L'ASSASSINIO DI ROGER ACKROYD


 L’assassinio di Roger Ackroyd

Autore: Agatha Christie

Titolo: L’assassinio di Roger Ackroyd

Editore: Mondadori, 2020

Genere: Romanzo giallo.





La vicenda ha luogo in una piccola cittadina, King’s Abbot, dove tutti si conoscono e si sa tutto di tutti e, come si può immaginare, non succede mai nulla. Stranamente, però, si verificano ben due omicidi, tra l’altro connessi, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Le due vittime sono due innamorati, entrambi vedovi, la signora Ferrars ed il signor Roger Ackroyd. Quest’ultimo in particolare è assassinato in circostanze molto ambigue e sinistre. Ad intervenire per risolvere il caso sono diversi ispettori, ma è solo colui a cui non si può nascondere la verità che viene a capo di tutto, il fantomatico Hercule Poirot, uno dei detective più famosi inventati dall’autrice. 

I due delitti e le loro conseguenze risultano agghiaccianti; man mano che ci si avvicina alla fatidica verità, tutto si oscura e intrica sempre di più, ma ciò che è certo è che ogni persona coinvolta nelle indagini, anche se solo di poco, ha qualcosa da nascondere agli altri.

“Ciascuno di voi ha qualcosa da nascondere. Ho ragione?” é una delle frasi più emblematiche di questo romanzo, che fa comprendere chiaramente la grande capacità investigativa della mitica Agatha Christie, la miglior giallista di tutti i tempi.

Che dire? L’autrice ha un modo di scrivere e di catturare l’attenzione a dir poco eccezionale, non mi capacito di come sia riuscita ad inventarsi finali sempre così inaspettati. Per me, è impressionante come abbia strutturato questo romanzo, ne sono rimasta sbalordita. Mentre lo leggevo, sono stata sempre con il fiato sospeso fino alla fine. Pertanto, consiglio questo romanzo (e, naturalmente, tutti quelli della Christie) a chiunque sia appassionato di gialli, come la sottoscritta, ma anche a chi non li legge spesso, poiché è una storia molto coinvolgente e accattivante con un finale a imprevedibile. Per concludere, questo romanzo mi è piaciuto immensamente, lo definirei a dir poco “sorprendente”.


Maria Tommasone, classe I A