo continuare la discussione con Matteo il bulletto, e la mia tiritera sulla bellezza dell'acqua e lo scellerato delitto che l'uomo compie sprecandola e inquinandola. La rimando.

Invece parlerò di confini, di simpatici incontri, di bei paesaggi durante l'avvicinamento a Budapest.

Dovete innanzitutto sapere che la navigazione in sup sul Danubio in Ungheria è vietata. Quale paddler esperto, segretario generale della federazione canoistica italiana, organizzatore della famosa discesa internazionale del Tevere, nonché rappresentante dell'Italia ("me cojoni!", cit.) ho ottenuto un permesso speciale (ieri sera la polizia è venuta per conoscermi e darmi qualche regola di condotta). Quindi in questo Stato un sup lo hanno visto raramente.

Sono partito abbastanza presto stamattina per godermi il paesaggio e le spiagge del ramo del Danubio formato dalla lunga isola di Szentendre, a monte di Budapest. Una donna mi guarda e poi mi saluta da riva, visibilmente incuriosita. Mi avvicino e in tedesco mi chiede di raccontarle cosa e come. Infine mi chiede: "Magst du Kuchen? und Äpfel?" Rispondo che sì, mi piacciono i dolci e le mele. "Warte hier, bitte". Aspetto. Quando torna è con un vassoietto: torta di mele e 4 mele del suo giardino!

Non è finita. Uno yacht, che inizialmente pensavo della polizia, mi segue da una mezz'ora a bassa velocità; infine si affianca per salutare, fotografarmi e chiedere cosa e come. Loro invece, olandesi, mi hanno offerto una tazza di caffèllatte! raccontandomi di essere partiti da Rotterdam e di essere diretti a Istanbul, tutto attraverso fiumi e poi Mar Nero.

In navigazione chiacchiero con un canoista: serbo di nascita, cresciuto in Ungheria, vive in Australia. "E come si vive in Australia?" "Alla fine si vive similmente in tutti i paesi. Sono le leggi che cercano di fare le differenze."

Già. Quando si fa un viaggio lento, attraverso paesi e lingue diverse, ci si rende conto di come l'uomo sarebbe istintivamente gentile, curioso, aperto. Invece, come dimostra anche un evento apparentemente innocente come il campionato del mondo di calcio, tutto cerca di dividerci, di metterci in competizione, di solleticare orgoglio e supremazia.

Sono arrivato a Budapest, o meglio, alle due città, Buda e Pest, unite dal Danubio

18 luglio 2018: 17. Danubio, il mito

In queste lunghe giornate di pagaiate solitarie mi sono inventato un bulletto con cui discutere, un bulletto che è il contrario di me: tanto io godo della natura, tanto lui è impregnato di "civiltà" (l'ho chiamato d'istinto Matteo, forse mi ricorda qualcuno famoso, anzi più di uno ...)

- Perché io dovrei pagare un prezzo per te, Matteo? Io voglio l'acqua pulita, la voglio bere, ovunque vada

- Ha ha! Povero cocco illuso! Lo vuoi il benessere, il riscaldamento, il frigo pieno, la tv, l'acqua calda? Allora ti becchi pure che i fiumi siano inquinati!

- Nulla di ciò che nomini vale per me un fiume inquinato. Io me lo devo beccare per dare a te il fallace benessere che vuoi avere. Dovresti chiedere mille volte scusa a chi viene defraudato di ciò che la natura ci dà per consentire a te egoisticamente di distruggerla.

Ma le scuse non arriveranno mai ... Il mondo è sempre stato e sarà del più forte e violento. E chi ama la natura non può essere più forte e violento: è un uomo più vicino all'animale che al doppiopetto; è uno sconfitto dalla prepotenza e dall'arroganza. Il bulletto può continuare i suoi scherni vittorioso.

A questo punto mi vengono in mente gli amici, quelli che dovrebbero stare dalla mia parte contro il bulletto, come te che leggi. E invece probabilmente anche tu sei, involontariamente, per pigrizia intellettuale, per meschina comodità, dalla sua parte, dalla parte comoda o più semplicemente dalla parte abitudinaria e gregaria.

