ARTE

Volti senza identità

13 sono i piccoli dipinti che formano un raffinato ciclo di opere che l’artista israeliano Gideon Rubin, nato a Tel Aviv nel 1973,ha presentato in esclusiva mondiale presso la sede milanese della Galleria Monica de Cardenas, ispirate alle polaroid di Carlo Mollino, architetto e designer torinese e a vecchie fotografie di sconosciuti che l’artista ha raccolto in tutto il mondo.

Chi sono costoro? Cosa provano e cosa li ha portati a compiere quei gesti così comuni come svestirsi o abbracciarsi, fare il bagno o sedersi in contemplazione; si rivolgono a noi o sono immagini rubate allo specchio? I loro volti misteriosi senza identità evocano una rappresentazione personale, in quanto ognuno può colmare le figure secondo la sua immaginazione.

Il gioco psicologico del vuoto ci fa avvertire un senso di assenza che ci spinge a identificare i dettagli della figura e dello sfondo. Troviamo soprattutto colori sabbiosi, blu grigiastri e una forte componente del bianco di zinco, tuttavia sempre giocati in alternanza chiaro e scuro.Ciascuno di questi anonimi personaggi è riconosciuto come possessore di una chiave di una storia, a cui il pittore stava cercando di attingere. Una storia lontana, quasi un rimosso nella memoria che riguarda la cancellazione dell’identità.



Carmen Zappula