POLITICA

1944: donne libere dalla parte sbagliata 

A volte la storia ci propone avvenimenti inimmaginabili. Uno di questi è senza dubbio la nascita del Servizio Ausiliario Femminile (SAF).


Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale. L’Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre è sull’orlo di in una sanguinosa guerra civile. A sud viene instaurato un governo militare dagli alleati, meglio noto come Regno del Sud. A nord, dopo la liberazione di Mussolini dalla prigionia sul Gran Sasso da parte dei tedeschi, viene creata la Repubblica Sociale Italiana, uno stato destinato a vita breve, visto il chiaro epilogo che la guerra avrebbe di lì a poco avuto. 


Sullo sfondo di questi eventi, al nord vengono ricostituite le forze armate dopo il periodo di sbando a seguito dell’armistizio Badoglio ed è proprio nelle forze armate repubblichine (così dispregiativamente indicate dagli antifascisti) che vengono inquadrate formazioni, militari e non, di donne volontarie. 


Il Servizio Ausiliario Femminile viene istituito nell’aprile 1944 con decreto ministeriale: esso appartiene a tutti gli effetti alla GNR (la Guardia Nazionale Repubblicana, corpo di polizia militare) e all’esercito. Nel SAF c’era anche una componente di crocerossine, dedite ad attività ospedaliere.

L’arruolamento al corpo avveniva volontariamente: furono circa seimila le volontarie che combatterono al fianco della componente militare maschile.

Il comando del corpo fu affidato al generale di brigata Piera Gatteschi Fondelli, una delle prime donne militari a ricoprire un ruolo di questa importanza.


A guerra finita le vendette dei vincitori colpirono anche le ex ausiliarie. In tante furono vittime di scherni, stupri, omicidi e ritorsioni, in quanto colpevoli, insieme alle loro famiglie, di aver aderito alla fazione sconfitta. In particolare si ricorda il caso di Brunilde Tanzi, giovane ausiliaria che, oltre ad essere oggetto di scherno e soggetta al rito della rasatura dei capelli da parte dei partigiani, nel 1947 fu uccisa dalla Volante Rossa, organizzazione antifascista paramilitare che nell’immediato dopoguerra si rese protagonista di vendette ai danni di ex combattenti fascisti.


Le vicende di queste donne sono parte della nostra storia, ma restano ancora sconosciute e ignorate da molti. Le ausiliarie furono donne che, pur sapendo di andare incontro ad un tragico epilogo schierandosi dalla parte destinata alla sconfitta, si arruolarono, liberandosi dai loro ruoli tradizionali, per difendere la propria casa, la propria famiglia, o semplicemente l’ideale in cui credevano.



Giovanni D'Agostino