La partita della vita

La partita della vita

SINISA MIHAJLOVIC e ANDREA DI CARO 

La partita della vita

Ed. Solferino, novembre 2020 

Genere: autobiografia 


Il libro è l’autobiografia del grande calciatore e allenatore Sinisa Mihajlovic, nato il 20 febbraio 1969 a Vukovar da papà serbo e mamma croata, che da quando era piccolo aveva sempre avuto la passione per il calcio e il sogno di giocare nella Stella Rossa. Nella prima parte del libro racconta che le condizioni economiche della sua famiglia non erano buone e abitava in una casa piccolissima, vedeva poco il padre perché lavorava continuamente dato che faceva il camionista e la maggior parte delle volte era lui a prendersi cura del fratello minore perché la mamma lavorava in un’industria di calzature. Nel 1984, a 15 anni, entrò a far parte della squadra giovanile del Borovo e nel 1988 si trasferì a Novi Sad per giocare nella Vojvodina. Lui era uno dei più giovani in campo, ma aveva una tenacia e una voglia di fare che gli altri non potevano neanche immaginare. Nel 1990 riuscì a realizzare il suo sogno: entrò nella squadra della Stella Rossa, vinse la coppa dei campioni e si distinse valorosamente per il suo piede sinistro. Nel 1992 arrivò in Italia, giocò nella Roma, nella Sampdoria, nella Lazio, vinse uno Scudetto, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane, una Coppa delle Coppe ed una Supercoppa Europea. Nel 2004 andò all’Inter e dopo 2 anni concluse la sua carriera da calciatore, diventando l’allenatore di importanti squadre italiane : Milan, Bologna, Fiorentina, Torino, Sampdoria…dunque possiamo dire che la sua carriera è stata pazzesca.

Il libro parla della sua storia, di momenti di gioia, di grandi successi, ma anche di periodi bui come la scoperta della sua malattia, la leucemia. Nel 2019 fece la terribile scoperta, a cui seguirono diversi ricoveri e perfino il trapianto del midollo osseo. Durante questi ricoveri non ha mai perso la speranza e ha sempre avuto accanto sua moglie Arianna, da lui descritta “una donna straordinaria”. 

Una delle sue frasi che più mi ha colpito è : “ Non c’è nulla di cui vergognarsi nell’essere malati, l’unica cosa di cui ci si deve vergognare è arrendersi senza combattere, abbandonare le speranze, rassegnarsi e non restare attaccati con tutte le proprie forze alla vita” . Davvero un valido insegnamento per tutti.

Il testo è un’autobiografia molto interessante perché permette di conoscere un grande uomo attraverso gli eventi che hanno segnato la sua vita.


Vanessa Giacomodonato  classe II B