Chi mi segue sa dei miei comportamenti insoliti, delle mie abitudini stravaganti. Ma mi limito a intrattenerti qui su quelle con diretto impatto sull'acqua:

1. Usi il sapone quando ti fai la doccia? Perché? Per togliere alla pelle la sua protezione naturale e inquinare le acque con derivati del petrolio? Io non uso sapone per il corpo da anni, da quando ho cominciato a riflettere: che la pelle, la mia pelle, non ha bisogno di saponi, non è sporca (mi torna in mente Jessica Rabbit, "sono gli altri che mi disegnano così": è la pubblicità che ci convince che dobbiamo lavarci con tanta schiuma, che la barba debba essere perfetta, che il dentifricio debba fare l'onda sullo spazzolino, etc.).

2. Da quando sono entrato in Slovacchia pagaio quasi sempre completamente nudo. Mi chiedono che crema solare usi. Nessuna, da decenni. La crema solare è il segno della stupidità dell'uomo, che pretende di passare da 8 ore in ufficio a 8 ore di spiaggia senza scottarsi, spalmandosi e otturando la traspirazione della pelle con una sostanza derivata dal petrolio, che inoltre inevitabilmente inquinerà l'acqua quando andrà a fare il bagno, magari dopo aver firmato una petizione per ridurre la plastica nel mare ... Un cretino. Non sentite quanto puzza l'acqua del mare a riva, quando affollato di bagnanti?

Per millenni l'uomo si è protetto dal sole e dal caldo vestendosi, e poi svestendosi gradualmente, fino a riuscire a resistere naturalmente, come fanno ancora tutti coloro che vivono all'aperto.

Puoi ancora redimerti e rimediare: rifiuta le suadenti offerte delle fabbriche di creme chimiche e procurati invece leggeri indumenti di lino, o di elegante lana merino. Non stare anche tu dalla parte dei bulletti.

Matteo mi guarda mentre insolente si spalma invece abbondantemente di crema; conclude con uno schiaffo sulla panzetta e mi dice beffardo:

- Andre', checcefrega che il mare è inquinato, andiamo in piscina no? Un bel cocktail sotto l'ombrellone bordo vasca, che vuoi di più?

Già ...

PS per i canoisti: la crema solare dovrebbe essere tabù per noi! Come osate impugnare il nostro amato strumento con le mani impiastricciate di crema? Un canoista che usa crema solare per me è come quello che pagaia con i guanti: il dilettante della domenica al mese. Come uno che faccia l'amore con i calzini addosso: fa pena.

19 luglio 2018: 18. Danubio, il mito

"E a sopravvento una nuvola nera, sorgendo con promesse di pioggia e di bufere, sembra accelerare l'attività eccitata dei marinai" (da Moby Dick)

Stamattina mi è stato imposto di partire alle 6 per attraversare Budapest. L'ho fatto volentieri, anche per partire con quei simpaticoni del gruppo The Early Birds, un team affiatato e unito, con veloci kayak da mare, che parte ogni mattina prima delle 6 e arriva quando altri non sono ancora partiti. Era nuvoloso con leggera pioggia mentre smontavamo le tende, e ciò ha accelerato le nostre operazioni.

Ho attraversato quindi Budapest al suo risveglio: mi è parsa bellissima. Ho fatto delle foto dal sup che saranno invidiate, dato il divieto di navigazione di cui dicevo (appena partito una motovedetta della polizia, evidentemente informata, mi ha affiancato per accertarsi che fossi io in sup, con il "lasciapassare" ottenuto).

Solo foto quindi oggi, niente sermoni sull'acqua.

