CRIME
La sindrome di Stoccolma
La sindrome di Stoccolma è uno stato psicologico che può interessare le vittime di un sequestro, le quali cominciano a nutrire sentimenti positivi verso il proprio aguzzino.
Questa espressione fu coniata dall’ agente dell'FBI Conrad Hassel in seguito a un sequestro di persone avvenuto il 23 agosto 1973. Evaso dal carcere, Jan-Erik Olsson si diresse verso la Kreditbanken di Stoccolma e prese in ostaggio 4 persone. Per non ucciderle Olsson formulò alcune richieste, delle quali solo una venne accettata: la scarcerazione del suo amico Oluffsson, che venne liberato e inviato all’interno del caveau. Il sequestro durò 130 ore, al termine delle quali, grazie ai gas lacrimogeni lanciati dalla polizia, Olsson e il suo complice si arresero e liberarono gli ostaggi.
Come risulterà dalle interviste psicologiche a cui vennero sottoposti i sequestrati, gli ostaggi temevano più la polizia che gli aguzzini. Rintanati in un ambiente ristretto infatti le vittime ricevettero da parte dei sequestratori alcune gentilezze che portarono a una serie di relazioni sentimentali e non tra le vittime e i carnefici.
Lorenzo Orlando