ARTE

Artemisia Gentilischi

Come per ogni altro ambito, non è stato semplice per le donne trovare il proprio spazio ed imporsi in quello artistico.

E’ noto che il corpo femminile è da sempre stato oggetto dell’interesse degli artisti, che lo hanno dipinto e scolpito dandogli forme e fattezze disparate.

Le donne, nei secoli, sono state relegate alla figura di madri e mogli, angeli del focolare, a cui mai sarebbe stato concesso di mettere piede in una bottega d’arte, luogo maschile per eccellenza.

Alcune donne si cimentarono con un certo successo nella pratica della miniatura, dall’anno Mille in poi e per tutto il basso Medioevo, ma la prima ad essere ammessa ad una Accademia d’arte fu Artemisia Gentileschi, il cui padre era un pittore di nota fama.

Artemisia aveva grandi doti nella pittura, ma, come spesso accadeva ed accade ancora, malauguratamente, fu vittima di uno stupro, proprio da parte di un amico di suo padre.

Probabilmente i suoi colleghi di bottega, maschi, non potevano accettare l’affronto di condividere spazio, tempo e conoscenza con una donna, un essere ritenuto inferiore, buona solo a sfornare figli.

La vicenda della Gentileschi è emblematica di quei tempi, e tutto sommato, anche dei nostri.

Il processo di emancipazione è andato avanti molto lentamente, tanto che, ancora oggi, assistiamo a rigurgiti del passato, che ci evocano ricordi di caccia alle streghe.

Artemisia Gentileschi non smise di produrre, anzi, dopo aver trovato il coraggio di denunciare il suo stupratore, attraverso i suoi quadri, trasmise rabbia e dolore.

Tra le artiste contemporanee come non menzionare Frida Khalo, pittrice assai stimata specialmente dalle donne, che trasformò in forza creatrice la sua disabilità.


Vittoria Maccione