Però a ripensarci, due parole su Moby Dick, che ho potuto leggere più a lungo negli ultimi giorni. Non sono un gran lettore, ma insomma neanche uno sprovveduto. Moby Dick è a tratti noioso e crudo, ove non cruento. Ma per me illuminante sullo spirito, sul ruolo e sulla potenza degli Stati Uniti, con quegli aspetti che ho deprecato in questi giorni e in tanti altri post. Scritto da Hermann Melville quando aveva appena 30 anni (!), nel 1850, mi fa capire come il suo paese si avviasse al ruolo di leader mondiale. Un libro truce, quando racconta e descrive la caccia e la lotta con le balene, vantandosi del fatto che le baleniere degli Stati Uniti ne uccidessero in un giorno in tutto il mondo quante altri paesi ne riuscissero a uccidere in un anno (coincidentalmente leggevo ieri che nello stesso secolo, durante la conquista dell'Ovest, i "bianchi" hanno sterminato 50 milioni di bisonti). Ma Melville - lo ricordo, trentenne - ha una cultura vasta e variegata, filosofica, letteraria, scientifica, pervasa da religiosità. Ne fa sfoggio senza affettazione nel suo capolavoro (se leggete la voce Balena su Wikipedia, Moby Dick è citato per spiegare alcuni aspetti zoologici e storici). Melville insomma è parte di quella élite degli Stati Uniti, che macina sapere europeo, lo impasta di bigottismo e lo mette al servizio della macchina da guerra, per fare orgogliosamente degli USA il paese più forte e violento; caratteristiche - dicevo ieri - del vincente.

"E ora, indebolendosi le convulsioni, ancora una volta vedemmo la balena che mareggiava da fianco a fianco, dilatando e contraendo spasmodicamente lo sfiatatoio, col respiro secco e crepitante dell'agonia. Alla fine, fiotti su fiotti di sangue rosso e grumoso, come feccia purpurea di vino rosso, schizzarono nell'aria atterrita, e ricadendo sgocciolarono in mare lungo i suoi fianchi immobili. Il cuore le era scoppiato." (da Moby Dick)

22 luglio 2018: 19. Danubio, il mito

Ieri 55km sotto il sole e con il fiume che non invitava al bagno per la schiuma in superficie (alla fine ho ceduto più volte per avere un po' di refrigerio). Poi in serata un temporale e pioggia tutta la notte e anche stamattina. Si parte per 50km.

Ma tra il sole e la pioggia ...

Questa è la favola che ho scritto stanotte, in seguito all'incontro fortunato che ho avuto ieri, con una donna ingegnere nucleare e la sua bellissima figlia, che mi hanno invitato a pranzo per conoscere la mia storia.

PS la città in cui ero ieri è Paks, ove si trova l'unica centrale nucleare dell'Ungheria, 2GW, con 4 reattori, "perfettamente funzionante" (mi dice la mia guida), di tecnologia russa, 30 anni di vita. "Ma le scorie poi dove le buttate?", risposta vaga, non ho insistito.

PPS la favola l'ho scritta in inglese. Traduzione in italiano segue.

FAIRYTALE

This is the story of a sailor descending the Danube with his little boat. He had never seen the sea and wanted to get there, in the same way that the water of his village arrives to the sea: slowly, confused in the great river.

And his boat was actually small, almost disappearing in comparison with the large ships that traveled on the river.

One day it was very hot. The sun seemed to enjoy burning and dazzling the sailor. He was hungry, and thirsty, and he was blinded by the sun. He was beginning to rave ...

Suddenly he saw a small dog swimming nearby.

- A dog? But how, a dog can be swimming in the river?

- It's a fairy tale, baby, and everything happens in fairy tales. Listen to the sequel.

So this little dog came up to him and said:

- What do you have sailor? Why did you stop rowing?

- I'm tired, little dog. I'm hungry, I'm thirsty and the sun blinds me. I wanted to get to the sea, but I think I stop here and I do not move anymore.

- You should just continue, not to lose a very special meeting

- Which meeting?

- The meeting with the Queen of the Sea, who lives in a castle just ahead. She lives there with a beautiful princess, and they are famous for their hospitality.

- And how can I find her?

- She will find you, sailor, trust me

That said, the dog dived into the water and disappeared.

The sailor gasped, but intrigued he continued to row.

Suddenly he heard a whistling sound and saw a woman dressed in white inviting him to disembark. The dog was near her. The sailor then understood that this woman could be the Queen of the Sea.

- Yes I am!

- My Queen, it just seemed a little strange to me that you were whistling

- I really like whistling! Listen, FIIII !!!

And she whistled so loudly that they would hear up to the castle.

- Come with me, you must be tired, hungry and thirsty

The sailor did not wait for repeat and followed her.

