Ricette di classe

Studiare l'arrivo delle popolazioni barbare sui confini romani può trasformarsi nell'occasione di riflettere su come le nostre abitudini alimentari siano il frutto di scambi culturali.

La classe I A ha quindi prima raccolto e poi condiviso le proprie ricette di famiglia. Sono molti gli ingredienti in comune, alcuni locali e altri che provengono da molto lontano.

Zeppole o graffe di patate

ORIGINI E STORIA

Le graffe napoletane sono simili a ciambelle fritte ricoperte di zucchero con una base di farina e patate, tipiche della cucina campana. Vengono di solito preparate nel periodo del Carnevale anche se sono reperibili tutto l'anno.

Questo gustoso dolce è giunto in Italia grazie alla dominazione austriaca. L'origine risale all'incirca al 1830. Lee graffe o zeppole infatti sono una rielaborazione dei krapfen tedeschi.


INGREDIENTI

250gr patate cotte

1 uovo

½ lievito(sciogliere in latte tiepido)

1 cucchiaino d'olio d'oliva 

1 cucchiaino di zucchero

Scorza di limone o arancio

1 pizzico di sale

Mezzo arancio spremuto

Farina quanto basta


PROCEDIMENTO     

Fare il vulcano 🌋 con patate schiacciate, mettere poca farina e impastare il tutto.

Lasciare lievitare mezz'ora.

Friggere e poi passare nello zucchero e cannella (o farcire a piacere).

E.A.

Strangolapreti


Gli strangolapreti sono un tipico piatto della cucina Trentina.

La nonna racconta di aver imparato la ricetta a 14 anni quando lavorava in un’osteria, in quanto gli strangolapreti erano, e sono tuttora, un cibo prelibato e molto richiesto in Trentino. Affascinata e incuriosita diventa specializzata nel cucinare questo piatto.

Sono stati trovati anche in ricettari risalenti al 1400 e la ricetta veniva utilizzata anche durante il Concilio di Trento in quanto vescovi e cardinali ne erano ghiotti.


Leggenda sul significato del loro nome

Si narra che un prete, vagando per le campagne molto affamato, trovò una locanda e vi entrò.

La padrona gli preparò degli gnocchi con delle erbe selvatiche. Il prete mangiandoli ingordamente stava quasi per strozzarsi.

Venne salvato dalla padrona dell’osteria che con un pugno gli fece sputare il boccone. Da qui il nome strangolapreti.


Ingredienti:

300 g di spinaci

300 ml di latte

100 g di ricotta

2 uova

1 pizzico di noce moscata

5 spaccate di pane grattugiato


Preparazione

Cuocere gli spinaci e macinarli, mettere tutti gli ingredienti in una ciotola e mescolare bene, prima con un cucchiaio e poi impastare con le mani. 

Far bollire l’acqua in una pentola e salarla. Quando bolle aiutarsi con un cucchiaino a formare gli gnocchetti che risulteranno irregolari.

Aspettare qualche minuto e i nostri deliziosi strangolapreti verranno a galla, a quel punto utilizzare un mestolo bucherellato per raccoglierli e impiattarli. Condirli infine con burro fuso e una spolverata di parmigiano.

E… Buon appetito!

A.B.


I canederli di nonno Tino


Questa è una  ricetta del mio nonno paterno, ed è una vera bontà soprattutto quando fa freddo e serve un po’ di calore. E’ ancora più buona se si cucina sulla stufa e si mangia in compagnia.

Una volta questa era una ricetta povera della nostra tradizione trentina che si faceva con quel poco che c’era mentre oggi abbiamo tutti gli ingredienti che servono.



INGREDIENTI


10 spaccate rafferme

6 etti di affettati (mortadella, prosciutto cotto e speck)

1 busta di formaggio grattugiato

5 uova

latte q.b. (quanto basta)

sale q.b.

pangrattato (per ripassare i canederli)

prezzemolo 

dado



PROCEDIMENTO


Sminuzzare le spaccate in cubetti piccoli Poi metterli in una ciotola molto capiente.


