Mitologia

Icaro: la libertà alcune volte ha un prezzo

Oggi vi racconto un mito molto conosciuto, ma che non smette mai di colpirmi: la storia di Icaro.

Icaro era un giovane, figlio di Dedalo, artigiano molto ingegnoso di Atene, e di una schiava di Minosse, Naucrate. Dopo che Minosse scoprì che l’artigiano aiutò Teseo a ritrovare la strada per uscire dal labirinto fabbricando il filo che poi Arianna diede all’eroe, Icaro e Dedalo furono imprigionati in questo labirinto per volere di Minosse stesso. Proprio lì, privati della loro libertà, l’ingegnoso ateniese trovò un metodo per fuggire davvero poco scontato: volando. Costruì un paio di ali con piume e cera per lui e suo figlio e, dopo aver raccomandato ad Icaro più volte di non volare né troppo alto, per timore che il calore del sole sciogliesse la cera, né troppo basso, per paura che gli spruzzi del mare potessero appesantire le piume, si lanciarono verso il cielo. Volarono diretti verso nord-est oltre Paro, Delo e Samo ma, quando si trovarono sopra la striscia di mare che separa le isole Sporadi dalla costa ionica dell’Asia Minore, preso dall’entusiasmo, Icaro volò troppo in alto e, avvicinandosi al sole, la cera che teneva unite le piume si sciolse ed egli cadde nel mare che porta il suo nome. Dedalo atterrò sull’isola ora chiamata Icaria, recuperò il corpo del figlio dal mare e gli diede onorata sepoltura. Con la libertà di compiere azioni al di sopra delle proprie forze, Icaro diventa il simbolo della libertà conquistata in un unico modo: pagando un prezzo che spesso è molto caro.

Sonia Jelliti