Arriving at the castle, a girl was climbing and jumping from one tower to another. The Queen whistled to call her back and the Princess ran up.

- Are you the sailor?

- Yes - the sailor answered, surprised by the beauty and verve of the Princess

- So come, the table is ready and I'm curious to know your story.

The table was lavishly set and the sailor conversed amiably with the Queen and the Princess. After much eating and drinking, the Queen and Princess invited the sailor to see the castle estate.

But while they were walking they broke out in a storm that soon flooded the land. The quick dog took the Queen and the Princess and brought them to safety, while the sailor swam in the river and lost his senses ...

When he awoke he found his boat next to him and climbed up on it. He vaguely remembered what had happened to him, undecided whether it was a dream or a reality. From the shore he heard whistling and barking, but saw no one. But he felt full and refreshed.

And he resumed sailing, often thinking of the Queen and the Princess, who saved his trip.

TRADUZIONE

Questa è la storia di un marinaio che scendeva il Danubio con la sua barchetta. Non aveva mai visto il mare e voleva arrivarci, nello stesso modo con cui ci arriva l'acqua del suo paese: lentamente, confusa nel grande fiume.

E la sua barchetta in effetti era piccola, quasi scompariva al confronto con le grandi navi che viaggiavano sul fiume.

Un giorno faceva molto caldo. Il sole sembrava godere a bruciare e abbagliare il marinaio. Egli aveva fame, e sete, ed era accecato dal sole. Cominciava a vaneggiare ...

D'un tratto vide un piccolo cane che gli nuotava vicino.

- Un cane? Ma come, un cane che nuotava nel fiume?

- È una favola, piccola, e nelle favole succede di tutto. Stai a sentire il seguito.

Dunque questo cagnolino gli si avvicinò e gli disse:

- Cosa hai marinaio? Perché hai smesso di remare?

- Sono stanco, piccolo cane. Ho fame, ho sete e il sole mi acceca. Volevo arrivare fino al mare, ma credo che mi fermerò qui e non mi muoverò più.

- E invece credo che dovresti proprio continuare, per non perdere un incontro molto speciale

- Quale incontro?

- L'incontro con la Regina del Mare, che si chiama appunto Marina, e che vive in un castello poco avanti. Ci vive con una bellissima principessa, ed è famosa per la sua ospitalità.

- E come la posso trovare?

- Ti troverà lei, marinaio, non dubitare.

Detto ciò, il cane si tuffò nell'acqua e scomparve.

Il marinaio rimase a bocca aperta, ma incuriosito continuò a remare.

D'un tratto sentì a riva un fischio e vide una donna vestita di bianco che lo invitava a sbarcare. Il cagnolino era vicino a lei. Il marinaio capì quindi che quella donna poteva essere la Regina del Mare.

- Sì, sono io!

- Regina, mi sembrava solo un po' strano che fischiassi

- Mi piace tantissimo fischiare! Senti, FIIII!!!

E fece un fischio che lo sentirono fino al castello.

- Vieni con me, devi essere stanco, affamato e assetato

Il marinaio non se lo fece ripetere e la seguì.

Arrivati al castello, una ragazza si arrampicava e saltava da una torre all'altra. La Regina fece un fischio per richiamarla e la Principessa accorse.

- Sei tu il marinaio?

- Sì - le rispose il marinaio, sorpreso dalla bellezza e spigliatezza della Principessa

- Allora vieni, la tavola è pronta e io sono curiosa di conoscere la tua storia.

La tavola era riccamente imbandita e il marinaio conversò amabilmente con la Regina e con la Principessa. Dopo aver molto mangiato e bevuto, la Regina e la Principessa invitarono il marinaio a vedere la tenuta del castello. Ma mentre passeggiavano scoppiò un temporale che in breve tempo allagò i terreni. Il cagnolino svelto prese la Regina e la Principessa e le portò in salvo, mentre il marinaio nuotando scivolò nel fiume e perse i sensi ...

Quando si risvegliò trovò accanto a sé la sua barchetta e ci salì. Si ricordava vagamente di ciò che gli era successo, indeciso se fosse sogno o realtà. Da riva sentì fischiare e abbaiare, ma non vide nessuno. Però si sentiva sazio e rinfrescato.