Sminuzzo gli affettati in pezzi piccoli e verso in una ciotola.


Aggiungo il sale, il formaggio grattugiato, le uova, il prezzemolo e il latte.


Con le mani impasto tutti gli ingredienti fino a quando il composto è abbastanza denso.


Inumidisco le mani con dell’ acqua e faccio delle sfere (grandi come una pallina da tennis).


Metto il pangrattato in un piatto fondo.

Passo i canederli nel pan grattato.


Cuocere in acqua bollente (dove ho messo il dado) per qualche minuto.


Servire i canederli in brodo nei piatti di portata.


Buon appetito!

A.B.

Pancakes

Pancake


Sono una super colazione, bisogna avere un po' di tempo per prepararli ed è d’obbligo  mangiarli con lo sciroppo d’acero che viene dal Canada.

Dovete sapere che i pancake sono ottimi anche per merenda! 


Ingredienti


40 grammi di farina d’avena 

1 uovo

200 ml latte senza lattosio 

2 cucchiai di zucchero

10 gr di burro

sciroppo d’acero 

mirtilli e frutta fresca


Procedimento


Sbattere l’uovo, aggiungere la farina d’avena e lo zucchero e il latte per ottenere una pastella morbida e liscia senza grumi. Scaldare una padella ampia con una noce di burro. Quando il burro sfrigola aggiungere una piccola cucchiaiata di pastella e aspettare che cominci a fare le bolle, girare la frittella ed è pronta. Rivoltarla nel piatto con una cascata di sciroppo d’acero che viene direttamente dal Canada con mirtilli e frutta fresca.


C. d. S.

Tiramisù

La parola Tiramisù significa: sollevami, rinforza il mio corpo. Deriva del dialetto trevigiano “Tireme su”, italianizzato in Tiramisù negli ultimi decenni del secolo scorso.

 il Tiramisù nasce a Treviso nella seconda metà dell'Ottocento, inventato da Ado Campeol.     



Ingredienti


400 gr. di savoiardi

6 uova 

100 gr. di zucchero

500 gr. di mascarpone 

Cacao amaro

Caffè


Preparazione


Preparare il caffè, nel frattempo mescolare i tuorli con metà zucchero, poi aggiungere il mascarpone e amalgamare.

Intanto montare a neve gli albumi con il restante zucchero.

Incorporare un po' alla volta gli albumi con la crema al mascarpone mescolando dal basso verso l’alto.

Prendere una pirofila, fare una base di savoiardi inzuppati nel caffè, ricoprirli con la crema livellandola.  

Continuare facendo un altro strato.

Spolverizzate con del cacao amaro in polvere la superficie e mettete a rassodare in frigorifero per un paio d’ore.


S.F.

Polenta

ORIGINE:

Non si sa la certezza della provenienza del primo tipo di mais scelto. E’ un alimento di antichissime origini, tipico dell’Italia Settentrionale. Alimento principale dei poveri. Nel Trentino è la valle del Chiese ad essersi specializzata nella coltivazione, quella di Storo è nota per le sue qualità. Dalla polenta gialla alla polenta col grano saraceno tante sono le ricette.


INGREDIENTI:


Acqua

farina di mais

sale


PREPARAZIONE


Portare a bollore l’acqua, aggiungere il sale, a pioggia versare la farina, con la frusta mescolare energicamente per evitare grumi, tenere mescolato con un cucchiaio di legno, quindi abbassare al minimo il fuoco e proseguire la cottura per 50 minuti.


RICORDI E ANEDDOTI:


Da bambina, la nonna, mangiava diverse volte in settimana la polenta accompagnata con carne o formaggio, a cena veniva arrostita tagliata a dadini con cipolla e olio. Al mattino, al posto del pane, si mangiavano le croste del paiolo ammollate nel latte. 


Per un piatto più elaborato si facevano delle fette con la polenta avanzata, tra una fetta e l’altra si metteva il formaggio, poi venivano passate nel forno.

