Arte

Jan Vermeer

Jan Vermeer è tra i più noti e amati artisti olandesi del Seicento. Nato a Delft nel 1632, era figlio di un tessitore di seta che esercitava anche la professione di mercante d’arte. Della sua vita abbiamo poche notizie certe e anche le sue poche opere sono avvolte dal mistero. 


L’ arte di Vermeer  era composta di figure femminili intente a svolgere attività domestiche quotidiane come leggere una lettera, versare il latte in una brocca, cucire, suonare strumenti musicali, bere un bicchiere di vino.  

Vermeer fu un vero maestro nel ritrarre ambienti della vita quotidiana borghese del tempo. Nei suoi dipinti appare una borghesia attenta ai valori del lavoro, della famiglia, della cura dei figli.

Fece un nuovo uso della luce  per il quale venne definito “maestro della luce”. Egli faceva uso della camera oscura per definire l’esatta fisionomia dei personaggi raffigurati,la precisa posizione degli oggetti nella composizione dei dipinti, ma soprattutto spiegherebbe anche gli effetti “fuori fuoco” che si riscontrano in alcuni suoi capolavori, dove certi particolari sono perfettamente a fuoco ed altri no.


La Merlettaia, è un dipinto olio su tela con protagonista una giovane ragazza intenta a ricamare al tavolo di lavoro; alle sue spalle una parete nuda che lascia indovinare una stanza altrettanto semplice. L’atmosfera di estrema sacralità che in questo quadro si avverte è suggerita anche dal libro chiuso che la giovane tiene accanto a sé, probabilmente la Bibbia.  

La donna è assorta nel momento della tessitura. Il suo sguardo si concentra sul suo lavoro e muove abilmente aghi e fili come se fosse assente da tutto il resto.

La tela è riportata, dal 1778, su un pannello di quercia che misura 23,9 per 20,5 centimetri ed è il più piccolo dei dipinti di Vermeer.


Il tema della merlettaia è comune nella letteratura e nella pittura olandese come rappresentazione delle virtù domestiche femminili. 

L'ambientazione è ridotta al minimo,la visione è in primo piano e inserisce nella scena lo spigolo di un tavolo, un cuscino da ricamo, fili rossi e bianchi. Tuttavia, quando ci si allontana da questo punto focale della nostra visione, le forme diventano sempre più sfumate anche se poste in primo piano. I fili bianchi e rossi che escono dal cuscino, ad esempio, non sono realizzati con precisione, ma appaiono come flussi di colore sovrapposti e astratti.


 I colori armoniosi di questo quadro, affascinarono Van Gogh che nel 1888, in una lettera all’amico pittore Emile Bernard, descrisse la bellezza del dipinto di Vermeer come “un’armonia di giallo, azzurro e grigio perla”.

La donna, che non è la moglie di Vermeer, di sicuro è una signora della borghesia di Delft e non porta abiti da lavoro, ma un abito di raso giallo con un colletto di pizzo.


Le opere di Vermeer racchiudono una sorta di “poesia del silenzio“, capace di restituire personaggi di un mondo che sembra estraneo al nostro,in un momento intimo, isolato dallo spettatore. Attraverso la luce delicata e morbida che cade sugli oggetti, il pittore riesce a creare momenti di un’intimità avvolti in un terso bagliore di calma e di silenzio.


Carmen Zappula