Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Mark Haddon

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Traduzione di Paola Novarese

Einaudi, Torino 2013.

Genere: Romanzo giallo e di formazione.


Christopher John Francis Boone è un ragazzo di 15 anni con la sindrome di Asperger, una forma di autismo. Christopher è dotato di elevate competenze logico-matematiche, ma ha difficoltà a stringere relazioni con le persone e non è molto affettuoso. Possiede un topo addomesticato di nome Toby, a cui invece è molto affezionato. Vive nella cittadina di Swindon solo con suo padre. Una sera Christopher trova Wellington, il cane della vicina, la signora Shears, morto, trafitto da un forcone. Nonostante i rimproveri del padre, ispirandosi al grande Sherlock Holmes, il suo investigatore preferito, continua ad indagare fino a scoprire il colpevole e il movente di questa crudele uccisione. Ma la sua indagine lo aiuterà a scoprire anche grandi verità sulla sua famiglia.

Dal mio punto di vista, questo libro non è solamente un giallo, ma un romanzo di formazione che mostra l'evoluzione del protagonista verso la maturazione. Christopher pensa in modo diverso dagli altri e questa caratteristica viene messa in evidenza soprattutto nella seconda parte del libro. Inizialmente era un ragazzo chiuso in se stesso e per fidarsi di una persona doveva essere sicuro che fosse completamente innocua e per farlo raccoglieva più informazioni possibili. Nella seconda parte invece, riesce ad aprirsi di più verso gli altri, in quanto, per proseguire le indagini dell’omicidio, ha necessità di comunicare con i cosiddetti “estranei”. 

Il romanzo presenta una serie di temi quali la famiglia, l’adolescenza, i rapporti genitori-figli in un contesto di mistero e di avventura. Ci trasmette un messaggio positivo attraverso la storia di un ragazzo, che non veniva capito e ascoltato dalla maggior parte delle persone a causa del suo autismo, ma che riesce ad affrontare le sue più grandi paure. 

“Non bisogna presumere che esistano più cose del necessario” è la frase per me più significativa del libro, in quanto spiega come Christopher vede il mondo e mette in risalto il suo pensiero e la sua considerazione della vita. Lui ha una visione schematica di ciò che lo circonda e non considera mai che oltre a ciò che vede ci sia qualcosa in più. Quando vede un quadro, lui analizza tutta la sua composizione e sa dirti molte cose al riguardo, ma, per esempio, non sa il perché l’autore ha deciso di dipingerlo in quel modo e non riesce a collegare quel quadro a un evento della sua vita. 

Particolare si rivela lo stile dell’autore, caratterizzato da un linguaggio che riesce a coinvolgere il lettore emotivamente proprio grazie alla sua semplicità e alla presenza di disegni, come se il libro fosse stato scritto dal suo stesso protagonista.

In conclusione, questo libro è adatto per tutte le fasce d’età perché è molto interessante vedere il mondo dalla prospettiva di questo ragazzo ed è consigliabile anche la lettura del testo originale in lingua inglese perché mette in evidenza le sfumature che l’autore dà per arricchire il suo racconto che si perdono nella traduzione.                                    


Anna Petrilli, classe I C