Il profumo di polenta aleggiava in tutte le case; nei paesi le famiglie comperavano dei grossi sacchi di farina, veniva portata da un signore con un furgoncino chiamato "MOLINAR”


D.F.

Tortilla de patatas

Il primo documento storico in cui si trova un riferimento alla tortilla risale al 1817 in un documento di Navarra, in cui si spiega la ricetta che secondo la leggenda è stata inventata dal generale Tomás de Zumalacárregui di Bilbao.

La tortilla fu introdotta nella dieta dei soldati spagnoli come piatto nutriente e saziante e venne presto assunta anche

dalle famiglie di contadini in un’epoca di scarsità e povertà, dato che è composta solo da ingredienti umili e facili da reperire: patate e uova. Da allora, la tortilla si è

inserita perfettamente nella tradizione spagnola ed oggi è uno dei pochi piatti nazionali, consumato e cucinato in tutto

il territorio, inoltre ed è divenuta un piatto

simbolo della cucina spagnola in tutto il mondo.


La tortilla de patatas spagnola, detta anche tortilla de papas (in Sud America), è una specie di frittata con le patate ma rispetto alla nostra frittata  è più alta e più stretta e al suo interno l’uovo è un po’ crudo e liquido.


RICETTA

Ingredienti per 4 persone (per una padella di circa 24 cm di diametro)


patate gialle 500 g (sbucciate)

cipolle 200 g

uova medie 8

olio extravergine di oliva quanto basta

pepe nero macinato quanto basta

sale fino quanto basta


Procedimento


Per fare la tortilla de patatas con cipolle, si inizia a pelare le patate, tagliarle a metà e poi a fettine sottili. La stessa cosa per le cipolle che poi vengono unite alle patate.


Si devono cuocere le patate e cipolle a fuoco basso in una pentola antiaderente con abbondante olio extravergine di oliva (almeno un paio di dita); devono soffriggere lentamente e cuocere senza prendere colore. Verso fine cottura si mette il sale e poi si scolano dall’olio e si mettono in un piatto.

poi si devono sbattere le uova insieme al sale e al pepe.

Alla fine si aggiungono le uova alle patate e cipolle, mescolando bene.

Si deve cuocere tutto in una padella antiaderente con l’olio extravergine di oliva (si può usare anche quello avanzato precedentemente) per 4-5 minuti, coprendo con un coperchio.

La parte più difficile: girare la tortillas de patatas utilizzando un coperchio (o un piatto); con un gesto veloce e sicuro, capovolgere la padella tenendo il coperchio ben attaccato.

Ora la tortilla è sul coperchio.

Far scivolare la tortilla capovolta nella padella e  farla cuocere ancora per 3-4 minuti, finché non diventa marroncina.

La tortilla de patatas pronta!


A.P.

Waffle senza burro

Il più antico riferimento al waffel risale al medioevo. In Belgio un abate e un mastro forgiatore crearono un impasto con il miele da cuocere in una piastra di ghisa a forma di arnia. In francese medievale “wafla e guafra” si traducono con: miele, dolce, arnia. 


Ingredienti:


2 uova

160 gr di farina

1 cucchiaino di zucchero

100 ml di olio

200 ml latte 

1 bustina e mezzo di lievito.


Procedimento:


Versare in una ciotola prima tutti gli ingredienti liquidi poi il lievito e la farina, mescolare il tutto affinché non si formino grumi. 

Riscaldare la piastra apposita, una volta arrivata a temperatura versare un mestolo di impasto e aspettare che si gonfi e si cuocia. 

Una volta pronto servirlo nel piatto e come accompagnamento  stenderci dell’ottimo miele delle nostre terre, della marmellata o della nutella.


 

G.M.

Tortino alle lenticchie

Il tortino alle lenticchie, è un piatto vegetariano di origine contadina proveniente dalla Sicilia, perfetto per un pranzo semplice e veloce da realizzare. 


