ARTE

Autoritratto sulla bugatti verde 

L’opera “Autoritratto sulla Bugatti verde” rappresenta uno dei ritratti più piccoli di Tamara. 

La pittrice si raffigura in caschetto e guanti di daino alla guida di una Bugatti che in realtà non possedette mai, rivendicando con sicurezza un ruolo che fino ad allora era stato solo maschile.

Lo sguardo glaciale di Tamara cattura immediatamente la nostra attenzione in questo autoritratto.

La figura si impone per la sua prepotenza visiva e tutto il corpo è lanciato in avanti con l’automobile.

La gamma cromatica è limitata a due o tre colori, le ombre sono decise tanto che separano quasi a metà il viso. La donna guarda lo spettatore con i suoi occhi grandi, dalle sopracciglia sottili. 

Le labbra sono carnose e rosso fuoco e tutto questo volto ci trasmette emancipazione.

In questo e molti altri dipinti l’artista utilizza una seducente illuminazione, simile a quella che vediamo in Caravaggio. A ciò si aggiunge un equilibrio perfetto di delicatezza e forza, come se il soggetto fosse dipinto con l’occhio di uno scultore. 

Dietro a questo autoritratto c’è anche una storia legata al mondo della moda. La direttrice di Die Dame, una rivista tedesca di moda, incontrò Tamara a Monte Carlo nel 1929, mentre la donna era in vacanza dopo il divorzio dal primo marito. La direttrice, avendo visto la Lempicka alla guida della sua macchina, le commissionò un autoritratto per la copertina di un numero della rivista.

Tamara colse al volo l’occasione e nacque questa personificazione di una donna moderna, indipendente con lo sguardo fermo. Nel dipinto l’artista per rappresentarsi al meglio sostituì la sua Renault gialla con una Bugatti verde, perché era un tipo di macchina molto più prestigiosa all’epoca.

Nonostante sia un autoritratto, Tamara non si rappresenta in maniera fedele alla realtà, ma costruisce un inno alla Venere moderna che avrebbe poi ispirato l’immaginario di donne emancipate.

Le automobili diventano oggetto dell’estetica avanguardista, ed è proprio alla guida dell’automobile che le donne dimostrano la loro emancipazione.

Juliette Bruno-Ruby scrisse che l’auto è “il simbolo della liberazione della donna, che ha fatto, per rompere le sue catene, molto più di tutte le campagne femministe e le bombe delle suffragette. 

Dal giorno in cui ha preso in mano il volante, Eva è diventata uguale ad Adamo”.



Alisia Petrucci