ARTE

Dalì, un genio, un pazzo creativo, che ci ha insegnato come l'identità sia definita dal bisogno e dalla mancanza


Le molteplici facce di un genio nascondono due aspetti di una stessa realtà di fondo. Pazzo, paranoico, genio, esibizionista, artista, mercante, mistico, eccentrico… Chi è Salvador Dalì? É la domanda che i suoi contemporanei si sono posti. Chi è stato Salvador Dalì? É la domanda che ci poniamo noi ora. Entrambe le domande nascono dalla stessa crisi d’identità, che da un lato, Dalì ha sofferto e, dall’altro, ha usato e sfruttato. Mentre cerca di risolvere quel conflitto di identità si trasforma in un giovane che non ha avuto rispetto per nulla, un anarchico congenito, dando vita a una personalità che, per esistere, ha bisogno di essere famosa. La storia personale di questo pazzo genio, in qualche modo, ci riguarda tutti, perché ben ci rappresenta in quella folle ricerca di importanza che così spesso attuiamo. É proprio grazie al trauma originale che i suoi genitori gli hanno impresso alla nascita che è scaturita la meraviglia che si è poi rivelato essere. Salvador nasce dopo la morte del fratello, gli è dato il medesimo nome e viene trattato come fosse quest’ultimo ma risorto, non come è lui effettivamente; in pratica egli ne diventa il sostituto. Riporto qui le parole dette dall’artista inerenti a questa storia :” I miei genitori hanno fatto qualcosa che ha avuto conseguenze tragiche e gloriose per la mia vita, ovvero, hanno amato molto il mio defunto fratello, al punto che, quando sono venuto al mondo io, mi hanno dato lo stesso nome : Salvador. Lungo tutta la mia infanzia e la mia adolescenza, ho convissuto con l’idea di essere una parte del mio fratello morto; in pratica, ho legato il cadavere di quel parente al mio corpo e alla mia anima, perché i miei non hanno smesso mai di parlarmi di quell’altro Salvador, dicendomi che non avrebbe potuto accadermi quanto è accaduto a lui… Insomma, in pratica, ogni volta che si parla di me, si parla dell’altro. Ecco perché, per separarmi da questo defunto, mi vedo obbligato a darmi del genio, con la sensazione di dover affermare, ad ogni minuto, che non sono l’altro Salvador, non sono questo. Io sono me”. In conclusione, Dalì ha voluto avere una propria personalità, a tal punto da reputarsi un pazzo creativo e un genio paranoico. L’idea che i suoi lo abbiano considerato come un sostituto del parente morto gli ha messo in testa il fatto di diventare qualcuno, qualcuno con carattere forte, deciso e determinato e che non si arrende mai davanti agli ostacoli della vita. Insomma, uno con un’identità propria che la costruisce vivendo intensamente la propria esistenza: facendo scelte e a volte anche degli errori, avendo sempre gli occhi sulla strada che si vuole percorrere e affermando con caparbietà il proprio essere senza temere alcun giudizio.


Annachiara Macinelli