INGREDIENTI


125 g di lenticchie

1 uovo intero

2 carote

300 g di patate

40 g di pane grattugiato

100 g di ricotta


PROCEDIMENTO                                                                                  Cuocere le lenticchie carote e patate dopo aver scolato,  aggiungere l’uovo, il pane e la ricotta. Stendere l’impasto e ricoprirlo con il pane grattugiato e un filo d’olio.  Cuocere in forno fino a duratura. 

A.M.

Canederli ai 4 formaggi

I canederli sono un piatto tipico della cucina trentina, è un piatto povero che deriva dall’ambiente contadino, dove recuperavano il pane vecchio per creare un nuovo piatto. Al giorno d’oggi i canederli possono avere tante varianti, in brodo o asciutti, col sugo o col burro e salvia, con la lucanica o lo speck,  formaggi oppure verdi agli spinaci o ortiche. 

I canederli hanno una lunga storia, di almeno 900 anni. Esiste una testimonianza in un affresco al castello d’ Appiano (vicino a Bolzano) Castello del Medioevo dove  viene raffigurata una scena di caccia con la famosa Knodelesserin, la mangiatrice di canederli.

Inoltre si narra che la nascita dei canederli derivi dai lanzichenecchi, dei feroci guerrieri del sacro romano impero germanico che combatteva in europa nel 1.400 circa. Dicono che un gruppo di soldati sarebbe entrato in un locale trentino chiedendo del cibo. Moglie e figlia del proprietario quindi per rimanere salve decisero di creare qualcosa con il poco cibo che avevano in cucina. Cercarono quindi di impastare questi ingredienti: cipolle, uova, pane raffermo, latte, farina e speck. Cuocendo il tutto in acqua bollente. Secondo la leggenda i canederli piacquero a tal punto che i soldati, sazi si addormentarono beati dopo cena.

Ecco ora la variante dei canederli che prepariamo sempre in casa.                 


                 I canederli ai quattro formaggi                                                 

INGREDIENTI:

-  300 g di pane vecchio (pane secco)

-  4 uova

-  200 ml di latte 

-  80 g di formaggio fontina 

-  80 g formaggio asiago

-  80 g formaggio emmental

-  1 cipolla bianca

-  1 noce di burro

-  100 g di farina bianca

-  sale quanto basta

-  pepe quanto basta 

-  grana grattugiato quanto basta

- prezzemolo quanto basta

 quanto basta=ne puoi mettere a tuo piacimento


                            PROCEDIMENTO:


Tagliare a dadini il pane vecchio e metterlo in una ciotola abbastanza grande. Bagnare il pane con il latte e lasciare riposare il tutto per qualche ora.

Nel frattempo, tagliare a dadini i vari tipi di formaggio e metterli in un contenitore.

Unire quindi al pane bagnato le uova, il sale, un po di pepe e il prezzemolo tritato.

Mescolare bene il composto.

Ora in una pentola antiaderente rosolare il burro con una cipolla frullata finché anch’essa diventa rosolata ed aggiungerlo al composto.

Mescolare mano a mano aggiungendo i formaggi tagliati a pezzetti e un pò di grana grattuggiato.

Successivamente aggiungere un pò per volta la farina bianca mescolando fino a quando il composto diventa abbastanza asciutto ma non troppo altrimenti poi i canederli risultano troppo duri.

Non resta che formare i nostri canederli, in una ciotola mescolare un pò di farina bianca e pane grattugiato. Prelevare una cucchiaiata d’impasto e con le mani creare il canederlo a forma di pallina, andando poi a coprirlo con un pò di farina e pane grattugiato, per evitare che si attacchino.

Depositateli poi su un vassoio e lasciateli riposare per mezz’ora prima di cuocerli nel brodo caldo per 15 min.

Si possono poi mangiare in brodo oppure asciutti con un sugo di proprio piacimento, l’importante è cuocerli in brodo e non in acqua per renderli più saporiti.


C.P.