E riprese a navigare.

23 luglio 2018: 20. Danubio, il mito

Sono arrivato. Dopo 5 settimane di viaggio, 200 ore di navigazione, 400mila colpi di pagaia e 1200km percorsi da Ulm, in Germania, a Mohacs, in Ungheria, al confine con la Serbia, sono arrivato dove avevo programmato. Di qui un pullman con rimorchio porterà me e altri partecipanti alla Discesa Internazionale del Danubio alle nostre auto in Germania.

È stato un viaggio, bello e interessante. Certamente non una impresa; né in favore di amorevoli quanto improbabili cause di beneficienza; né tantomeno una vetrina per sponsor (anche perché per avere sponsor mi manca il physique du role: l'attrezzatura che ho utilizzato è mia, l'ho comprata, l'ho modificata secondo mio progetto, e quindi il suo marchio è il mio: acquamossa.

In conclusione, il fisico ha retto, e la testa pure. E come dicevo nel mio primo post: se ce l'ho fatta io, ce la può fare chiunque. Non servono un fisico o capacità anormali. "È la testa che muove le gambe!", dice sempre con saggezza popolare il mio amico umbro Giancarlo, fabbro e agricoltore.

Prossima avventura: another time, another place ...

Ciao!

Post Scriptum

- te sei divertito, Andre'

- beh ... alla fine un po' 'na rottura ... però pure un po' di orgoglio, dai: io, italiano (romano per la precisione, ma gaetano di sangue e chiusino di adozione) sono stato il primo a fare un tratto significativo della Discesa Internazionale del Danubio in sup; e ho partecipato anche in rappresentanza della Discesa Internazionale del Tevere e della Federazione Italiana Canoa Turistica. Ad majora!

racconto di viaggio del 44. TID, 1999

Quella che segue è una breve descrizione della Discesa del Danubio (TID) cui partecipai nel luglio 1999.

Da quasi mezzo secolo si organizza in estate la discesa del Danubio, dalla Germania al Mar Nero. Il suo nome è TID - Tour International Danubien.

Parte ogni anno a fine giugno da Ingolstadt (Germania) per arrivare a fine agosto a Silistra (Bulgaria). Si percorrono dai 30 ai 50 km al giorno (talvolta meno e talvolta più) portando con sé in canoa tutto l'occorrente per il campeggio, che è organizzato quotidianamente lungo il fiume, più o meno liberamente.

La cosa mi era stata descritta da una giovane e simpatica coppia di tedeschi conosciuti alla Discesa del Tevere e mi sembrava tanto interessante che decisi di parteciparvi. Percorsi il tratto tra Linz (Austria) e Budapest (Ungheria), passando per Vienna e per Bratislava (capitale della Slovacchia): 2 settimane e circa 500 km di navigazione.

Ero l'unico italiano e la memoria storica dei partecipanti ne ricorda solo un altro. Ciò mi ha provocato una triplice reazione: orgoglio, di essere forse il secondo italiano nella lunga storia del TID; biasimo, per i canoisti italiani che evitano la fatica e le difficoltà organizzative; sospetto, perché se non ci sono italiani c'è qualcosa sotto (e vedremo qual è).

Il Danubio è un fiume enorme con caratteristiche sconosciute nei nostri fiumi (ma io non conosco il Po): si naviga insieme a navi e traghetti, si incontrano delle chiuse regolate da semafori, i trasbordi sono segnalati e organizzati con cartelli. Da novizio qual ero mi mancava un accessorio molto utile con le canoe cariche: il carrellino porta canoe che ogni canoista mitteleuropeo si porta dietro fissato in coperta.

Le imbarcazioni erano per la metà canoe smontabili tipo Klepper e poi canadesi, canoe da fiume, da lago, da mare e una sola canoa da torrente, il mitico Taifun Slalom, il mio! Le derisione con cui hanno accolto la mia gloriosa canoa - con cui ho percorso fiumi e mari in abbondanza - si è presto smorzata quando in acqua mi hanno visto superarli salutando con un sorriso, loro con filanti mono e biposto (la spiegazione è presto detta: la maggioranza di loro ha passato i 50!).

