POLITICA

Amor di patria 

L’amore per la propria terra, la propria bandiera e le proprie radici è un sentimento non più diffusissimo, in particolare tra le nuove generazioni.


Spesso si sente parlare di eroi risorgimentali che, giovanissimi, diedero la vita sacrificandosi per la propria bandiera. Uno degli esempi più noti è sicuramente quello di Goffredo Mameli, compositore dell’attuale inno d’Italia, che a soli 21 anni morì tra le fila della Repubblica Romana di Mazzini.


Sono passati quasi 200 anni dalle primavere patriottiche che incendiarono il Vecchio Continente, la società è decisamente cambiata e con essa senza dubbio il modo di pensare.


Quanti facenti parte della Generazione Z sarebbero disposti a spendere anche una piccola parte della propria vita con la finalità di rendere migliore il proprio paese? Il punto è che oggi il patriottismo non significa tanto imbracciare un fucile e cacciare lo straniero, (sebbene in alcune parti del mondo questo sia ancora realtà e sebbene spesso l’occupante non sia necessariamente militare) oggi amor di Patria significa soprattutto volere un paese giusto, sovrano, sempre pronto alle sfide del domani, un paese di cui andar fieri al solo pronunciarne il nome.


C’è chi potrebbe sostenere che i sentimenti nazionali siano un pericolo, una potenziale polveriera pronta a esplodere, che a nulla servirebbero tranne che a scatenare conflitti, e che quindi andrebbero completamente sradicati. Ma rendere totalmente omogeneo un popolo o un continente è realmente la soluzione giusta? Cancellare o sminuire la propria cultura in favore di un’altra è l’atteggiamento migliore da assumere? Credo che anzi questo avrà un effetto totalmente opposto e non farà altro che accentuare le differenze, già molto marcate, che ci sono tra gli individui nella società moderna.


Bisogna quindi auspicare il ritorno dell’amor patrio, sentimento nel quale chiunque si può riconoscere: dall’imprenditore all’operaio, dallo studente al pensionato, dal socialista al liberale e così via.



Giovanni D'Agostino