Mitologia

L'impresa più epica

Serve coraggio per rispondere alle provocazioni, questo è certo. Conoscendo alcuni personaggi della mitologia greca, è abbastanza scontato che esistano numerosissimi episodi del genere, e uno dei più emblematici è il viaggio di alcuni celebri eroi, tra cui Giasone, alla ricerca del vello d'oro. Sono più conosciuti, però, come Argonauti, "marinai dell'Argo", dato il nome della loro imbarcazione.

Facciamo un passo indietro: Giasone è un giovane nobile, principe della città di Iolco, il cui trono è stato però usurpato dallo zio Pelia.

Il ragazzo, istruito e addestrato, si reca al suo cospetto con la benedizione della dea Era e rivela pubblicamente il suo inganno. Come è solito delle persone che hanno qualcosa da nascondere, Pelia passa alla difensiva e cerca di intimidire Giasone, rinfacciandogli prima il suo status di reale e poi quello di semidio, ma il giovane non molla; allora al re viene in mente la perfetta missione impossibile: recuperare il vello d'oro di un ariete sacro, protetto da un mitico mostro dalle sembianze di serpente.

Il re è sicuro che il ragazzo desisterà, ma ciò, ovviamente, non succede. Giasone mette su una squadra, tra i cui membri Eracle, Orfeo, Castore e Polluce, e, con il favore dell'intero Olimpo, parte sull'Argo alla volta della Colchide.

Dopo numerosissime peripezie, perdite e battaglie, gli Argonauti raggiungono la città di Eea, ultima tappa del viaggio, nella quale sboccia l'amore tra Giasone e la maga Medea, figura fondamentale per il compimento della missione. Ella, infatti, riesce ad aiutare l'eroe a vincere la prova del re Eeta, padre di lei, e lascia la sua casa per assisterlo nell'impresa finale.

Vorrei ricordare loro e gli Argonauti così: pieni di orgoglio, con Giasone che indossa il vello d'oro a mo' di mantello ricordando la coraggiosa missione compiuta.

Cosa è successo dopo? Come si suol dire, questa è un'altra storia e andrà raccontata un'altra volta.


Chiara Caserta