Ma torniamo al punto che ho lasciato in sospeso:perché non ci sono italiani? Tante ragioni secondo me:

le tappe a volte lunghe e noiose; l'acqua del fiume troppo spesso non invita al bagno, nonostante il caldo che può essere forte (ma può fare anche freddo e piovere per giorni!); il campeggio a volte brutale, un prato lungo il fiume; i servizi spesso fatiscenti, a volte solo un bagno da campo; la doccia, quando c'è, quasi sempre fredda; le zanzare che la sera ti accolgono a nuvole. Infine ci sono pochi giovani. No, ancora: l'italiano - è noto - non parla le lingue e al TID se non sai il tedesco o almeno l'inglese devi vivere a gesti.

Insomma, l'italiano "furbo" non va al TID. L'italiano curioso del mondo e che si sa adattare non deve mancare il TID: è una manifestazione unica, dove fare amicizia con canoisti di tanti paesi, alcuni con storie canoistiche quasi incredibili (chi ha percorso il Danubio dalle sorgenti al Mar Nero e poi fino a Istanbul, chi ha percorso il Nilo, chi ha fatto l'intera costa jugoslava da Fiume a Dubrovnik, e tante altre). E l'ambiente generale, organizzato ma semplice, simpatico, aperto.

Io ci ritornerò e chi vuole aggregarsi mi scriva.

agosto 1999, Andrea Ricci, canoa@andrearicci.name

TID AUSTRIA

Linz-Grein: lungo e noioso

A Linz ottimo posto tenda su un prato alberato sulla riva sx. Servizi completi con parcheggio al canoa club.

A Grein campeggio alberato a pagamento o campeggio libero. Servizi scadenti, doccia calda a pagamento

Grein-Ybbs: più interessante

A Ybbs buon posto tenda. Servizi completi del canoa club. Bel panorama sul fiume. Tralasciare la visita alla brutta abbazia di Melk

Ybbs-Aggsbachmarkt: interessante

A Ybbs brutto posto tenda nel prato di una locanda. Accesso dal fiume ripido. Servizi fatiscenti. No doccia

Aggsbachmarkt-Mautern:

A Aggsbachmarkt bel prato per la tenda. Solo acqua e WC mobile

Mautern-Tulln: non bello

A Mautern posto tenda normale. Servizi moderni, se disponibili. Visitare il museo di Egon Schiele a 500m

Tulln-Wien: brutto

A Wien posto tenda normale. Servizi fatiscenti. Città lontana. Consigliata la visita organizzata in bus

Wien-Hainburg: passaggio nell'Alte Donau Kanal sporco e poco interessante

A Hainburg posto tenda normale. WC mobile. Consigliat escursione alle rovine del Castello per il panorama.

TID SLOVACCHIA

Hainburg-Bratislava: non bello

A Bratislava brutto posto tenda sotto gli alberi di un canoa club. Servizi completi ma scadenti. Noiosa la visita guidata. Bella la città

Bratislava-Gabcikovo: paesaggio molto bello e selvaggio

Alla 1ª diga fare la facile Bootsgasse. Alla 2ª diga fare la meno facile WWBootsgasse (possibile trasbordo).

A Gabcikovo brutto posto tenda, servizi molto fatiscenti, paese lontano, nuvole di zanzare. Accoglienza "abbondante"

Gabcikovo-Komarno: bello

A Komarno brutto posto tenda nel canoa club senza ombra. Servizi completi, Paese lontano ma meritevole

Komarno-Sturovo: noioso

A Sturovo posto tenda su un prato scomodo. Servizi completi di un campo sportivo. Paese lontano ma meritevole per la bella vista della cattedrale di Esztergom. Controllo passaporti alla partenza.

TID UNGHERIA

Sturovo-Kisoroszi: bello

Dopo il km 1700 sulla dx si apre un lago formato dal fiume dove fare un bel bagno. Subito dopo, sempre a destra, spiaggia stretta sotto gli alberi. Bella la vista del castello di Visegrad. A Kisoroszi posto tenda comodo ma al sole. Servizi completi ma fatiscenti e con acqua fredda in un campo sportivo.

Kisoroszi-Budapest: normale

Durante il percorso consigliata la visita di Szentendre