Arte

Hopper: il pittore del silenzio

Edward Hopper, pittore americano esponente del Realismo, è nato a Nyack nel 1882 ed è morto a New York nel 1967. Nella sua produzione artistica è sempre presente la solitudine che lui riteneva elemento dominante della società americana del suo tempo e i personaggi sono immersi in un silenzio che sovrasta cose e persone.

Hopper rappresenta spesso scene di vita in ambienti domestici e in locali pubblici nei quali sembra non esserci nessun rumore. Quando dipinge scene cittadine, le presenta spesso deserte, senza figure umane. Nei suoi quadri ci sono colori densi e caldi ma che non trasmettono emozioni, come se fossero privati della loro vivacità. La luce si diffonde nei quadri in maniera fredda e artificiale, senza creare contrasto né zone d'ombra. La pittura di Hopper è frutto di un'elaborazione mentale più che visiva, i suoi oggetti e personaggi sono realizzati seguendo un insieme di memorie fissate nella memoria dell'artista insieme ad elementi di fantasia.

Hopper viene definito “il pittore del silenzio" perché nei suoi quadri dominano distacco ed incomunicabilità tra i soggetti rappresentati. Nessuno parla, non ci si guarda, né c'è un minimo cenno di movimento. Le persone sono dipinte mentre compiono azioni quotidiane e sono immerse nei propri pensieri, chiuse in un atteggiamento di profonda solitudine.Spesso gli sguardi sono rivolti oltre il confine del quadro, come verso qualcosa che l'osservatore non può vedere.

I protagonisti delle opere di Hopper non trasmettono messaggi politici, né sono interessati alle scoperte e alle invenzioni del loro tempo; conducono una vita tranquilla chiusi nelle loro case, dove porte e finestre non servono per affacciarsi sul mondo,  al contrario fanno si  che il mondo esterno si intrufoli nel guscio protettivo che le abitazioni rappresentano per ognuno di noi.

Room in New York  è stato dipinto nel 1932 ed è conservato allo Sheldon Museum of Art. In quest'opera il fruitore diventa testimone di un momento di vita privata di una coppia americana.

La scena si svolge in un salotto di una casa borghese in cui si osservano una moglie ed un marito immersi nelle loro attività: l’uomo è intento a leggere un quotidiano mentre la donna schiaccia distrattamente i tasti di un pianoforte dando volutamente le spalle al marito. Tra i due non c'è comunicazione, l'unico elemento di collegamento è il tavolo rotondo, usato da Hopper come simbolo per indicare un ambiente domestico. Nessuno dei due parla, ognuno è chiuso nel proprio mondo interiore. Non a caso il volto dei soggetti non è ben definito: l'autore non vuole presentare una scena ma vuole indurre lo spettatore ad interrogarsi sul vuoto della realtà contemporanea. Gli abiti dei protagonisti sono dipinti in maniera accurata e la loro posizione è stata studiata dall'autore, come se li avesse osservati a lungo. Al centro della scena si osserva una porta chiusa, ulteriore elemento di divisione tra i due coniugi, forse simbolo di chiusura fisica e mentale verso il mondo esterno.


Marianna D'Inzeo