Arte

La baronessa, Duchamp e l’orinatoio

La storia di Elsa Von Freytag-Loringhoven, protagonista dell’avanguardia del Novecento, non è una storia come le altre. Nata povera, divenuta nobile, morta nuovamente in miseria, Elsa L. ha anticipato mode, tendenze, ha oscillato tra tragedie, disagi, successi, vivendo un’esistenza avventurosa e caotica. Una donna desiderosa di conquistare una necessaria libertà. Le sue intenzioni, la sua esigenza di stupire ad ogni costo, in ogni ambito, hanno influenzato le espressioni del movimento Dada, Duchamp (e il suo orinatoio). Duchamp: artista corteggiato, ammirato, amato, intellettuale ironico e imprevedibile venuto dalla Francia. Duchamp: un amico che, come tutti, l’avrebbe tradita. Nel 1917 Marcel D. racconta, in una lettera alla sorella, di aver ricevuto un regalo - frutto di un’idea pazzesca- da una sua amica: l’orinatoio, Fountain. Chi è questa amica? Forse la Baronessa? Sul famoso ready-made compare una scritta: R.MUTT. Armut, in tedesco, lingua madre di Elsa L., vuol dire povertà, condizione che la Baronessa conosce profondamente. Se questo sia un rumor o verità autentica non possiamo saperlo: ognuno è libero di pensarla come gli pare. Se davvero ci fosse, però, della verità nella vicenda, allora dovremmo riconsiderare il genio di Duchamp e la paternità dell’opera più nota dell’avanguardia Dada. Torniamo ad Elsa L.: morirà nel 1927, soffocata dal gas. Suicidio o omicidio? Nessuno potrà mai saperlo. Una cosa è certa: la Baronessa era come Gesù Cristo e Shakespeare fusi in una cosa sola (Berenice Abbott).

La Baronessa non era futurista. La Baronessa era il futuro.


Federica Zerillo