ARTE

René Magritte, “Decalcomania” 

L’opera, realizzata nell'anno 1966, prende il nome dalla tecnica decorativa in voga negli anni Sessanta  che consisteva nella trasposizione di una immagine da un foglio a un'altra superficie. La scena surreale che Magritte ci propone potrebbe essere quella di un sogno, ma sicuramente induce a riflettere sulla ricerca dell'identità. Si vedono infatti due figure umane, una di fianco all'altra. Sulla sinistra un uomo raffigurato di spalle con indosso una giacca scura e un cappello dalla foggia alquanto insolita, intento ad osservare il mare e il cielo azzurro, solcato da imponenti nuvole bianche. Sulla destra si vede il suo alter ego: il profilo della sagoma è lo stesso dell'uomo ma l'interno è costituito dalla spiaggia, dal mare e dal cielo. La silhouette di destra è sagomata da una tenda rossa che potrebbe essere quella di un sipario. A volte l'uomo si sente in qualche modo sdoppiato dal dubbio se il vero io sia quello della vita reale quotidiana, con le sue occupazioni e i suoi impegni, oppure l’io sognato, quello che avrebbe voluto essere o che non riesce ad esprimere. Nella realtà l'uomo è naturalmente simile alla figura di spalle, ma a volte si insinua il dubbio che la vera identità non riesca a realizzarsi nella quotidianità. Quando poi si dà libero sfogo alla fantasia e ai sogni, nel tentativo di fuggire dalla realtà, si corre il rischio di perdere di vista il mondo circostante, calando un sipario su di esso e si rimane intrappolati dalle aspirazioni astratte. Bisogna allora scegliere tra la vita reale, con i suoi impegni, i suoi doveri e le sue responsabilità, oppure dare spazio ai sogni e alle aspirazioni. Magritte, con questa opera, sembra offrire la soluzione al dilemma: la sagoma di destra non deve necessariamente essere intesa come una fuga dalla realtà ma come un desiderio di portare nuovi orizzonti nella quotidianità e riuscire ad illuminarla con degli ideali. Non bisogna rinunciare alla concretezza del quotidiano né vederla in contrasto con i propri sogni né tantomeno bisogna rinunciare alle proprie aspirazioni e farsi travolgere dal mondo che ci circonda. Realizzare la propria identità vuol dire riuscire a portare nei ritmi della vita quotidiana il chiarore dei nostri sogni e dei nostri progetti.

Marianna D'Inizeo