Mitologia

Il silenzio si trasforma

L’idea del silenzio ha trovato la sua personificazione nella figura del dio egizio Arpocrate, figlio di Iside ed Osiride. Nell’arte figurativa egiziana le immagini di Arpocrate mostrano il giovane dio come un fanciullo seduto sulle ginocchia di Iside con un fiore di loto sulla bocca, come a voler intimare il silenzio. Altre raffigurazioni lo mostrano come un bambino paffutello, ma sempre con un dito sulle labbra in rapporto alla funzione attribuitagli di dio del silenzio e custode dei Sacri Misteri. Nell’arte egizia il signum arpocraticum indica l’età infantile di chi porta l’indice destro sulla bocca.Quest’ultimo rappresenta l’accesso a verità superiori; il passaggio da un sapere naturale ad uno soprannaturale. Arpocrate indica il silenzio inteso come l'occultare informazioni che non possono essere rilevate. Il silenzio appare, ad un primo approccio, come una privazione che ricorda inevitabilmente la morte, infatti, nel tempo, la figura di Arpocrate è tramutata in un preavviso della morte. Con l’avvento della cristianità l’idea del silenzio è cambiata notevolmente insieme alla figura del dio stesso. Il silenzio viene inteso come una dimensione superiore in cui non sono presenti spazio e tempo ed è possibile ristabilire un equilibrio nella propria anima proprio grazie all'intervento del dio Arpocrate. La figura del dio può essere interpretata come un aiuto superiore che viene dato all’anima per riuscire a riportare la pace e la tranquillità nella propria esistenza.


Angelica Trolio